HALLE — I risultati delle elezioni di domenica nella Sassonia-Anhalt hanno una portata di interesse europeo. Ecco alcuni elementi su cui riflettere. In primo luogo bisogna distinguere tra il “primo voto”, che favorisce il candidato regionale, e il “secondo voto”, che favorisce il partito scelto. Nel primo voto la CDU perde dalle ultime elezioni il 4,7% ed arriva al 29,6% dei voti. La AfD (Alternative für Deutschland) arriva di schianto al 23,1% e al 24% rispettivamente del primo e secondo voto. Nel 2011 non era ancora presente nel parlamento di Magdeburg, la capitale del Land Sassonia-Anhalt. Die Linke (La Sinistra) perde il 5,9% e il 7,3% e giunge ad un 18,3% nel primo voto e ad un 16,3% nel secondo (qui la fonte di tutti i dati). Da questi dati risultano i seguenti posti nel parlamento: 30 rappresentanti della CDU, 24 della AfD, 17 Die Linke, la SPD — che ha perso il 7,4% e il 10,9% dei voti rispettivamente nel primo e secondo voto, cioè più o meno la metà dei propri voti — 11 rappresentanti (nel 2011 aveva 26 posti), i Verdi 5. Stando così le cose sarebbe possibile un governo alternativo alla AfD solo con una coalizione a quattro di CDU, SPD, Die Linke e Verdi. 



Der Spiegel online ha pubblicato i dati di un lavoro statistico fatto nella notte. Alcuni dati sono interessanti: nella Sassonia-Anhalt hanno vota 174mila persone in più dall’ultima elezione. 101mila per la AfD e 39mila per la CDU. 38mila voti sono passati dalla CDU alla AfD. Ma anche dalla sinistra il flusso è stato molto forte: 28mila voti di Die Linke sono andati alla AfD e 7mila alla CDU. I primi forse sono quelli che avevano votato a sinistra solo per protesta e i secondi probabilmente quelli che hanno simpatia per la politica della cancelliera Merkel sui profughi. 



Il 38% dei disoccupati ha votato la AfD, ma anche il 37% dei lavoratori l’ha votata. Per quanto riguarda il grado di istruzione (Bildung) è vero che il 32% delle persone con un percorso educativo alto hanno votato la CDU, ma è anche vero che il 30% delle persone con un’educazione media (non solo bassa) hanno votato la AfD.

Ieri, parlando con i miei studenti della decima classe (16 anni) risulta questo giudizio: il motivo ultimo del successo della AfD si trova nella posizione che il partito di Frauke Petry ha assunto sui profughi: chi ha davvero bisogno deve essere aiutato, gli altri rispediti nella loro patria (così si è espresso André Poggenburg, il capolista della AfD in un’intervista). I ragazzi hanno forte dubbi sulla competenza degli onorevoli eletti della AfD e ritengono il voto un voto di protesta (una ragazza mi ha mostrato una statistica che ha visto su Facebook: il 63% dei voti sarebbero di protesta e il 22% sui temi). Una protesta che alcuni vedono come necessaria, perché la AfD chiamerebbe per nome i problemi che invece gli altri tacciono. Chi non vuole essere identificato con i nazisti non voterebbe l’altro partito di destra, NPD, ma per l’appunto la AfD. 



L’AfD sarebbe stata capace di canalizzare le paure della gente, dicono quelli che simpatizzano con la nuova situazione creatasi ieri sera con il voto; altri dicono che l’AfD propone soluzioni semplicistiche per problemi di grande portata e che solo un lavoro di strutturazione politica permetterebbe di risolvere. Insomma, solo gli ingenui avrebbero votato la AfD, dice chi giudica in modo negativo il voto di ieri sera. Alcuni ragazzi hanno sottolineato il bisogno di “novità” e “rivoluzione” contro i partiti che dicono tutti e sempre le stesse cose (dalla CDU a Die Linke). 

Ho passato la serata di domenica sera con un allievo della dodicesima classe, con il sindaco Bernward Küper di una cittadina importante vicino alla scuola dove insegno, Naumburg, e con l’onorevole Daniel Sturm del distretto 42, che si è affermato per un pelo nei confronti della candidata della AfD, Lydia Funke. Nella mimica dei due politici della CDU si poteva vedere una certo sconforto, quando apparivano quartiere per quartiere i voti del distretto; ma entrambi ritengono che l’AfD potrà canalizzare i voti di protesta solo per una legislatura e non vedono in essa un pericolo duraturo. Trattandosi di un voto democratico, aggiungono che naturalmente deve essere accettato, anche se reputano difficile immaginarsi di lavorare con i rappresentati della AfD, che non hanno un’esperienza politica commisurata ai cinque anni della legislatura regionale. 

In ogni caso, forse qualcuno capirà che non si può in continuazione dare dell’ignorante a chi non si identifica con i vecchi partiti. Personalmente, credo che i voti per la AfD siano espressione di un “egoismo collettivo” (così Rousseau definisce il nazionalismo), che non deve certo essere criminalizzato, ma che va pur chiamato con il nome che merita.