Da tempo è stato chiarito che il gruppo Nour al-Din al-Zinki, benché non appartenente all’Isis, sia tra i più radicali e violenti islamisti tra quelli che si ribellano al governo centrale del presidente Assad. Eppure il gruppo è stato sostenuto a lungo – e lo è ancora oggi – dagli Stati Uniti, nell’ottica di quella politica ottusa che voleva far cadere il regime di Assad c onvinta di ristabilire così la pace in Siria. Il gruppo si è reso autore nelle ultime ore di un atroce omicidio, la decapitazione di un ragazzino palestinese di 12 anni, ritenuto un combattente pro governativo. Abdullah Issa invece, come sostengono associazioni umanitarie, erano solo uno dei tanti rifugiati che vivono nell’area governata dai ribelli di Aleppo. Un portavoce del governo americano ha detto che una volta che si saprà la verità sull’episodio, verrà deciso se continuare a sostenere il gruppo di islamisti. Un video è stato diffuso in rete ieri dove si vede il ragazzino terrorizzato accusato di far parte della milizia palestinese Liwa al-Quds che combatte a fianco di Assad, in un secondo video si vede la decapitazione del bambino.