Voci clamorose dall’America, con le Primarie Usa 2016 che dopo i risultati in Indiana svela due incredibili eliminazioni: si ritira anche John Kasich dopo Ted Cruz e così nelle primarie repubblicane rimane un unico candidato che vola verso la nomination della convention di giugno in casa GOP. Svolta notevole nella campagna elettorale in America, lato Repubblicani, che dopo l’assoluta vittoria nello stato d’Indiana ha mietuto due vittime illustri, di fatto le ultime speranze del partito centrale per fermare l’avanzata della scheggia impazzita “The Donald”. Uomo simbolicamente eletto per contrastare Trump, ha conquistato un solo stato, ovvero il suo di origine l’Ohio. Per le 17 ore americane ci sarà una conferenza stampa a Columbus, capitale dell’Ohio, dove Kasich dovrebbe confermare le notizie filtrate dal suo entourage e addetti stampa. Il ritiro arriva a poche ore da quello di Cruz che, scornato dall’ennesima sconfitta, ha visto impossibile una risalita per cercare di limitare lo strapotere elettorale del miliardario. 



Si stanno ancora svolgendo le Primarie Usa 2016 e già si pensa a chi diventerà il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America. Ieri infatti nelle votazioni in Indiana il candidato repubblicano Donald Trump ha stravinto tanto che il rivale Ted Cruz ha annunciato il ritiro dalla competizione. Dunque il magnate è il favorito per la candidatura da parte del partito. Dall’altro lato, nel partito democratico è sempre in testa Hillary Clinton. E sarebbe proprio la Clinton, secondo l’ultimo sondaggio della Cnn riportato dall’Ansa, a vincere su Trump e ad aggiudicarsi la Casa Bianca: l’ex first lady raccoglierebbe infatti il 54% delle preferenze degli americani contro il 41% del tycoon newyorchese. Tra gli elettori intervistati, si legge sull’agenzia di stampa, “la Clinton emerge come la candidata più qualificata e più affidabile su quasi tutte le questioni che il nuovo presidente dovrà affrontare, a partire da quelle di politica estera e dalla emergenza terrorismo. C’è però un’importante eccezione: per il 50%, Trump saprebbe gestire meglio la situazione econopmica del Paese”. Secondo il sondaggio della Cnn anche Bernie Sanders batterebbe Donald Trump staccandolo di ben 16 punti.



E’ sempre più vicino alla candidatura per i Repubblicani il magnate Donald Trump, dopo i risultati delle ultime votazioni delle Primarie Usa 2016 in Indiana che lo hanno visto stravincere. E oltre a questo Ted Cruz, il suo rivale, ha annunciato il ritiro dalla competizione. Ancora in corsa invece il governatore dell’Ohio John Kasich. Il partito Repubblicano, nonostante non abbia appoggiato finora la corsa alla Casa Bianca di Trump, sembra ormai rassegnato all’investitura dell’imprenditore. La convention per l’investitura è fissata a Cleveland il prossimo 18 luglio. E nel partito Democratico la favorita per la candidatura è sempre Hillary Clinton. E per questo il presidente del Comitato nazionale del Partito repubblicano, Reince Priebus ha postato questo tweet, come riporta il Corriere della Sera: “Tutti noi ci dobbiamo unire e concentrarci su come battere Hillary Clinton”.



I risultati delle primarie Usa 2016 in Indiana vedono il trionfo di Donald Trump che miete una vittima illustre: Ted Cruz. Il senatore ha deciso di gettare la spugna dopo l’ennesimo schiaffo subito in queste primarie ad opera dell’istrionico imprenditore repubblicano. Che da pochi minuti ha un rivale in meno.

Mancano ancora poche ore e sapremo i risultati delle primarie Usa 2016 che vedevano ieri il voto in Indiana, uno degli stati più importanti perché tra gli ultimi grandi baluardi prima delle definitive candidature che potrebbero portare Donald Trump tra i repubblicani e Hillary Clinton tra i democratici alle prossime presidenziali di novembre. Proprio i due grandi protagonisti di queste infinite primarie americane sembrano in procinto di strappare la vittoria anche qui in Indiana, come capitato anche a New York. I delegati necessari per arrivare alla vittoria definitiva potrebbero arrivare già qui per Donald Trump e per questo Ted Cruz ha condotto l’accordo di non belligeranza con Kasich che ha mandato su tutte le furie lo stesso miliardario, odiato dal GOP centrale. «Bisogna votare e portare avanti questo movimento. Renderemo grande l’America, forse più grande che mai. Sapete che se vinciamo qui avremo concluso e poi potremo concentrarci sul resto, non dovrò più pensare a Ted Cruz e non mi importa se mi sosterrà o no. Non me ne può importare di meno». Molto più istituzionale e legata al contenuto del programma Hillary Clinton – anche perché la vittoria è praticamente già avvenuta – che nell’ultimo comizio prima del voto in Indiana ha dichiarato: «Credo fermamente – ha detto l’ex first lady – che dobbiamo continuare a fare cose in America. Sono una sostenitrice del made in America e ho un piano completo per rivitalizzare il settore manifatturiero. Darò sgravi fiscali a chiunque installi qui una fabbrica, se creerà posti di lavoro, se sarà parte dell’economia manifatturiera». L’attesa per i risultati è altissima e la parola delle urne arriverà tra poche ore.

