Mentre il popolo americano vota Donald Trump alle Primarie degli Stati Uniti in molti si ribellano e tra questi anche alcuni scrittori molto noti. Sul sito ipetitions.com infatti oltre 450 autori hanno firmato una petizione online proprio contro il candidato dei repubblicani lanciandola su Lithub. Fra i più noti ci sarebbero Stephen King, Dave Eggers e Junot Diaz come riporta Panorama sulla sua versione online. Un appello che va verso il popolo italiano per cercare di sottolineare i motivi del loro dissenso nei confronti del candidato che sta a sorpresa sbaragliando la concorrenza.
Vittoria per Trump e Clinton alle Primarie Usa 2016 nel voto dello Stato di Washington. I risultati dell’ultima votazione hanno visto infatti stravincere Donald Trump per quanto riguarda i Repubblicani e Hillary Clinton per quanto riguarda i Democratici. Il magnate ha ottenuto oltre il 76% dei voti e si è aggiudicato 40 dei 44 delegati in palio. In casa democratica Hillary Clinton è tornata a vincere: dal punto di vista dei delegati si tratta però di una vittoria ininfluente visto che erano già stati assegnati con i caucus di marzo quando Bernie Sanders se ne era aggiudicati 74. Per l’ex segretario di Stato americano è comunque una vittoria importante perché il senatore del Vermont sta cercando in tutti i modi di contrastarla. Sanders ha infatti chiesto che vengano riconteggiati i voti delle primarie che si sono svolte in Kentucky e che Clinton ha vinto per mezzo punto percentuale.
Vittoria schiacciante alle Primarie Usa 2016 in casa repubblicana per Donald Trump: nello Stato di Washington il magnate ha ottenuto oltre il 76% dei voti. La vittoria di Trump è arrivata però durante una contestazione del candidato ad Albuquerque, in New Mexico. In un comizio una folla ha iniziato a sventolare bandiere messicane e a lanciare sassi e bottiglie contro la polizia per protesta contro la posizioni sugli immigrati del candidato: sono stati anche bruciati simboli e gadget elettorali di Trump. Secondo la Cnn, come riporta l’agenzia di stampa Agi, Trump “è a quota 1.229 delegati e a questo punto gliene mancano solo 8 per raggiungere la fatidica soglia dei 1.237 che gli assicureranno la nomination automatica prima della convention in programma dal 18 al 21 luglio a Cleveland in Ohio”. In casa democratica la Cnn “assegna a Hillary Clinton 2.301 delegati (di cui 1.776 ‘semplici’ e 525 super-delegati, i big del partito) a soli 82 dai 2.383 necessari per conquistare la nomination”.
Si sono svolte nello Stato di Washington le Primarie Usa 2016: per i Repubblicani ha vinto Donald Trump con oltre il 76% dei voti. Per il miliardario si è trattato di un trionfo. Anche se Trump conquistasse tutti i 44 delegati in palio non raggiungerebbe ancora la soglia dei 1.237 delegati che gli permetterebbero di conquistare la nomination alla convention di luglio a Cleveland. Ormai però il miliardario ha in tasca la candidatura per la Casa Bianca. Per i democratici la vittoria è andata a Hillary Clinton. In un comizio in New Mexico c’è stata contestazione per Donald Trump: la polizia è dovuta intervenire per bloccare alcuni oppositori che hanno interrotto ripetutamente Trump mostrando cartelli di protesta. I manifestanti hanno bruciato e lanciato t-shirt con lo slogan di Trump, “Make America Great Again”. Alcuni dimostranti sono stati arrestati.
Nelle Primarie Usa 2016, che a meno di scossoni imprevisti incoroneranno contro i pronostici della vigilia Donald Trump candidato ufficiale del Partito Repubblicano alle presidenziali, scende in campo anche l’ex inquilino della Casa Bianca Jimmy Carter. L’ex Premio Nobel per la Pace, oggi 91enne, come riporta l’Ansa si è scagliato contro l’imprenditore newyorchese definendolo l’interprete di un’ondata di razzismo che sta investendo gli Stati Uniti. Come esempi lampanti, Carter ha citato la volontà di Trump di vietare l’ingresso negli Usa ai musulmani e l’abitudine a definire “criminali” gli immigrati messicani. Secondo Carter il clima che si respira oggi in America è frutto della reazione di una certa destra, che ha mal sopportato la doppia elezione alla Casa Bianca come Obama, di cui oggi Trump sarebbe l’espressione più popolare e acclamata.
