Continua il nostro viaggio nelle Elezioni Usa 2016 che a novembre vedranno uno contro l’altro il Repubblicano Donald Trump e la Democratica Hillary Clinton. I due candidati hanno conquistato il diritto di correre per la Casa Bianca grazie al successo nelle Primarie, ma ad assegnare ufficialmente la cosiddetta “nomination” sono stati i delegati e i superdelegati durante le “convention” finale del partito. Una sorta di “congresso”, per trovare un esempio nella politica italiana, molto meno noioso però e pieno di “effetti speciali”. Ad aprire le danze, poiché all’opposizione, è stato il Partito Repubblicano, che ha svolto la sua convention in quel di Cleveland dal 18 al 21 luglio. Vediamo com’è andata! Il primo giorno della Convention Repubblicana a Cleveland è stato caratterizzato principalmente da Melania Trump. C’era molta curiosità riguardo al discorso che avrebbe pronunciato la terza moglie del candidato Repubblicano e va detto che ad un primo ascolto tutto era sembrato filare liscio. L’aspirante first lady aveva parlato del suo sogno americano, da immigrata a moglie di uno degli uomini più influenti della Terra, ed era anche riuscita a rendere più umana la figura di “The Donald”, definendolo un marito e un padre amorevole. Peccato però che a pochi minuti dalla conclusione del suo intervento qualcuno si sia accorto che il discorso di Melania era copiato in gran parte da uno pronunciato nel 2008 da Michelle Obama, la moglie del presidente Usa (e Democratico!) Barack Obama. Non un plagio qualsiasi insomma: mentre Melania sosteneva che “da molto giovane i miei genitori mi hanno inculcato i valori che lavorare duro per avere ciò che vuoi nella vita, che la tua parola è sacra e bisogna rispettare le promesse e trattare la gente con rispetto”, Michelle 8 anni fa affermava:”Barack e io siamo stati educati con valori molto simili: lavorare duro per ciò che vuoi nella vita, il fatto che la tua parola è sacra e che bisogna rispettare le promesse, trattare la gente con dignità e rispetto”. Notate qualche somiglianza? Alla fine, dopo una serie di tentativi molto goffi di smentire il plagio, come riporta Il Post, ad assumersi la responsabilità dell’errore è stata Meredith McIver, una scrittrice che collabora spesso con la famiglia Trump e che tramite una lettera apparsa sul sito del tycoon ha spiegato che nella stesura del testo letto da Melania alla convention si era cercata l’ispirazione da alcuni discorsi del passato e tra questi vi era proprio quello di Michelle Obama:”Al telefono, mi ha letto qualche passaggio del discorso di Michelle Obama per farmi degli esempi. Me li sono appuntati e in seguito ho incluso gli appunti nella bozza finale del discorso. Non ho controllato i discorsi di Obama. Questo è stato il mio errore, e mi dispiace molto per il caos che questo ha comportato per Melania e per la famiglia Trump, così come per Michelle Obama. Non intendevo fare del male a nessuno”. La McIver successivamente ha presentato a Donald Trump le sue dimissioni, ma il candidato Repubblicano le ha respinte.
Il secondo giorno della Convention dei Repubblicani in vista delle Elezioni Usa 2016 è quello che ha reso Donald Trump, ufficialmente il candidato dei Repubblicani alle Elezioni Usa 2016. Il voto espresso da delegati e superdelegati è stato inequivocabile e neanche il tentativo di alcuni dissidenti di chiedere che i superdelegati fossero smarcati dal dovere di votare per il candidato presidente vincente nel loro Stato ha impedito l’attribuzione della nomination a The Donald. Tra i discorsi più appassionanti della serata vi è stato senza dubbio quello di Chris Christie, governatore del New Jersey con un passato da pubblico ministero, che dinanzi alla platea di Cleveland ha inscenato un vero e proprio processo a Hillary Clinton, rimarcando nella sua arringa tutti gli errori della Democratica e chiedendo di volta in volta ai Repubblicani presenti nell’auditorium:”Guilty or not guilty?”, tradotto “Colpevole o innocente?”. La risposta degli elettori del Gop non si è fatta attendere:”Lock her up”, “Mettetela in galera”. Il terzo giorno della convention di Cleveland era molto atteso soprattutto per l’intervento annunciato di Ted Cruz, un esponente del Partito Repubblicano scontratosi molto duramente con Trump durante le Primarie Usa. Una volta salito sul palco, Cruz ha detto di essersi “congratulato” con Trump per la nomination, ma subito dopo il suo discorso ha praticamente ignorato il magnate newyorchese. Cruz ha parlato dei difetti di Hillary, ha elencato alcuni dei principi che uniscono i Repubblicani, ma nel momento decisivo, quello in cui avrebbe dovuto dire, anche se a denti stretti, “Votate Donald Trump”, non ce l’ha fatta. Ted Cruz ha consigliato di “votare secondo coscienza”: un modo non troppo velato per dire che votare Trump o Hillary non rappresenta un’opzione e che è il caso di concentrarsi soltanto sui Repubblicani candidati al Congresso. La platea di Cleveland non ha apprezzato il colpo basso di Cruz, che da quel momento fino alla fine del suo intervento è stato ricoperto di fischi.
Donald Trump sarà uno dei due protagonisti delle Elezioni Usa 2016: ha preso la parola nell’ultimo giorno della Convention Repubblicana. Il suo è stato un discorso meglio strutturato rispetto ad altri del passato e il messaggio principale è stato che l’America si avvia verso il baratro, senza di lui. Trump ha elencato tutti i problemi degli Usa, dalla criminalità all’immigrazione, da una politica estera incerta ad un’economia che non decolla. Il magnate ha promesso di risolvere tutti questi problemi instaurando un governo di “law and order”, legge e ordine. Ha spiegato di voler ridurre le tasse senza aumentare il debito pubblico, ha promesso di sconfiggere l’Isis, di eliminare l’Obamacare (la riforma sanitaria voluta fortemente da Obama) e ha detto di voler mettere al primo posto l'”americanismo” piuttosto che il “globalismo”. Come riportato da Il Post, tra le battute finali del suo intervento ce n’è stata una molto incisiva:”La mia avversaria chiede ai suoi sostenitori di recitare una promessa di lealtà: “I’m with her”. Io ho scelto di recitare una promessa diversa. “I’m with you”. Io sono la vostra voce. A ogni genitore che ha sogni per il futuro del suo bambino, a ogni bambino che ha sogni per il suo futuro, io vi dico questo stasera: sono con voi, combatterò per voi, vincerò per voi”. (Dario D’Angelo)