Ancora 24 ore al referendum britannico per decidere se rimanere o uscire dall’Unione Europea. L’uccisione della parlamentare laburista pro-Europa, Jo Cox, ha suscitato commozione negli ultimi giorni prima del voto. Sia il premier conservatore David Cameron sia il leader laburista Jeremy Corbyn hanno reso omaggio alla deputata laburista uccisa. Segno di una polemica pre-referendum sempre più aspra, il fronte euroscettico è giunto ad accusare Cameron di strumentalizzare la morte di Jo Cox per fini elettorali. Intanto la partita è ancora aperta, e gli ultimi sondaggi parlano di un leggero prevalere di quanti intendono rimanere nell’Unione Europea. Per Phillip Blond, teologo anglicano e direttore del think-thank Respublica, “nonostante il progetto europeo contenga numerosi errori e abbia un disperato bisogno di riforme, le alternative sono ancora peggiori. Il Regno Unito deve quindi rimanere dalla parte dell’Europa con il compito di riformarla”.



Lei è favorevole o meno a un’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea?

Voglio fortemente che il Regno Unito rimanga nell’Ue, innanzitutto perché io credo nell’idea di Occidente, nel ruolo culturale ed economico dell’Europa, nei valori provenienti da Grecia, giudaismo, cristianità e Roma, e sono convinto che l’insieme di questi valori sia una peculiarità soltanto all’Europa. Ci sono molte cose sbagliate nell’Europa, a partire dal progetto della moneta unica che è stata un disastro soprattutto per Paesi come l’Italia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia. L’attuale Europa inoltre è dominata dalla Germania, e questo è sbagliato proprio come il fatto che si sia impedito l’ingresso alla Turchia, che è il secondo Paese europeo più popoloso dopo la stessa Germania.



Allora perché secondo lei vale la pena rimanere comunque nell’Ue?

Nonostante il progetto europeo contenga numerosi errori e abbia un disperato bisogno di riforme, le alternative sono ancora peggiori e includono un ritorno al razzismo, al fascismo, al settarismo di ogni sorta. Per tutti questi motivi ritengo che il Regno Unito debba rimanere dalla parte dell’Europa, con il compito di riformarla.

Come è cambiata l’opinione pubblica britannica dopo l’uccisione di Jo Cox?

Il tragico omicidio di Jo Cox è ancora al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica. Una minoranza dei sostenitori della Brexit si appella idealmente al nazionalismo britannico, e l’uccisione di Jo Cox ha messo sotto gli occhi di tutti che cosa può significare e come può apparire questo nazionalismo. In questo dibattito alcuni sostenitori della Brexit, l’ex sindaco di Londra Boris Johnson, e il leader dell’Ukip, Nigel Farage, sono stati accusati di razzismo. Personalmente ritengo comunque terribile che un delitto come l’uccisione di Jo Cox sia avvenuto nel mio Paese.



Lei ritiene che da un punto di vista economico una Brexit sarebbe positiva o negativa per il Regno Unito?

Ritengo che neanche il più ideologico degli economisti potrebbe affermare che il Regno Unito beneficerà dal fatto di uscire dall’Unione Europea. I costi economici legati al fatto di lasciare l’Ue oscillano tra il 2 e il 6% del Pil britannico. Il fatto che sia del 2 o del 6% dipende dal fatto che l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue avvenga in modo più soft o più brusco. Alcune persone ritengono che dopo l’uscita, il Regno Unito sarebbe in grado di aumentare i suoi commerci globali con i Paesi extra Ue. Questo però non è necessariamente vero.

 

Quali aspirazioni o paure animano i sostenitori della Brexit?

Il principale problema che anima quanti vogliono uscire dall’Ue è l’immigrazione. Per il Regno Unito l’Europa è una fonte massiccia di immigrazione. I britannici ritengono che gli altri Paesi europei dovrebbero essere in grado di controllare le loro frontiere, anche se questo non sempre è così fattibile proprio per l’estensione dei confini europei. I britannici temono inoltre molto i rischi di un’islamizzazione dell’Europa e del Regno Unito in particolare.

 

Il referendum britannico si tiene a soli cinque mesi dalle presidenziali americane. Una nuova amministrazione Usa potrebbe segnare la svolta anche di una nuova Europa?

Questa svolta sicuramente non verrà da Hillary Clinton, che è una politica convenzionale. Trump invece si rivolge principalmente agli elettori bianchi della classe lavoratrice. Ciò cui stiamo assistendo è il fatto che la globalizzazione non funziona più nel portare benefici a tutte le popolazioni. Fare affidamento sulle posizioni estremiste di Trump per sperare in un cambiamento dell’Europa rischia comunque di trasformarsi in una scommessa molto pericolosa.

 

(Pietro Vernizzi)