Le primarie Usa 2016 previste per questa notte nello stato di Washington rappresentano per il Partito Repubblicano una pura formalità, con Donald Trump candidato designato del Gop alle presidenziali già proiettato alla sfida del prossimo novembre contro Hillary. In tal senso fanno un certo effetto le parole di Trump in un’intervista rilasciata a Bill O’Reilly di Fox News, in cui il magnate newyorchese si è detto pronto in caso di elezione a “chiedere al Congresso di dichiarare formalmente guerra al terrorismo”. Trump ha rimarcato l’importanza di vigilare su chi entra nel territorio statunitense, sottolienando che “decine di migliaia di persone stanno venendo negli Usa e non sappiamo chi sono, né da dove vengono e potremmo avere dei problemi”. “Questa non è speculazione-ha aggiunto Trump-penso davvero potremo avere dei problemi”, concludendo che “gli Usa sono già in guerra, tutto il mondo è in guerra”.
Nella corsa per le Primarie Usa 2016 più che le votazioni tra i Repubblicani per lo stato di Washington, con Trump ormai senza rivali ad insidiarlo nel Gop, ad occupare le prime pagine dei giornali di mezzo mondo è la svolta nella strategia di comunicazione voluta proprio dal magnate newyorchese. The Donald ha infatti deciso di attaccare la sua probabile competitor per le presidenziali di novembre, Hillary Clinton, sul suo nervo scoperto: il marito Bill. Trump ha intenzione di usare ogni mezzo per screditare Hillary: sarà per questo che ha scelto di pubblicare sul proprio profilo Instagram un video in cui si può ascoltare la voce di 2 donne, Juanita Broaddrick e Kathleen Willey, che accusano l’ex Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, di averle molestate. Un video, questo, definito dal Washington Post “incendiario”, che sul social ha conquistato già 32mila likes e che da Trump, come riporta “Corriere.it” è stato giustificato così:”Hanno detto (i Clinton, ndr) su di me cose veramente sgradevoli e io non vorrei giocare la partita scendendo su questo terreno. Ma visto che hanno deciso di essere sgradevoli, mi costringono a giocare allo stesso livello“. Juanita Broaddrick afferma di essere stata aggredita da Bill nel 1978; Kathleen Willey invece afferma che Clinton tentò di baciarla nei corridoi della Casa Bianca. Accuse sempre respinte dall’ex uomo più potente della Terra, ma che potrebbero costare un nuovo calo nei sondaggi alla moglie Hillary.
La notizia “vera” delle Primarie Usa 2016 di oggi non è quella che tutti si aspetterebbero: vero, ci sono le votazioni dei Repubblicani nello stato di Washington, mentre i Democratici “riposano” avendo già svolto mesi fa la votazione in questo importante stato americano. Ma forse, la notizia che punta alle Presidenziali di novembre è più appetibile, dato che la sfida Clinton-Trump sembra ormai una certezza che attende solo la conferma ufficiale. Ebbene, mentre oggi si vota per i repubblicani in tutto lo stato di Washington, sono stati resi pubblici gli ultimi sondaggi politici sconti da Abc-Washington Post e il risultato è sorprendente: Donald Trump, il miliardario odiato da molti in America (evidentemente non dagli elettori) per la prima volta risulta avanti nei sondaggi alla Clinton, 46% a 44% e la sfida si preannuncia incandescente per i prossimi mesi. Da marzo inoltre, la distanza ha continuato a ridursi fino al sorpasso di questa metà maggio: altro dato interessante che forse racconta meglio ancora la situazione attuale delle Primarie Usa l’incide di impopolarità dei due più arabili candidati alle Presidenziali di autunno. Ebbene, il repubblicano e la moglie di Bill sono testa a testa anche lì, quasi 6 americani ogni 10 votanti sostengono di aver una impressione molto negativa per entrambi i candidati. Bocciatura pesante che arriva sia per Democratici e Repubblicani, nonostante poi alle Primarie il consenso arrivi senza problemi. Cosa succederà da qui alla fine delle Primarie? E soprattutto, succederà qualcosa?