Mentre si vota in questo momento per le primarie Usa 2016 in Colorado (caucus repubblicani), emergono numerosi dubbi sulle prossime tappe verso le convention ufficiali a giugno per democratici e repubblicani. Se fino ad un mese fa erano quasi certe le candidature di Donald Trump e Hillary Clinton ora la certezza non si ha davvero granitica: le ultime primarie e caucus hanno evidenziato un calo dei due big, con gli sfidanti Bernie Sanders e Ted Cruz che risalgono nei sondaggi e anche nell’apprezzamento dell’elettorato americano. Stando alle ultime indicazione di un sondaggio a livello generale sull’intera popolazione americana, Bernie Sanders è avanti su Hillary Clinton per la prima volta in tutta la campagna di primarie americane. 49% contro il 47%, il candidato socialista sembra ora avere qualche chanches in più ma deve recuperare i tanti delegati di svantaggio dalla rivale democratica. Il dubbio più che sulle primarie potrebbe rimanere sulla corsa alla Casa Bianca: riuscirebbe nel caso la Clinton ha conquistare anche i voti di Sanders per battere il candidato repubblicano?
Riparte la sfida per le primarie uSa 2016 e oggi di scena ci sono solo i Repubblicani con i Caucus in Colorado, mentre domani toccherà ai democratici Wyoming per una due giorni incrociata di chiamata alle urne che potrebbe ancora di più approfondire la crisi dei due leader favoriti, Donald Trump e Hillary Clinton. Per i caucus di oggi (i risultati si avranno nella notte italiana) la situazione è molto complessa: il miliardario è sempre il favorito ma il divario con Ted Cruz, specie dopo le ultime batoste prese in Wisconsin. La situazione delegati parla chiaro: al 64% dei delegati eletti, 743 sono andati a Donald Trump e ben 511 sono per Ted Cruz, che si avvicina a passo di leone. Pesano come un macigno le ultime rivedibili battaglie di Trump che ha dichiarato che l’aborto vuole renderlo illegale e vorrebbe punire le donne che lo praticano, per poi fare dietrofront dopo lo scandalo emerso a mezzo stampa per tutto il mondo. Per Cruz invece si compatta il suo elettorato con quello di Marco Rubio, nonostante ai vertici del GOP non piace infine né Cruz né Trump, dato che prevedono sconfitta sicura con il candidato democratico (specie se Clinton) e vorrebbero così temporeggiare non facendo arrivare nessuno alla convention da candidato già certo (servono 1237 su 2472 complessivi). A quel punto allora il Great Old Party potrebbe riservarsi la scelta finale a sorpresa, Paul Ryan o Mitt Romney: lo svantaggio si riduce ma in questo modo Cruz e Trump potrebbe rimanere “fregati” in due.