L’altra faccia dell’Islanda simpatica, gioiosa, fraterna che abbiamo visto ai campionati di calcio europei. Una faccia che viene fuori dal reportage pubblicato sul sito Christianitytoday. Due iracheni, uno dell’età di 16 anni, si erano rifugiati in una chiesa islandese, la parrocchia luterana di Laugarneskirkja, nella speranza di non essere fermati dalle forze dell’ordine, sul loro conto infatti c’è una sentenza di deportazione dal paese. Come in tutte le chiese, anche quelle islandesi sono considerate luogo di accoglienza e di difesa di chi è in cerca di protezione per i propri diritti umani, e l’intera comunità locale era stretta intorno a loro in canti e preghiere quando la polizia, senza tener conto di alcun rispetto per il luogo, ha fatto irruzione e ha trascinato fuori i due in manette caricandoli brutalmente in auto. Quando una persona ha cercato di far notare che uno aveva solo 16 anni, è stato colpito da un pugno in faccia da parte di uno dei poliziotti. I due adesso, come accade in quasi tutti i casi in Islanda, saranno deportati in Norvegia la quale a sua volta rimanda indietro tutti gli immigrati nel sud dell’Iraq che, secondo le autorità del paese, è una zona sicura e non teatro di attentati e guerra.