Il trionfo dei numeri 2 alle primarie Usa 2016 in Wisconsin: repubblicani e democratici votano e scelgono in questo grande stato Ted Cruz, con il 49,9% dei voti battendo l’odiato rivale di ben 20 punti percentuali, e Bernie Sanders batte per la sesta volta consecutiva, con il 56% sulla delusa Hillary Clinton, che resta favorita ma con dubbi che iniziano a spuntare all’orizzonte. Risultato a suo modo importante, specie per i numeri ottenuti, soprattuto lato Grand Old Party. «Una vittoria incredibile, un momento di svolta, ora abbiamo veramente una scelta», ha commentato un trionfante Ted Cruz che vede la possibilità concreta a questo punto di fermare la corsa solitaria di Trump verso l’automatica candidatura, ovvero raggiungendo e superando il 50% dei delegati. A quel punto il partito potrebbe riservarsi la decisione nell’establishment bocciando il milionario, ritenuto perdente contro la Clinton per le presidenziali di novembre, e buttando nella mischia un nome nuovo, tipo Romney o ancor di più Paul Ryan, presidente della Camera e ben più moderato di Cruz e Trump messi insieme. Ted il temporeggiatore? Al momento sembra il punto più probabile, mentre dall’altra sponda troviamo un Bernie Sanders in formissima che batte Hillary per la sesta volta consecutiva e inizia a trovare qualche pieve speranza di contrastare l’avanzata della “regina”. Nulla si chiude qui, prossimo appuntamento con i Caucus repubblicani in Colorado, il 9 aprile 2016.



Nella notte arrivano i risultati per le Primarie Usa 2016, con il voto in Wisconsin che seppur non regala molti delegati, risulta un buon banco di prova prima del rush finale di queste lunghissime primarie americane per Repubblicani e Democratici. Gli ultimissimi dati che arrivano prima della chiusura delle urne dal Wisconsin parlano di una possibile sconfitta per i grandi favoriti per la convention dei rispettivi macro partiti americani, Donald Trump e Hillary Clinton. Una sconfitta contro i favoriti in questo stato, Bernie Sanders e Ted Cruz, che però potrebbe rivelarsi abbastanza innocua, dato i delegati lanciatissimi nella corsa verso le presidenziali di novembre: Hillary Clinton avrebbe sì bisogno di un successo per proiettarsi verso le primarie già importanti di News York e Pennsylvania, che a questo punto potrebbero darle la certa vittoria sullo sfidante Bernie Sanders. Ma la ripartizione proporzionale degli 86 delegati in Wisconsin non dovrebbe comunque mutare i rapporto di forza in casa democratica in modo particolarmente significativo. Per Trump invece la situazione è un po’ più complessa, anche se resta comunque lui il grande favorito per la vittoria, tr mille polemiche, nei GOP: il candidato repubblicano miliardario in questo stato avrebbe bisogno dei 42 delegati per poter arrivare alla quota vincente di 1237 per la Convention di Cleveland, ma potrebbe tranquillamente guadagnare tutto nei prossimi tanti appuntamenti del mese di aprile e maggio. A quota 750 al momento, la vittoria non è certa ma è comunque molto probabile



Bernie Sanders raccoglie più fondi di Hillary Clinton. E’ questo uno dei dati delle Primarie Usa 2016 a poche ore dalla votazione in Wisconsin. A riportarlo è Tgcom24: “La candidata per la nomination democratica Hillary Clinton ha raccolto nel mese di marzo per la sua campagna elettorale 29,5 milioni di dollari, 15 milioni in meno del rivale Bernie Sanders per lo stesso periodo”. Per quanto riguarda il risultato del voto in Wisconsin, che arriverà questa notte (ora italiana), secondo gli ultimi sondaggi Bernie Sanders sarebbe in vantaggio con il 47,2% su Hillary Clinton con il 45%: quest’ultima sarebbe però ormai la vincitrice per i Democratici. Nelle Primarie Usa è atteso comunque anche il voto a New York il prossimo 19 aprile visto che Clinton è stata per otto anni senatrice dello Stato e Sanders ha dalla sua il fatto di essere originario di Brooklyn.



Le urne sono aperte e le primarie Usa proseguono per il lungo percorso iniziato lo scorso gennaio e che ha portato al momento due netti e grandi favoriti per la celebrazione alle rispettive convention per Repubblicani e Democratici, Donald Trump e Hillary Clinton. Il voto in Wisconsin è certamente un piccolo punto nel grande mare ancora in ballo per la candidatura alle presidenziali di novembre: favoriti sono, secondo gli ultimi sondaggi, Ted Cruz e Bernie Sanders, gli sfidanti ufficiali dopo i vari personaggi “caduti” nel corso delle primarie precedenti. Oggi però, a sostegno del marito leggermente indietro rispetto al solito trionfo di numeri e sondaggi, scende in campo Melania Trump che dal palco in Wisconsin propone un volto umano al Donald bistrattato in mezza America e nel mondo. «Se qualcuno lo attacca lui colpisce dieci volte più forte: è un brav’uomo e un bravo imprenditore, e nonostante gli scontri avuti con giornaliste e le accuse id maschilismo ricevute, Donald ti tratta a prescindere che tu sia uomo o donna, tratta tutti nello stesso modo».

Le Primarie Usa 2016 tornando di scena per l’inizio del rush finale di queste lunghissime consultazioni tra Repubblicani e Democratici, che si chiuderanno il 7 giugno con l’ultimo stato, California, ad andare al voto per esprimere il candidato ideale degli elettori americani in vista delle Presidenziali. Cresce l’attesa per questi ultimi mesi, con il voto di oggi in tutto il Wisconsin che porterà nella notte italiana i risultati ufficiali di questa ennesima chiamata alle urne: gli ultimi sondaggi vedono sul fronte dei Democratici il vantaggio, seppur di pochissimo, lo sfidante Bernie Sanders che con il 47,2% è dato avanti rispetto al 45% dei Hillary Clinton, quasi ormai però la vincitrice delle primarie democratiche, a meno di scossoni improvvisi. Già interessante la sfida sul lato dei Repubblicani, con i sondaggi che parlano di un Ted Cruz in vantaggio su Trump, e non di poco, visto il 40,2% contro il solo 33,4%. La battaglia dunque sembra entrare nel vivo per la candidatura del GOP, specie dopo le parole dello stesso Cruz dopo l’ultimo dibattito el 30 marzo scorso: «Corro per vincere, non per fermare Trump. E vincerò», con Trump che per ripicca reagisce dicendo che in caso di vittoria di Cruz, non lo sosterrà minimamente, venendo meno all’impegno preso in precedenza. John Kasich sembra oggettivamente più fuori dalla lotta, e nel dibattito ultimo esprime tutta l’amarezza per la sua “marginalità” nella sfida: «sono il candidato migliore anche se sono stato ignorato nella maggioranza dei dibattiti».