In America è un momento davvero molto importante per le Primarie Usa del 2016 dopo il secondo Super Tuesday. Tra Karsich e Trump spera anche Hilary Clinton che al momento è sicuramente in vantaggio sugli altri. Come riporta Il Fatto Quotidiano sulla sua versione online la Clinton è sembrata proprio entusiasta di questa situazione: “Questa per è stato un altro Super Tuesday. Stiamo per assicurarci la nomination democratica e poi la Casa Bianca a novembre“.
Un Martedì che forse è stato decisivo per le Primarie Usa 2016, sia per i repubblicani che per i democratici: un po’ perché da ora in poi grandi appuntamenti con così tanti stati al voto non ci saranno e poi anche perché la conta dei delegati sale e Hillary Clinton e Donald Trump sono sempre più vicini alla meta. Ma, c’è sempre un “ma”: il famoso motto “dove va l’Ohio va la nazione“, funzionerà anche questa volta? Perché se si mantenesse la leggenda, la Clinton non avrebbe comunque problemi, ma John Kasich a quel punto potrebbe effettivamente compiere il mezzo miracolo. Sembra impossibile ma tecnicamente potrebbe ancora farcela, con 1000 candidati da assegnare per i repubblicani che potrebbero in teoria far sopravanzare Kasich sul miliardario americano Trump. Ma appunto, in teoria: si dovrebbe presentare un tracollo improvviso per Donald e stante le cose in questo momento la possibilità sembra molta remota.
Oltre a Hillary Clinton e Donald Trump, indiscussi vincitori tra Democratici e Repubblicani di questa ennesima tornata di Primarie Usa 2016, c’è un altro candidato che può festeggiare: si tratta di John Kasich. Il governatore dell’Ohio ha trionfato nel suo stato con il 46,8% dei voti, risultando l’unico capace di interrompere la striscia vincente di Trump. Dopo aver conquistato il successo, Kasich ha confermato alla Cnn di credere ancora nel conseguimento della nomination:”Ci sono oltre 1000 delegati ancora da assegnare. Posso arrivare alla convention con più delegati di chiunque altro“. Poi ha tentato di lusingare gli elettori orfani di Marco Rubio definendolo “talentuoso“, e infine, come riporta “Il Giornale”, ha confermato il senso della sua campagna:”Prima di essere democratici o repubblicani siamo americani, non percorrerò la strada più bassa (di livello ndr) per raggiungere la carica più alta del Paese“.
I risultati delle Primarie Usa 2016 arrivati nella notte dopo gli scrutini in Florida, North Carolina, Illinois, Ohio e Missouri hanno emesso un verdetto chiarissimo: Marco Rubio non sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca. Il giovane senatore repubblicano della Florida ne ha preso atto dopo aver capito che neanche nel suo stato era riuscito a fare meglio di Donald Trump e ha dunque annunciato il suo ritiro in un discorso di fronte ai suoi sostenitori. Rubio, come riportato da “askanews”, ha dichiarato:”Non è tra i piani di Dio vedermi presidente nel 2016 o forse mai. E per questo da oggi la mia campagna elettorale è sospesa. Dopo stasera è chiaro che mentre noi siamo sul fronte giusto, quest’anno non saremo sul fronte vincente“. Parole amare quelle di Rubio, che ha comunque invitato gli americani a non gettare la spugna:”Vi chiedo di non arrendervi alla paura, non arrendetevi alla frustrazione. Noi possiamo essere in disaccordo sulla politica pubblica, possiamo essere in disaccordo in modo vibrante, ma abbiamo diritto di essere speranzosi, perché nelle nostre vene abbiamo il sangue di qualcuno che ha dato tutto perché noi avessimo queste possibilità, siamo discendenti di qualcuno che ha fatto del nostro futuro lo scopo della sua vita.
