E’ il terzo caso in un mese, in Pakistan. Zeenat Rafiq, una ragazza poco più che diciottenne, è stata uccisa e bruciata probabilmente ancora in vita per essersi sposata senza il consenso dei familiari. La madre è stata trovata in casa con il corpo della giovane dalla polizia, chiamata dai vicini che sentivano le urla della ragazza mentre veniva torturata come dimostrano i segni sui suoi resti, ed arrestata. Ma le autorità sono convinte che la donna sia stata aiutata dagli altri figli, uno dei quali è al momento introvabile. E’ infatti provato che i fratelli l’hanno rapita dall’abitazione in cui era andata a vivere con il marito. In queste settimane stessa sorte è successa ad altre due giovani: Maria Sadaqat è stata anche lei bruciata viva per aver rifiutato un matrimonio imposto dai genitori, ed è morta dopo tre giorni di agonia, mentre una minorenne è stata anche lei data alle fiamme per aver nascosto e aiutato a fuggire il fidanzatino, ricercato dai familiari della ragazzina. In tutti questi casi le madri delle vittime hanno ammesso la loro responsabilità per aver ucciso le proprie figlie. Nell’ultimo anno circa 1100 donne sono state uccise in Pakistan per motivi analoghi, ma i casi non resi noti sono sicuramente di più.