C’è chi spera di poter ribaltare l’esito delle Primarie Usa 2016 già a partire dalla consultazione di oggi in Indiana, ma la maggioranza degli elettori americani è convinta che alla fine a giocarsi la vittoria alle presidenziali del prossimo novembre saranno Donald Trump e Hillary Clinton. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Cnn e Orc, per cui l’84% degli elettori crede che Trump sarà il candidato del Gop e l’85% valuta che la Clinton uscirà vincitrice dalla lotta interna ai Democratici. La fiducia in un’affermazione di Trump raggiunge percentuali bulgare nel Partito Repubblicano stesso, dove il 91% degli elettori è convinto che “The Donald” riuscirà ad ottenere la leadership. Indicativo poi il fatto che il 60% dei simpatizzanti del Gop ritengano giusto che anche in caso di mancato raggiungimento della soglia di delegati necessaria ad ottenere la nomination, alla brokered convention di luglio debba essere il candidato ad aver ottenuto maggiori consensi (quindi Trump) a ricevere la golden share dello schieramento conservatore. Insomma, gli elettori sembrano esserne convinti: da qui ai prossimi mesi sarà duello Clinton-Trump.

Nel giorno delle Primarie Usa 2016 che oggi fanno tappa in Indiana, il senatore dei Democratici Bernie Sanders conferma di credere ancora nella conquista della nomination per le presidenziali di novembre al netto del vantaggio conquistato nel corso dei mesi da Hillary Clinton. Il candidato socialista del Vermont, come riporta la Cnn, interrogato sull’opportunità di vincere le Primarie dei Democratici ha risposto che è “una strada difficile da scalare, ma non è una strada impossibile da scalare”. L’obiettivo di Sanders è quello di conquistare il favore dei Superdelegati, ovvero quei dirigenti di partito che alla convention che eleggerà il candidato dei Democratici alla Casa Bianca saranno liberi di votare per chi vogliono a differenza dei normali delegati eletti nel corso delle Primarie, che dovranno assegnare la loro preferenza ai propri candidati d’appartenenza. Secondo Sanders i Superdelegati “negli Stati in cui nessuno dei due candidati ha vinto in maniera larga dovrebbero riflettere seriamente su se devono esprimere il loro voto in linea con i desideri della gente nei loro Stati”. Un corteggiamento a tutti gli effetti quello di Sanders, che spera così di riaprire una partita che molti analisti politici considerano già chiusa.

Ripartono per l’ennesima sfida le primarie Usa 2016 con il voto che oggi va in Indiana, uno degli stati più importanti in vista del risultato finale: tra Repubblicani e Democratici le situazioni sono come al solito diverse. Se da un lato Obama sta preparando il suo “lascito” interno al partito proprio a Hillary Clinton, per la verità mai troppo amata dal due volete presidente americano; Sanders sembra proiettato ad un’altra battaglia contro mulini a vento, dato che la Clinton a meno di cataclismi dovrebbe ottenere il voto anche qui per le primarie in Indiana. I sondaggi la danno in vantaggio per 50% contro il 43,2%, dati di RealClearPolitics (Rcp), mentre sul fronte Repubblicani Donald Trump è al 41,6% contro il 33,8% di Ted Cruz: ecco, proprio nel mondo repubblicano la partita si fa molto interessante per lo stato di Indiana. Dopo le primarie a New York, la corsa per la candidatura alle presidenziali si fa più vicina per il miliardario odiato dal GOP: «Se vinciamo in Indiana è fatta, ok? Fatta. E ce la faremo. Non dovrei dirlo, per evitare di farvi perdere l’incentivo di andare a votare, ma ce la faremo di sicuro. E i miei rivali a quel punto si ritireranno e ci potremo concentrare su quella disonesta di Hillary». Che ne dite, abbastanza chiaro il tycoon repubblicano? Qui in Indiana è la prima volta che verrò sperimentata il recente “accordo” di non belligeranza tra gli altri due sfidanti che dividono ancora Trump dalla sedia di candidato ufficiale per i Repubblicani. Kasich non ha fatto campagna elettorale in Indiana, dove Ted Cruz ha più possibilità di ottenere voti, e la stessa cosa farà il senatore ispanico in New Mexico e Oregon della prossima settimana. I due non hanno esplicitamente dato indicazioni di votare l’altro, ma analisti e osservatori concordano che questo sia il messaggio implicito che i due hanno lanciato prima del voto di oggi. Riusciranno nell’intento di frenare la corsa ai delegati di Trump?