Sono sempre loro i favoriti nelle Primarie Usa 2016 per la corsa alla Casa Bianca, Donald Trump per i Repubblicani e Hillary Clinton per i Democratici. Domani si vota in Arizona sia per i Repubblicani che per i Democratici. Per i Democratici sono in programma anche i caucus – gli incontri che si svolgono tra i sostenitori di un partito politico o di un movimento – in Idaho e in Utah, mentre per i Repubblicani i caucus si svolgeranno solo in Idaho. Secondo quanto riportato da Finanzaonline, in base agli ultimi sondaggi in Arizona vincerebbero Trump e Clinton: “il miliardario è visto al 34% contro il 21% di Ted Cruz e il 12,5% di John Kasich. Netto anche il distacco tra i democratici: Hillary Clinton è vista al 53% contro il 23% di Bernie Sanders”.
Non si fermano le proteste di piazza contro Donald Trump, candidato repubblicano alle Primarie Usa 2016 che porteranno alla scelta dei due contendenti alla poltrona di presidente degli Stati Uniti d’America. Domani è atteso il voto in Arizona sia per i Repubblicani che per i Democratici. Per i Democratici sono in programma anche i caucus in Idaho e in Utah, mentre per i Repubblicani i caucus si svolgeranno solo in Idaho. Donald Trump è stato contestato negli ultimi giorni anche dai cittadini che sono scesi in piazza per protestare, tanto che il candidato è stato costretto ad annullare un evento a Chicago. I dimostranti hanno protestato anche a New York e in Arizona, nei pressi di Phoenix. E anche nello stesso Partito Repubblicano continua la manovra per cercare di arrestare la corsa di Trump, candidato considerato “scomodo” alle Primarie Usa 2016. Secondo quanto riportato da Rainews nell’establishment del partito sarebbe spuntata “l’ipotesi estrema di sostenere un candidato indipendente pur di stoppare la marcia del tycoon verso la Casa Bianca. Lo scrive il New York Times, secondo cui i leader del Grand Old Party (Gop) stanno preparando una ‘campagna di 100 giorni’ per negare in tutti i modi la nomination al magnate, consapevoli che non c’è più spazio per errori e ritardi e che senza un piano di attacco eseguito impeccabilmente Trump potrebbe diventare inarrestabile”.