Da tempo schierato contro le posizioni della Chiesa cattolica, il nuovo presidente filippino Rodrigo Duterte ha annunciato di voler reintrodurre l’obbligo di avere non più di tre figli per ogni famiglia, riaprendo il programma di controllo delle nascite istituito dal suo predecessore Benigno Aquino. Secondo Duterte infatti la principale causa della povertà nel suo paese sarebbe dovuta a una popolazione troppo numerosa. Nel suo programma elettorale era bene in vista la promessa di ridurre la povertà del 25% nel giro di sei anni, ma quasi tutti gli esperti dicono che non è il numero di abitanti il problema della povertà nelle Filippine, ma la corruzione e lo sfruttamento dei lavoratori. Duterte sin da quando era sindaco si è sempre schierato in posizioni anti cattoliche, imputando la povertà e il numero di abitanti alla Chiesa, insultando papa Francesco quando venne nelle Filippine per via del gran numero di persone che andò ad accoglierlo. Tra le sue prese di posizione battute la minaccia di uccidere i criminali senza processo e la battuta di pessimo gusto, quando una missionaria australiana venne stuprata, di non averlo potuto prima fare lui. Per Duarte, la Chiesa cattolica è l’istituzione più corrotta del paese.