Che il leggendario attore e regista Clint Eastwood, 85 anni, fosse un repubblicano convinto non è una novità, nel 2012 prese parte alla convention repubblicana attaccando direttamente Obama. Ha sempre espresso senza paura la sua appartenenza all’America conservatrice, un’America di valori che oggi sono ormai scomparsi. Si è però sempre dichiarato un indipendente e anche questa volta rifiuta di farsi dire che appoggia Donald Trump: “il mio non è un endorsement, non appoggio nessun candidato né ho parlato con Trump” ha detto in una intervista alla rivista Esquire che gli ha dedicato la copertina. Il fatto, dice ancora, è che siamo stanchi del “politicamente corretto”: “questo non si può dire, questo non si può fare, tutto è proibito. Altrimenti piovono accuse di razzismo”. E’ una generazione “pussy”, definisce quella attuale (fighette, ndr), che “ha paura di dire le cose vere e ci sommerge di politicamente corretto”. Donald Trump?  “E’ uno che dice quello che gli passa in testa, e spesso non si tratta di concetti così buoni. Capisco da dove arrivano, ma non sono sempre d’accordo con lui”. Eastwood sta lavorando al suo 34esimo film come regista. Sully, con protagonista Tom Hanks.



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