A una prima lettura il fatto che riportiamo può essere inteso come un caso di eutanasia, reso ancor più drammatico dal fatto che il soggetto in questione era una bambina di 5 anni. Non è facile appurare cosa ci sia dietro esattamente questa storia, ma colpisce e vale la pena raccontarla. Julianna Snow, una bambina americana di 5 anni, era nata con una malattia neuromuscolare degenerativa e incurabile che le era stata diagnosticata quando aveva 2 anni. All’età di 4 anni aveva perso l’uso di gambe e braccia, faticava a masticare e digerire il cibo tanto che le venne impiantato un tubicino nello stomaco per nutrirsi. Anche la respirazione era sempre più difficile. In questa situazione il suo cervello continuava a funzionare perfettamente. Ma qualunque tipo di infezione avrebbe potuto provocarne la morte tanto da entrare e uscire continuamente dagli ospedali. A questo punto i dottori hanno chiesto ai genitori che cosa volevano fare, sapendo che un nuovo ricovero in ospedale avrebbe potuto significare la morte della piccola attraverso grandi sofferenze per il tipo di cure e comunque non aveva grandi possibilità di sopravvivere. In un certo modo, si trattava di capire in che modo lasciar morire la bambina: in ospedale o a casa? E’ stato così che la mamma ha chiesto a Julianne: “Se ti ammali di nuovo, dove vuoi andare, in ospedale o restare a casa?”. La piccola ha risposto all’ospedale no. “Anche se questo significasse che andrai in Cielo se rimani a casa?” Sì, ha risposto. “E sai che mamma e papà non verranno con te? Che rimarrai sola?”. “La risposta di Julianne: “Non preoccuparti, insieme a me ci sarà Dio a prendersi cura di me. Lui è nel mio cuore”.
Julianne dopo un nuovo attacco respiratorio è morta. Alla Cnn la mamma ha detto: “Sono sconvolta ma anche grata. Mi sento la persona più fortunata del mondo perché in qualche modo Dio si è fidato di me dandomi questa bambina gloriosa con cui abbiamo vissuto quasi per sei anni”.