“L’invito rivolto a Sanders non significa che il Vaticano né tantomeno il Papa si siano schierati a favore dei Democratici nelle elezioni Usa. Nella realtà tutti i cattolici fedeli alla Chiesa sono ‘politicamente senza tetto’”. Lo evidenzia John Allen, giornalista americano, direttore del quotidiano online Crux specializzato in tematiche relative al Vaticano o alla Chiesa. Venerdì il candidato democratico Bernie Sanders ha partecipato a un convegno in Vaticano. Incontrando i giornalisti a Porta del Perugino, Sanders ha detto: “Sono impressionato da papa Francesco, dalla sua visione di un’economia mondiale che lavori per tutte le persone”.



Che cosa ne pensa dell’invito rivolto a Bernie Sanders dalla Santa Sede?

In primo luogo vorrei sfatare un equivoco: l’invito a Sanders non è arrivato dal papa, bensì dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, cioè dall’arcivescovo argentino Marcelo Sanchez Sorondo. Non è quindi un invito pontificio, è piuttosto un’iniziativa coerente con gli sforzi dell’Accademia sotto Sorondo di organizzare avvenimenti con grandi politici e punti di riferimento. L’obiettivo sostanzialmente è alzare il profilo dell’insegnamento sociale della Chiesa.



L’ha sorpresa questa visita in Vaticano di un candidato laico come Sanders?

Non mi sorprende più di tanto né l’invito né il fatto che Sanders lo abbia accolto. E’ evidente che il candidato democratico è in cerca di pubblicità, e la visita in Vaticano crea un grande interesse mediatico nell’opinione pubblica americana. Inoltre Sanders ha una stima reale per l’insegnamento sociale dell’attuale pontificato sui temi economici. Anche se ci sono ovviamente altri punti dell’insegnamento sociale della Chiesa o di questo Papa rispetto a cui Sanders non è d’accordo. Quando però si inizia a parlare di economia c’è una certa convergenza di vedute.



Il Papa di recente ha attaccato Donald Trump, e ora la Pontificia Accademia invita Sanders. La Chiesa cattolica ha scelto di schierarsi rispetto alle elezioni Usa?

E’ un fatto che Donald Trump finora è l’unico candidato presidenziale che è stato criticato in modo diretto dal Papa, citando nome e cognome. D’altra parte l’unico candidato che durante questa campagna è stato invitato in Vaticano finora è Bernie Sanders. Capisco quindi che alcuni potrebbero pensare che il Vaticano si sta schierando, ma in realtà le cose stanno in un altro modo.

E sarebbe?

Nella realtà sta diventando sempre più chiaro che né i democratici né i repubblicani sono completamente coerenti con l’insegnamento della Chiesa. Ci sono alcuni punti rispetto a cui i democratici sono più vicini alle posizioni della Chiesa, per esempio giustizia sociale e ambiente. Su aborto, eutanasia e difesa della vita sono invece i repubblicani ad avvicinarsi di più alla Santa Sede. Un grande esperto del rapporto tra Chiesa e Stato negli Usa dice sempre che se uno è un cattolico fedele negli Stati Uniti sarà sempre “politicamente senza tetto”.

 

Di fatto come si stanno orientando i cattolici americani in queste primarie?

I cattolici sono un quarto della popolazione americana, e quindi sono un blocco elettorale abbastanza rilevante. Il voto cattolico in America è però più un mito che una realtà. Ci sono invece tanti voti cattolici, in quanto i cattolici negli Usa sono polarizzati tra destra e sinistra proprio come il resto della popolazione.

 

Quali sono stati i commenti negli Usa all’invito rivolto a Sanders?

Ci sono dei cattolici repubblicani che considerano come uno scandalo l’intervento di Sanders all’Accademia Pontificia. Finora i vescovi Usa normalmente si sono sempre rifiutati di invitare i politici favorevoli all’aborto a parlare nelle università cattoliche o nelle parrocchie. Secondo una parte dei cattolici Usa l’invito a Sanders renderà più difficile per i vescovi continuare su questa linea.

 

E’ una posizione condivisa da tutti?

No. I cattolici democratici ritengono che l’invito a Sanders sia un grande simbolo delle convergenze tra la Chiesa e il loro partito sulle tematiche legate alla giustizia economica. La reazione dei cattolici in America si spiega quindi tipicamente con la loro preferenza politica.

 

(Pietro Vernizzi)