Quando abbiamo iniziato a tenervi compagnia con questa rubrica quotidiana dedicata alle Elezioni Usa 2016 vi avevamo messo in guardia. Eravate state avvertiti che questa sarebbe stata la campagna elettorale più pazza della storia. Anche noi però dobbiamo fare ammenda: perché mai avremmo pensato di ritrovarci a scrivere che il candidato alla Casa Bianca dei Repubblicani avrebbe invitato i suoi elettori ad uccidere la candidata dei Democratici. Credete di avere letto male? No, è successo davvero. Donald Trump non ha pronunciato precisamente la frase “Uccidete Hillary Clinton”, ma c’è andato molto vicino, scatenando una serie di polemiche che siamo certi lo accompagneranno fino alle presidenziali del prossimo 8 novembre. Ora però facciamo un passo indietro per capire come sono andate veramente le cose. Come riporta il New York Times, Trump un paio di giorni fa si trovava a Wilmington, North Carolina, dove stava svolgendo uno dei tanti comizi che caratterizzano il tour elettorale dei candidati alla Casa Bianca in giro per il Paese. Tra un attacco e l’altro alla Clinton, Trump si era ritrovato a parlare della possibilità che Hillary, in caso di vittoria, scegliesse i giudici della Corte Suprema più in linea con le sue posizioni e facesse in modo di aumentare la severità dei controlli sull’acquisto delle armi. Piccola parentesi: per come è abituata a ragionare la maggior parte degli italiani, è parere condiviso che fare in modo che non tutti abbiano libero accesso alle armi sia un modo di operare assennato. In America non è così: uno dei cavalli di battaglia dei Repubblicani è proprio la libertà di acquistare armi da fuoco per difesa personale. La Nra (National Rifle Association), una delle lobby americane più potenti, contraria ad ogni tipo di restrizione sulla circolazione delle armi, non a caso è anche tra le maggiori finanziatrici del partito Repubblicano. Va da sé che la Clinton si fa portavoce di uno schieramento più moderato su questo tema: così come gran parte dei Democratici, Hillary intende innanzitutto aumentare i controlli su chi acquista armi, magari per verificare che chi vuole comprarle non abbia dei problemi psichici o dei precedenti penali, e in secondo luogo vorrebbe riformarne dal principio la modalità di acquisto, un po’ come successo in Australia tempo fa. Adesso torniamo alla cronaca. Trump, rivolto ai suoi elettori, è stato molto chiaro nel rappresentare i “rischi” di una vittoria di Hillary:”Se arriva a scegliere i suoi giudici, non c’è niente da fare gente”. Quest’affermazione ha scatenato i fischi immediati del pubblico, interrotti dalla frase incendiaria di Trump:”Anche se le persone del Secondo Emendamento forse potrebbero…Non lo so”. Vi state chiedendo cosa recita il Secondo Emendamento? Ecco la traduzione letterale: Essendo necessaria, alla sicurezza di uno Stato libero, una milizia ben regolamentata, non potrà essere infranto il diritto dei cittadini di detenere e portare armi. Questo significa che Trump ha fatto appello alla gente del Secondo Emendamento, ai possessori di armi da fuoco, per fermare Hillary Clinton. E si può riascoltare, rileggere, reinterpretare migliaia di volte questa frase: ma se chiami in causa il popolo delle armi da fuoco dicendogli che solo loro potrebbero fermare la tua rivale lo fai per chiedergli di assassinarla.



Com’è ovvio che sia, una frase come questa, capace potenzialmente di decidere le Elezioni Usa 2016, non poteva passare inosservata. Sebbene Hillary Clinton per il momento abbia deciso di stare alla larga dalla questione (consapevole del fatto che Trump fa già abbastanza guai da solo), a commentare la frase del tycoon newyorchese è stato Robby Mook, direttore della campagna elettorale della democratica, che in una nota ha dichiarato:”È semplice. Quello che Trump sta dicendo è pericoloso. Una persona che sta cercando di diventare Presidente degli Stati Uniti d’America non dovrebbe istigare alla violenza in nessun modo”. A sua volta, compresa la gravità delle dichiarazioni di Trump, lo staff di The Donald ha tentato di mettere una pezza su un caso che scandirà senza dubbio le prossime tappe della campagna elettorale. In un comunicato sicuramente fantasioso, il portavoce di Trump, Jason Miller, ha provato a convincere stampa ed elettori che il suo capo era stato frainteso e che il suo riferimento alle persone del Secondo Emendamento era ovviamente alla forza elettorale di questa aggregazione:”Le persone del Secondo Emendamento possiedono un grande spirito e sono estremamente unite, il ché dona loro una grande forza politica. E quest’anno loro andranno a votare in numeri da record: ma non sarà per Hillary Clinton, sarà per Donald Trump”. Il tentativo del team di Trump di catalogare la questione come un fraintendimento è fallito miseramente, com’era lecito attendersi. Come riportato dal giornalista del New York Times, John Harwood, l’ex direttore della Cia Michael Hayden (firmatario qualche giorno fa di una lettera stilata da 50 esperti di sicurezza repubblicani che definiscono Trump un “incosciente”), rispetto alle parole del tycoon sulla Clinton, ha confidato:”Se qualcuno nella stanza accanto avesse pronunciato queste parole adesso si troverebbe in un convoglio della polizia ad essere interrogato dai Servizi Segreti”. Qualcosa di molto simile è stato detto da Mark Halperin, giornalista per Bloomberg, che su Twitter ha commentato:”Che i servizi segreti americani indaghino su queste parole in maniera formale o meno, potete essere sicuri che non sono felici di quello che ha detto Trump”. Il richiamo allo United States Secret Service viene automatico dal momento che l’agenzia federale statunitense è chiamata a vigilare non soltanto sulla sicurezza del Presidente e dei capi di stato stranieri in visita negli Usa ma anche dei candidati alla Casa Bianca nei 120 giorni che precedono le Elezioni. Ecco perché le parole di Trump costituiscono probabilmente un pericolo maggiore per sé stesso che per Hillary. A nostro avviso sarà bene monitorare i sondaggi, analizzando le intenzioni di voto prima e dopo il comizio di Wilmington. Dal punto di vista politico le frasi di Trump potrebbe costituire realmente la sua fine in vista delle Elezioni Usa 2016. Chiedendo di uccidere Hillary, Donald Trump potrebbe avere firmato la sua condanna a morte: come candidato alla Casa Bianca, si intende…
(Dario D’Angelo)

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