Il voto spagnolo sembra chiarire una situazione politica intricata, anche per quanto sta avvenendo in Europa. Dopo sei mesi di assenza di governo, ma soprattutto dopo lo choc della Brexit, a Madrid sembra che sia possibile uscire dalla situazione di impasse in cui il paese si trovava, con nessun governo in Parlamento da sei mesi a questa parte. Questa volta la carica antisistema e populista di Podemos, che si era unita alla sinistra socialista, sembra che sia in ritirata o almeno non abbia più convinto la grande protesta che ha caratterizzato questo periodo della storia spagnola ed europea. In effetti Podemos perde rispetto a dicembre ben un milione di voti. E’ quasi come se la Brexit, con tutto quello che si sta caricando addosso di polemiche, rabbia e contestazione, abbia nuociuto alle forze antieuropeiste e tagliato le ali a Podemos.
Il famoso e quasi previsto “sorpasso” di Podemos nei confronti del Psoe, i socialisti, del leader Pedro Sanchez non si verifica e il Psoe mantiene il secondo posto, non viene affatto sorpassato da Podemos di Pablo Iglesias.
E’ il partito dei liberali di destra Ciudadamos che perde un po’ di voti. Ma tutto l’insieme porta a una conclusione: un governo a questo punto è realizzabile, ipotizzabile, possibile, cercando con un po’ di buon senso di uscire da una situazione che si sta facendo troppo complessa e troppo rischiosa.
In che modo? L’ipotesi che si fa nella notte è che i Popolari, il Pp di Mariano Rajoy, che sono rimasti la prima forza ancora una volta e che hanno guadagnato voti e seggi, pur non raggiungendo una maggioranza con Ciudadamos, possano formare un governo di minoranza con l’appoggio esterno del Psoe, cioè dei socialisti. Questa è una soluzione che alla fine riporterebbe la politica spagnola nell’alveo di una situazione costituzionale più corretta, in linea con la permanenza nell’Unione europea e soprattutto con il confinamento all’opposizione della forza antiststema di Podemos, che oggettivamente delude, in queste elezioni, sia i suoi supporters ma anche gli euroscettici di tutta Europa.
Adesso dovremo aspettare i momenti di passaggio che potrebbero portare alla formazione di questo governo di minoranza, ma da quanto emerge da queste elezioni spagnole e dalle voci che arrivano da Madrid, il risultato dovrebbe costituire almeno un sospiro di sollievo mentre infuria il pandemonio creato dalla Brexit.
Si tratta alla fine anche di una via obbligata, e della presa di coscienza che il voto moderato che arriva dalla Spagna è il primo segnale di stabilizzazione se non di una netta controtendenza rispetto ai risultati che hanno caratterizzato le elezioni di questo ultimo periodo in varie zone d’Europa.
Non mettere in relazione questo risultato spagnolo con la Brexit sarebbe sbagliato. Effettivamente la scelta fatta dagli inglesi e la coda di polemiche che si sta trascinando dietro non deve essere stata comoda per Pabo Iglesias, il leader di Podemos che ha già dichiarato, pur arrivando a meno di due punti dal Psoe, di “aspettarsi un risultato diverso”, che probabilmente vuole dire migliore.



Se si esamina il risultato spagnolo balza evidente che se la maggioranza vuole stabilità, vuole una Europa forse diversa, ma non vuole abbandonare al momento una costruzione che potrebbe essere riformata. Sono evidentemente delle considerazioni fatte a caldo, alla luce di risultati appena usciti dalle urne. Che, nel giro di pochi giorni, ci sia stato un testa-coda nella macchina europea, ma che non si sia usciti dalla carreggiata sembra al momento possibile.
Poi restano sul tappeto tutti i problemi che non sarà facile risolvere: la necessità di un cambiamento delle politiche europee, un necessario avvicinamento tra le classi dirigenti nazionali e sovranazionali alle esigenze dei cittadini. Gli strattoni inglesi forse mettono paura, creano fratture troppo laceranti e momenti di instabilità che mettono paura ai cittadini. Ora è sperabile che la Spagna, dopo il voto, dia un segnale di realizzare un governo anche di minoranza per assicurare il Paese e vi è bisogno che l’Europa non perda l’occasione di fare un passo avanti nel riconquistare una fiducia smarrita da diversi anni, soprattutto dopo la lunga crisi economica. Staremo a vedere quello che accadrà nelle prossime ore e nei prossimi giorni.

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