Interviene anche Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, sulla vicenda della Libia e di un possibile intervento militare del nostro paese. Brunetta, in un’intervista a TgCom24, riportata da Askanews, dichiara che “si può vedere la grande confusione del governo Renzi. Ministro degli Esteri Gentiloni e ministro della Difesa Pinotti che vanno in direzioni opposte, opacità nei comportamenti, silenzi non giustificabili”. E aggiunge: “Io ho chiesto ieri che venisse immediatamente, ad horas, il ministro degli Esteri in Parlamento, ma questo non è avvenuto: verrà il 9 marzo. Vedo troppe dichiarazioni da parte di membri dell’esecutivo, troppi attori su un palcoscenico pericolosissimo”.
Ci potrebbero essere ritorsioni in Italia in caso di intervento militare del nostro paese in Libia. E’ quanto sostiene il ministro dell’Interno Angelino Alfano al Corriere della Sera, secondo quanto riportato da Il Giornale. Alfano teme che una eventuale guerra possa scatenare la reazione dei terroristi islamici contro l’Italia, pur non escludendo a priori una partecipazione italiana all’intervento: “Tutte le analisi investigative e di intelligence hanno stabilito un nesso tra la ‘politica punitiva’ messa in atto dall’Isis con gli attentati di Parigi e la partecipazione della Francia ad azioni militari”. E su un’ipotesi di intervento militare aggiunge: “Non esiste un’iniziativa autonoma, ma solo l’eventualità di azioni concordate con gli altri Paesi”.
Approccio prudente da parte del presidente del Consiglio Matteo Renzi sulla questione Libia e la possibilità di un intevento militare. Renzi non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito ma lo ha fatto sapere in sedi informali, secondo quanto riportato dalla Stampa: “Su questo terreno ci vuole prudenza. Nessuna fuga in avanti. La situazione è troppo delicata perché ci si lasci prendere da accelerazioni”. Dunque da una parte il governo cerca di non farsi “dettare la linea dai giornali”, riguardo alla possibilità di un intervento dei nostri militari in operazioni di guerra in Libia, e dall’altro non esclude a priori che il nostro paese possa comunque entrare in azione militarmente nello stato africano. E riguardo alla morte dei due italiani rapiti lo scorso luglio, Salvatore Failla e Fausto Piano, il premier ha affermato che occorre agire “con prudenza, silenzio, serietà, affidabilità”.
Le news provenienti dalla Libia preoccupano tutti i leader occidentali e in particolare il Governo italiano, ancor di più data la vicinanza del nostro Paese rispetto al territorio nordafricano interessato da un sanguinoso conflitto tra diverse milizie riconducibili all’Isis e le forze che sperano di riuscire a far trionfare la democrazia dopo la destituzione del regime di Gheddafi. Silvio Berlusconi e Romano Prodi, due leader che nel corso degli anni non sempre sono andati d’accordo (per usare un eufemismo) sono uniti invece in queste ultime ore dal convincimento che un intervento militare, italiano o delle Nazioni Unite, sul suolo libico potrebbe provocare più danni che benefici. Il leader di Forza Italia ha parlato di Libia in seguito alla notizia dell’uccisione dei due italiani Salvatore Failla e Fausto Piano; in una nota Berlusconi ha spiegato:”La notizia della morte dei nostri due connazionali in Libia mi ha colpito dolorosamente. Se sarà confermato che le due vittime sono state utilizzate come scudi umani dai combattenti jihadisti, questa sarà l’ennesima dimostrazione della loro efferata spietatezza. L’accaduto sottolinea drammaticamente anche la complessità della situazione lin Libia e l’elevato rischio di causare vittime innocenti se si dovessero intraprendere interventi frettolosi o superficiali“. Dello stesso avviso è l’ex leader dell’Ulivo, oggi a capo del gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa. Nel suo intervento sulla Libia nel corso del Tg3 riportato da “Il Fatto Quotidiano” Prodi ha chiarito:”Attualmente siamo lontanissimi da un intervento militare” che può verificarsi solo “dopo la richiesta di un governo unitario” come spiegato “dal nostro Presidente del Consiglio e dell’Onu“. L’ex presidente del Consiglio infine ha auspicato che “un intervento in Libia può essere fatto solo in ambito Onu, con un ruolo serio dell’Italia” che, comunque, “deve evitare di accrescere le tensioni contro di sé, di attirare le tensioni dei paramilitari e essere abbandonata. L’Italia deve essere impegnata con un ruolo serio ma non certamente sola“.