Due arrestati, due terroristi ancora in fuga e l’allarme per un altro attacco terroristico o episodi di guerriglia sono sempre alti in Belgio che nonostante non se ne parli da quando sono avvenuti gli attacchi di Parigi non ha mai interrotto le indagini sulle cellule dormienti dell’Isis. Proprio una bandiera nera dello Stato Islamico è stata trovata nell’appartamento dove è andata in scena il blitz e la conseguente sparatoria. Due sospetti terroristi sono stati arrestati, due invece sono ancora in fuga e si tratterebbe di quelli che hanno aperto il fuoco contro la polizia belga; oggi ha parlato il premier belga, Charles Michel, che ha non ha nascosto i problemi esistenti ancora con il terrorismo in Belgio. «Già ieri, il livello dell’allerta è stata mantenuta al livello 3. Una nuova valutazione sarà fatta dalla Ocam (organismo del ministero degli Interni chiamato a giudicare, sulla base delle info d’ingellicence, il pericolo reale e attuale sul terrorismo)». Il panico si è riacceso ieri in Europa, con lo sguardo rivolto sempre a Libia e Siria, dove provengono la maggior parte delle problematiche presenti anche in Europa che rispondono molto spesso ad un solo nome: Isis.



Sono ancora due gli uomini in fuga dopo la sparatoria che ha avuto luogo ieri nel quartiere di Forest Bruxelles, in Belgio. A fare il consuntivo dell’operazione condotta dalle forze dell’ordine è stato il procuratore federale che, come ricorda l’Ansa, ha parlato di un terrorista ucciso, due uomini arrestati (secondo “Derniere Heure” due fratelli già noti alla polizia) e di altri due che sarebbero riusciti a sfuggire alle manette. All’interno dell’abitazione da cui poi ha avuto inizio il conflitto a fuoco è stata rinvenuta anche una bandiera dell’Isis, nonché 11 kalashnikov e moltissime munizioni: un vero e proprio arsenale da guerra che conferma la pericolosità degli affiliati al gruppo terroristico. Secondo Marc Jean Ghyssels, il Borgomastro di Forest, non ci sarebbe comunque “alcuna minaccia specifica che pende sulle istituzioni o sui cittadini. S’è trattato solo di una perquisizione che è andata storta“.



Dopo la sparatoria avvenuta ieri nel quartiere di Forest a Bruxelles, in Belgio, che ha portato all’uccisione di un terrorista e al ferimento di 4 agenti della polizia, arriva la notizia che i due fuggitivi, riusciti a smarcarsi dall’assedio delle forze dell’ordine, sarebbero stati arrestati. A riportarlo è il sito belga “Derniere Heure“, ma come ricorda l’Ansa il procuratore federale belga che terrà una conferenza stampa da qui a poco non ha ancora né confermato, né smentito la notizia. Secondo quanto sostiene “Vtm Nieuws“, uno dei due uomini era stato già fermato ieri notte, mentre il secondo sarebbe finito in manette soltanto questa mattina. Dell’elenco degli arrestati non fa parte Salah Abdeslam, principale ricercato dalle unità anti-terrorismo di mezzo mondo dopo gli attentati terroristici a Parigi dello scorso 13 novembre.



La giornata di ieri ha riportato in auge il pericolo di un attacco terroristico in Europa, pericolo sopito per qualche mese dopo gli attacchi di Parigi e l’inizio del Giubileo a Roma dove il timore per altri attacchi o attentati era altissimo: dopo la sparatoria in Belgio di ieri che per un giorno intero ha tenuto bloccato il quartiere di Forest a Bruxelles, ci sono stati anche i casi della Germania che hanno fatto riottenere il grado di allerta elevato. A Bruxelles per alcune perquisizioni in ottica di indagini ancora legate ai vili attentati di Parigi del 13 novembre scorso, un covo di jihadisti ha risposto sparando sulla polizia: dopo una caccia all’uomo, il blitz si è concluso con la morte di un terrorista, anche se non si tratta di Salah Abdeslam, il ricercato numero 1 dopo l’attentato al Bataclan. Le notizie dal Belgio di ieri raccontano anche di un continuo sforzo delle forze dell’ordine europee contro il terrorismo jihadista che comunque prosegue, anche se sotto traccia, come nelle ultime settimane. In Germania poi un duplice caso di allarme ha tenuto per una intera giornata alta l’apprensione: prima l’auto che esplode in centro a Berlino – sembra che la bomba piazzata sull’auto è opera della mafia e criminalità organizzata tedesca – poi l’aeroporto chiuso di Hannover dopo l’allarme bomba scattato su un volo della Turkish Airlines. In entrambi i casi, gli allarmi sono rientrati, ma quella famosa strategia della tensione lanciata da Isis e Al Qaeda mesi fa vede anche oggi i suoi effetti: nonostante non siano avvenuti attacchi, la reazione della gente è di terrore e spavento. Reagire a questo, prima che ai grandi casi internazionali di focolai di guerra, è l’obiettivo primario, forse per tutti noi.