A vedere la foto di quel ragazzino che dimostra al massimo 13 anni, un bel visetto, un sorriso molto dolce, non si può credere che sia la stessa persona che ha sgozzato senza pietà un anziano sacerdote. Ma a 19 anni Adel Kermiche, nato in Francia, di famiglia algerina, aveva già un bel curriculum criminale sulle spalle. Per due volte aveva tentato di raggiungere la Siria per unirsi alle milizie islamiste, arrestato prima in Svizzera e poi in Francia se l’era cavata con circa un anno di carcere e poi la libertà vigilata. Un inutile braccialetto elettronico per segnalarne (a chi?) gli spostamenti, permesso di uscire di casa dalle 8 e 30 alle 12 e 30. Di fatto, Adel non ha nemmeno sgarrato alle restrizioni cui era sottoposto: si è recato nella chiesa della mattanza alle 9, ha ucciso il prete poco dopo, dunque tutto negli orari stabiliti dalla legge. Inutile dire che come a Nizza dove non c’era neanche una macchina dei vigili a sorvegliare la festa nazionale, anche qui la giustizia francese si è dimostrata ridicolmente incompetente. Una persona che ha manifestato il desiderio di fare il guerrigliero e il terrorista, come si fa a lasciarlo libero di uscire di casa quattro ore al giorno? Per Hollande anche dopo quello che è successo, è stato giusto così: “Restringere la nostra libertà non renderà la lotta al terrorismo maggiormente efficace”. I risultati, dal giorno della strage di Charlie Hebdo ad oggi sembrano dare torto su tutti i fronti al presidente francese. Anche il presidente del concilio islamico per l’Alta Normandia si domanda come una persona che ha un braccialetto elettronico possa condurre un attacco simile: dov’era la polizia, si è chiesto Mohammed Karabilia. E’ stata proprio la strage alla redazione del giornale satirico francese a galvanizzare e cambiare per sempre la vita di ragazzino, che prima di allora aveva ben altri interessi: impazziva per il cartone animato dei Simpson e amava la cantante americana Rihanna. Poi, da quel gennaio 2015, la sua vita cambia. Comincia a frequentare assiduamente la moschea locale, agli amici risponde citando versetti a memoria del Corano, alla madre dice che in Francia la religione non si può vivere in modo pacifico: “Usava parole che non erano sue, era evidente che era stato indottrinato”.



“Voi cristiani ci state massacrando”, ha detto a una delle suore che erano in quella chiesa ieri mattina. Ma alla moschea locale dicono che non si radicalizza nessuno, e si può credergli. Basta internet per diventare da ragazzino che guardava i Simpons a sgozzatore di anziani preti. Kermiche poi aveva conosciuto personalmente Maxime Hauchard, che da cattolico praticante era diventato musulmano ed era andato in Siria a combattere con l’Isis. Ci sono alcuni video che lo mostrano tagliare la testa di ostaggi americani. Da cattolico a tagliatore di teste islamico, perché allora meravigliarsi se un 18enne islamico sgozza un prete? Facciamoci delle domande.



“Non dormirete più sonni tranquilli” ha lasciato detto in un video messaggio trovato nel suo cellulare. “E’ vero, c’è da aver paura anche a passare accanto a una chiesa adesso, figuriamoci a entrarci. Poi la paura passa quando si legge come è morto padre Jacques: gli hanno ordinato di inginocchiarsi mentre loro recitavano un sermone arabo, qualche verso del Corano, ma lui si è rifiutato di farlo. E’ morto in piedi, non si è inginocchiato all’ideologia dell’orrore e del terrore.Questa è l’immagine da tenere in mente: un vecchio che muore in piedi, con l’orgoglio e la fede che solo l’amore per la Verità possono dare. Che esempio. Fra mille anni ci si ricorderà ancora di padre Jacques Hamel, non del ragazzino che amava i Simpsons.



(Paolo Vites)