Attesi per le Primarie Usa 2016 ma comunque a loro modo clamorosi: dopo la vittoria di Donald Trump in Florida, la svolta arriva con il ritiro di Marco Rubio. Il senatore ispanico della Florida viene sconfitto in casa sua e la resa a questo punto diventa ufficiale, per cui annuncia ufficialmente il ritiro, riconoscendo la sconfitta ed uscendo dunque definitamente dalla campagna elettorale per le nomination alla convention dei Repubblicani di metà giugno. Trump ha vinto in tre stati (anche North Carolina e Illinois) ma non si può dire che abbia trionfato del tutto perché un candidato a sorpresa gli ha tenuto testa, ovvero John Kasich in Ohio, complicando un poco la corsa del miliardario alla Casa Bianca. Tutt’altro discorso per la Clinton che invece trionfa nei tre stati in cui ci sono risultati ufficiali, ovvero Florida, North Carolina e Ohio, attendendo invece i risultati democratici di Illinois e Missouri: Sanders, ringraziato nel discorso di Hillary, vede sempre già difficile la corsa alla candidatura, con la moglie di Bill che potremmo quasi dire di aver raggiunto lo scopo ad ancora vari stati dalla fine.
Le Primarie Usa 2016 sono sempre più in mano a due protagonisti: Hillary Clinton e – soprattutto – Donald Trump. I risultati delle primarie dei Repubblicani in Florida hanno dato un risultato schiacciante a favore di Trump con il 45% dei consensi a fronte del misero 28% del candidato “politically correct” Marco Rubio. Intanto la Clinton ha polverizzato il suo sfidante Bernie Sanders 65% contro il 33%. Super Tuesday parte terza, quindi, con le primarie Usa 2016 che a breve vedranno completare i risultati definitivi dopo il voto in ben cinque stati, Arizona, Florida, Ohio, North Carolina, Illinois. Sembra che non ci siano grosse novità, stando agli ultimissimi exit poll e sondaggi, negli stati rimanenti dopo lo spoglio della Florida: Hillary Clinton e Donald Trump sembrano ormai indirizzi verso la nomination a candidati presidente per Democratici e Repubblicani. Trump dopo la Florida starebbe per sfilare anche l’Ohio al governatore John Kasich e sembra che l’effetto tutti contro Donald gli stia regalando paradossalmente molti già voti che nelle precedenti tornate. Marco Rubio sembra invece sul limite della sconfitta, se dovesse anche perdere la Florida di cui è senatore, mentre Ted Cruz non sembra avere le carte sufficienti per sfidare Trump in tutti gli stati. Dall’alta parte Bernie Sanders sembra comunque intenzionato a combattere fino alla convention attendendo insperati colpi di scena che al momento non sembrano esserci all’orizzonte e che quindi darebbero al momento Hillary Clinton candidata unica per i Democratici alle presidenziali americane di novembre. Sorprese? Non si attendono ma in queste folle primarie potrebbe ancora succedere di tutto: i risultati a breve ce lo confermeranno.
E’ un giorno cruciale per le Primarie Usa 2016 quello di oggi. In molti vedono il nome di Donald Trump come quello di un possibile rischio per tutto il paese. C’è chi come l’attore Johnny Depp non si nasconde e parla chiaro del politico durante una conferenza all’Università dell’Arizona come riportato da RollingStone.it: “Non si tratta del fatto di essere ricco. E’ un pretesto quello. C’è qualcosa di falso nel suo fare il bullo. Io credo solo che sia un ragazzino viziato”. L’attore americano poi si è divertito ad imitare il politico, come aveva già fatto in passato, anche per gli studenti dell’Arizona. Clicca qui per il video della conferenza di Depp.
Le Primarie Usa 2016 giungono oggi, 15 marzo, ad uno snodo cruciale: cosa ne sarà di Democratici e Repubblicani dopo le consultazioni di questo Super Martedì in Arizona, Ohio, Illinois, Missouri e Florida? Difficile interpretare il sentire di questi 5 stati, più semplice raccogliere invece quello degli analisti e dei manager di Wall Street che, com riporta “Ansa Usa 2016“, sono stati intervistati dalla Cnbc su chi preferirebbero alla guida degli Stati Uniti. A trionfare è stato il Repubblicano John Kasich con il 42% delle preferenze, dietro di lui la democratica Hillary Clinton al 16% e Donald Trump col 13%. Curiosi di conoscere la percentuale raggiunta da Bernie Sanders? 0%! Del resto c’è chi dirà che se l’è anche cercata, con tutti quegli attacchi a Hillary e al legame con Wall Street!
