Un nuovo rapporto proveniente dalla Cina documenta come in quel paese sia ancora diffusa e sistematica l’esportazione di organi umani dai prigionieri e dai condannati a morte per opinioni diverse da quelle del Partito comunista al potere. A rendere noto il rapporto l’ex legislatore canadese David Kilgour, l’avvocato difensore dei diritti umani David Matas e il giornalista Ethan Gutmann. I dati sono stati raccolti da diversi ospedali cinesi e dimostrano una massiccia differenza tra quanto rendono noto i dati ufficiali nel totale dei trapianti effettuati in tutta la nazione. Secondo il Partito comunista infatti il numero di trapianti all’anno sarebbe di 10mila, ma raccogliendo le informazioni di un paio di ospedali quel numero risulta estremamente parziale, dicono i tre. Secondo il loro studio infatti ogni anno sarebbero effettuati dai 60mila ai 100mila trapianti, la differenza starebbe tutta nel numero di prigionieri condannati soprattutto per motivi di coscienza o religiosi i cui corpi vengono usati per espiantarne gli organi. Il governo cinese ha denunciato il rapporto dicendo che si basa su dati completamente falsi e inesistenti. Ma gli accusatori dicono che vengono effettuate migliaia di esecuzioni tenute segrete ai danni delle minoranze islamiche, tibetane, cristiane e del movimento spirituale Falung Gong oggi fuori legge.