Durante le feste, che pareva dovessero trascorrere nella più assoluta tranquillità, specie dopo lo scampato pericolo di un anniversario del tragico 2001 di fuoco (scoperto ed evitato all’ultimo momento un tentativo di sommossa organizzata da quadri della Polizia Federale, Movimenti extraparlamentari e narcotrafficanti), il Governo Macri ha sorpreso tutti allontanando dai rispettivi incarichi due dei suoi personaggi di punta: la presidente dell’Aerolineas Argentinas Isela Costantini e il ministro delle Finanze Alfonso Prat-Gay. La cosa che unisce queste due figure è che, nei rispettivi ambiti, nell’arco di un anno, hanno realizzato quelli che possono considerarsi dei veri e propri miracoli.
Costantini, ex ad di General Motors, assume la presidenza della compagnia aerea argentina che, dopo due fallimentari privatizzazioni, nel 2009 si decide di ristatalizzare, con l’immissione di capitali giganteschi utilizzati in parte per la rifondazione, ma in gran parte atti a costruire un moloch frutto di una corruzione che la utilizza per operazioni illecite, come la fornitura di 22 aerei da parte della brasiliana Embraer pagati più del doppio del loro valore o servizi inerenti al volo forniti con tariffe fuori controllo. Il tutto condito da assunzioni comandate politicamente dal gruppo ultrakirchnerista “la Campora”. Aerolineas è costata alla Stato circa 6000 milioni di dollari con perdite giornaliere di due. Cosa che ricorda qualcosa di molto simile a quanto accaduto in Alitalia. Per questo la missione di Isela appariva ardua.
Lei in poco tempo non solo riduce le perdite a meno della metà attraverso un efficientamento dei costi, ma estingue il debito che il vettore aveva con la Boeing ordinando nuovi aerei di ultimissima generazione sviluppando altresì nuove rotte, incrementando i guadagni e con prestazioni invidiabili, quali ad esempio la migliore puntualità del continente latinoamericano. E questo senza licenziare né tagliare gli stipendi ai dipendenti, ristabilendo relazioni costruttive con le ultracombattive organizzazioni sindacali. Ma il programma di Macri, in nome dello sviluppo dell’economia, vuole favorire l’ingresso non solo delle low cost, ma anche dell’aerolinea colombiana Avianca, che potrebbe operare a condizioni di favore nel mercato argentino. Cosa che ovviamente Costantini non può accettare e per questo chiede al Presidente di poter posticipare questo piano di un anno e mezzo, onde poter rafforzare Aerolineas, ricevendone risposta negativa e il successivo licenziamento.
Stessa sorte toccata a Prat-Gay: la sua carriera di ministro delle Finanze è iniziata con la soluzione del problema dei tango-bond con i creditori di mezzo mondo, fatto che sembrava insormontabile dopo 13 anni di situazioni anche paradossali. Ma non solo: immediatamente dopo introduce un cambio reale con il dollaro e successivamente un decreto che premia il rientro dei capitali argentini depositati all’estero. Quest’ultima manovra ha avuto un successo talmente grande che i suoi proventi sono serviti per poter attualizzare le pensioni ai livelli di vita attuali, altro smacco per il precedente Governo kirchnerista che, nonostante il populismo a buon mercato, le aveva mantenute senza attualizzarle.
Ma queste performance non sono state sufficienti a evitare non solo un’inflazione del 40%, ma anche la promessa “alluvione” di capitali stranieri e la riattivazione di un’economia, assicurata nel secondo semestre, che appare sempre più difficile. Da qui la decisione di allontanare il pur brillante funzionario per nominare sorprendentemente due suoi fedelissimi: gli economisti Luis Caputo e Nicolas Dujvonne, una manovra che a molti appare gattopardesca perché non modifica la politica di cambi graduali impostata dal Ministro uscente.
Visti i risultati raggiunti si potrebbe chiedere a Prat-Gay e Costantini di collaborare con il Governo italiano e con Alitalia, vista la cronica impotenza nel risolvere la grande recessione che continua a colpire il Paese e la telenovela, purtroppo tragica, che continua ad affliggere dopo quasi dieci anni la ormai ex compagnia di bandiera. Non sarebbe una cattiva idea, visti i risultati miracolosi raggiunti in un solo anno di gestione dai due brillanti amministratori.