L’esito delle Elezioni Usa 2016 stabilirà anche chi, tra Donald Trump e Hillary Clinton, diventerà il nuovo comandante in capo delle forze armate statunitensi. Sebbene una vittoria del candidato Repubblicano risulti al momento molto difficile, sono in tanti, fra Democratici e non, a preoccuparsi di ciò che potrebbe accadere se The Donald fosse l’uomo designato a custodire i codici nucleari, i cosiddetti “gold codes”, che offrono al Presidente degli Stati Uniti l’opportunità di sganciare in qualsiasi momento dei missili su un Paese nemico. Per chi non lo sapesse il Presidente Usa, dai tempi di John Fitzgerald Kennedy, viene accompagnato da una valigetta nera, denominata “Nuclear Football”, che viene trasportata da un militare armato legato ad essa a volte anche fisicamente. Il primo a svelare il contenuto della famosa valigetta nera, confermando che le varie voci sulla sua esistenza non facevano parte della vasta letteratura legata alle teorie del complotto, fu nel 1980 Bill Gulley, all’epoca direttore dell’ufficio militare della Casa Bianca. Dalla sua descrizione emerse che la valigetta contiene 4 oggetti: un libro nero composto da 75 pagine aventi le dimensioni di una lettera, su cui sono riportate in rosso le istruzioni per ordinare un attacco nucleare; un secondo libro nero sul quale è possibile leggere una lista di luoghi sicuri dove trasferire il presidente in caso di pericolo; una cartella riportante le istruzioni per attivare il sistema radiotelevisivo d’emergenza e una tessera personale chiamata “biscotto”, dal quale il Presidente non deve mai separarsi (Bill Clinton una volta la perse, ma questa è un’altra storia) che serve ad attivare il lancio dei missili. La prospettiva che a decidere le sorti del Pianeta possa essere Donald Trump, però, ha messo in allarme qualche parlamentare. Basti pensare che il democratico Ted Lieu, membro della Camera dei Rappresentanti americana, ha proposto al Congresso una legge che modifichi le attuali procedure sul lancio dei missili.



Come riferisce Wired infatti, se oggi il Presidente Usa volesse sganciare l’atomica sulla Russia dovrebbe prima consultarsi con il segretario della Difesa, il cui parere però non sarebbe vincolante. La proposta di Lieu è che l’approvazione sia data invece dal Congresso ma, considerando l’urgenza dalla quale una decisione di questa portata dovrebbe derivare, non sembra plausibile che il Parlamento riunisca di fretta tutti i suoi eletti per confrontarsi su un tema tanto spigoloso. Anche Hillary Clinton negli ultimi tempi ha sottolineato più volte che Donald Trump non ha il profilo adatto per fare il commander in chief di un paese come gli Stati Uniti, ribadendo che ad una persona dall’indole imprevedibile come lui non dovrebbe essere consentito di maneggiare la famosa valigetta nera. In un recente spot realizzato dallo staff di Hillary vengono raccolti diversi punti di vista in materia; tra questi fanno riflettere in particolare le parole di Gillian Turner, una collaboratrice che ha lavorato nel Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca sotto George W. Bush e Barack Obama, secondo cui Trump si sarebbe detto pronto a usare le testate nucleari sugli alleati dell’Europa Occidentale. Per chiarire, tra gli “alleati dell’Europa Occidentale” c’è anche l’Italia. Ma quest’affermazione è del tutto vera o Hillary Clinton e lo staff della sua campagna elettorale stanno cercando di giocare con la paura degli elettori? A cercare di stabilire la verità è stato il portale vincitore del Pulitzer, “Politifact”. La frase “incriminata” risalirebbe ad un’intervista rilasciata da Trump alla MSNBC lo scorso marzo. Trump, interrogato da Chris Matthews sull’opportunità di usare l’atomica, inizialmente sostiene di essere l’ultima persona al mondo che prenderebbe una scelta del genere. Incalzato dal giornalista, che gli chiede se si sente di dire ai paesi del Medio Oriente che non userà mai armi nucleari, Trump però non arretra di un millimetro nel dire che non intende mai togliere le proprie carte dal tavolo. Un modo per dire che non esclude di poterla usare, anche se non vorrebbe farlo. Quando Matthews gli chiede se almeno può escludere di utilizzarla in Europa, la risposta è la stessa: “Non tolgo mai le mie carte dal tavolo”. In un’altra occasione, intervistato questa volta da Eric Bolling per “The O’Reilly Factor”, Trump ha anche detto che l’arsenale nucleare americano versa in cattive condizioni, che manca della giusta manutenzione, che l’Europa è un gran bel posto e che il pensiero di usare le testate nucleari per lui è semplicemente “orribile” ma, nuovamente, non si è privato dell’opportunità di scelta: The Donald non toglie le sue carte dal tavolo.



Chi è che mente allora? Hillary, Trump o magari entrambi? Intanto Daryl Kimball, direttore esecutivo dell’Associazione Controllo Armi, ha detto che le testate nucleari americane sono in un ottimo stato di salute, rimarcando che il fatto che lo siano continuerà a rappresentare un deterrente per i nemici degli Usa e un elemento rassicurante per i suoi alleati, senza bisogno che queste vengano utilizzate per forza. Anche Jim Walsh, un esperto di sicurezza internazionale del Massachusetts Institute of Technology, ha dichiarato che al momento non c’è nulla che possa suggerire che Trump da presidente utilizzerà armi nucleari contro altri Paesi. Secondo Walsh, che non è certamente un sostenitore di Trump, è ovvio che se la Russia invadesse un paese europeo, compito degli Usa, facendo parte della Nato, sarebbe quello di accorrere in suo aiuto e se necessario di utilizzare testate nucleari. Lo spot autorizzato da Hillary Clinton, secondo cui Trump avrebbe minacciato di usare missili nucleari, deve essere dunque catalogata come falsa. E per quanto il commento catastrofico di Trump sullo stato di salute dell’arsenale nucleare americano non sia in linea con la realtà, va dato atto al tycoon di essere stato almeno in un’occasione molto “presidenziale”, rispettando almeno a parole la cosiddetta dottrina Usa, che non esclude l’utilizzo di armi nucleari a protezione dei suoi alleati. Poi qualcuno preferirà comunque affidarsi alla più lineare Hillary Clinton, in tanti sceglieranno di evitare di mettere alla prova il giudizio di The Donald, ma che sia chiaro: in queste Elezioni Usa 2016 c’è il bianco e il nero, ma non ci sono angeli e demoni. Clinton sapeva di toccare un nervo scoperto degli americani autorizzando quello spot, sperava di spaventarli lasciandogli credere che Trump avrebbe dato vita ad una guerra nucleare. La speranza è che l’eco delle bombe si estingua un secondo dopo la fine di questa campagna elettorale. (Dario D’Angelo)

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