Il secondo “Super Martedì” delle Primarie Usa 2016 è probabilmente quello che ci dirà chi saranno i candidati dei Democratici e dei Repubblicani nella corsa alla Casa Bianca che avrà fine il prossimo novembre. In attesa di capire quale sarà il responso degli elettori chiamati a votare in Arizona, Ohio, Illinois, Missouri e Florida, in campo Repubblicano c’è da segnalare quella che da molti analisti politici è stata definita la “mossa della disperazione” di Marco Rubio. Il giovane senatore della Florida si gioca in casa le ultime chance di ribaltare l’andamento di una cavalcata di impatto al momento inferiore rispetto alle aspettative. Il problema è che gli ultimi sondaggi danno Trump in vantaggio di 15 punti percentuale rispetto a Rubio anche in Florida e dal momento che oggi si vota con il sistema maggioritario (chi prende anche un solo voto in più conquista tutti i delegati), arrivare secondi avrebbe lo stesso valore di arrivare ultimi, dicendo così addio ad ogni speranza di successo. Allora ecco la “pensata” di Rubio: chiedere ai propri elettori in Ohio di votare per Kasich, che di quello stato è governatore e che secondo i sondaggi è testa a testa con Trump. Il tutto per sperare di ricevere a sua volta un endorsement di Kasich in Florida in una sorta di “tutti uniti contro Trump”. Peccato che il piano di Rubio però non si sia concretizzato, perché Kasich si è tenuto il suo endorsement, ma non l’ha ricambiato per evitare che i suoi elettori rischiassero di regalare 99 delegati ad un contendente moderato come lui. Una mossa disperata quella di Rubio, che rischia di rivelarsi un boomerang letale per le sue ambizioni di aspirante Presidente degli Stati Uniti.
Scatta oggi il secondo “super Martedì” delle primarie Usa 2016, con ben cinque stati al voto per assegnare altri delegati, forse decisivi per questa lunga campagna elettorale che porterà al congresso di Repubblicani e Democratici, prima della corsa presidenziale di novembre. Oggi 15 marzo il giorno del giudizio per Rubio e Sanders, probabilmente la loro ultima possibilità di speranze per risalire nei confronti dei rivali sera favoriti, Donald Trump e Hillary Clinton: si votano le primarie oggi (dalla prima mattina di domani, ora italiana, i primi risultati ufficiali) in Arizona, Ohio, Illinois, Missouri e soprattutto Florida, che assegna ben 99 delegati, uno degli stati più ingenti e importanti della corsa alla Casa Bianca. Trump arriva come sempre da favorito ormai in tutti gli stati, forse solo in Florida troverà qualche problema per via delle origini di Marco Rubio, il senatore della Florida per eccellenza, e perché anche Cruz sembra in corsa in questo immenso stato. È forse al momento il solo punto debole del miliardario populista che spaventando il mondo, il problema ispanico: secondo un ultimo sondaggio di Gallup, nelle elezioni americane tra gli ispanici Trump è visto come fumo negli occhi per la maggioranza, per via della questione “muri” in Messico e in generale per la sua sfrontatezza contro gli immigrati. Tra i repubblicani ispanici, il 53& sceglierà Rubio, il 43% Ted Cruz, il 24% Kasich, mentre “solo” il 31% il miliardario tycoon. Se poi si allarga il quesito a tutti gli americani, compresi democratici e allergici al voto, si scopre che Hillary Clinton trionferebbe sul voto ispanico con 59% delle preferenze, staccando tutti i rivali di molti punti, specie sull’ultimo della classifica, proprio quel Trump che si appresta comunque a definirsi, a meno di clamorosi colpi di scena, il candidato ufficiale alle presidenziali per i Repubblicani. Con l’insolito problema che viene odiato dalla sua stessa base, quantomeno quella di partito. Come finirà?