— Come ormai accade ogni Venerdì Santo da 14 anni, anche ieri la piccola comunità di Cl di Houston, in Texas, è riuscita a organizzare il bellissimo evento della Via Crucis che si snoda per le strade della città.
In effetti, un po’ di lavoro organizzativo è necessario, per assicurarsi che tutti i dettagli tecnici per lo svolgimento di questo evento siano studiati e messi in pratica alla perfezione. Tuttavia, la Via Crucis di Houston è soprattutto il frutto della passione e del fascino di un piccolo popolo che ogni anno, immancabilmente, si riunisce alle dieci di mattina nella meravigliosa cappella dell’Università cattolica di St. Thomas, ma non senza aver trascorso le settimane precedenti invitando amici, colleghi e compagni di studi, fino a raggiungere il numero incredibile di più di cinquecento partecipanti.
Il popolo che intraprende il cammino dietro alla croce è estremamente vario; si passa dalla tipica famigliola americana con quattro-cinque bimbi, al gruppo di preghiera messicano che recita il rosario tra una stazione e l’altra; dai rifugiati Onu sudanesi, al vicerettore dell’università; dagli studenti di una scuola cattolica per famiglie povere di downtown, ai professori di una delle università più prestigiose degli States.
Il popolo è vario, ma il cuore di tutti è unito dal desiderio di seguire quella croce per comprendere meglio il mistero del triduo pasquale, accompagnato da un coro che ogni anno lo commuove e da letture che colpiscono sempre per la corrispondenza con le sue domande.
Anche quest’anno, come quasi sempre, l’anziano vescovo emerito ci ha attesi sul sagrato della Cattedrale, l’ultima delle cinque stazioni. È molto affaticato e tentennante, ma non rinuncia mai a questo momento di comunione con noi, perché, come ci ha detto anche ieri, ormai siamo un segno troppo evidente della presenza di Cristo nelle strade distratte di Houston dove nessuno cammina mai, se non perché troppo povero per permettersi un’automobile, e non vuole perdere l’occasione di ringraziarci per questa testimonianza.
Le facce attente e silenziose dei tantissimi bambini, i visi commossi degli adulti e gli occhi grati e felici di tanti amici sono segno evidente del miracolo che accade ogni anno il Venerdì Santo; miracolo, perché non è il risultato dei nostri sforzi, ma il frutto di un popolo che cammina insieme.
Elisabetta Zaffaroni