La Procura di Roma sta indagando sul rapimento di don Maurizio Pallù: gli inquirenti al momento non escludono nessuna ipotesi, neppure il coinvolgimento del gruppo islamista Boko Haram. E indagano per sequestro di persona a scopo di terrorismo. Al lavoro anche l’Unità di crisi della Farnesina. Fonti del ministero degli Esteri, citate da Repubblica, fanno sapere che è in atto ogni sforzo per accertare i fatti in una cornice di riservatezza. «Per ora non abbiamo buone notizie ma abbiamo fiducia e continuiamo a sperare che a breve don Maurizio venga liberato. Le forze dell’ordine stanno facendo del tutto per rintracciarlo. Tra poco i rapitori dovranno rilasciarlo perché non è facile portare in giro un italiano nel bosco senza essere visti. Anche noi abbiamo mobilitato e impiegato tutte le forze possibili. Dobbiamo continuare a pregare perché prima o poi verrà rilasciato», ha dichiarato il cardinale nigeriano John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, ai microfoni di Tg2000. (agg. di Silvana Palazzo)
MISSIONARIO SEQUESTRATO DOPO UNA RAPINA
Purtroppo non è il primo e rischia di non essere l’ultimo: un prete italiano è stato rapito in Nigeria, forse dopo una rapina, ed è da giovedì scorso che la Farnesina e la stessa missione per la quale stava predicando in Africa non hanno più notizie di Don Maurizio Pallù. Era da tre anni in missione in Nigeria e da quanto si apprende dai lanci della stampa nigeriana, il sacerdote si trovava con altri 4 nei pressi di Benin City quando sarebbe stato colto da un improvviso blitz di un gruppo armato che ha rapinato il gruppo e rapito Don Maurizio. La Procura ha aperto un fascicolo di indagine per terrorismo, anche se potrebbero trattarsi di “comuni” criminali locali che per motivi di soldi potrebbero chiedere anche un riscatto per l’innocente sacerdote appartenente al Cammino neocatecumenale. Don Maurizio è toscano, originario di Firenze, ha 63 anni ed è missionario del Redemptoris Mater di Roma dal 1988 girando ben 11 Paesi nel mondo. Come riporta l’Avvenire, «il prete rapito è stato inviato in Olanda, dove è diventato parroco nella diocesi di Haarlem. Quindi è ripartito per l’Africa, dove è andato a lavorare nell’arcidiocesi di Abuja, in Nigeria. E’ un “presbitero itinerante” della Fondazione Famiglia di Nazareth per l’evangelizzazione itinerante».
NIGERIA, IL PERICOLO PER TANTI PRETI
Come dicevamo purtroppo, la sparizione di Don Maurizio Pallù non è la prima in Africa e non è il primo in Nigeria dove già altri sacerdoti hanno purtroppo vissuto la stessa terribile esperienza. Questa volta il malcapitato prete si trovava a Benin City, capitale dello stato di Edo: proprio qui, 27 settembre è stato sequestrato anche don Lawrence Adorolo, parroco della chiesa di San Benedetto di Okpella. In quel caso, come spiega il Messaggero, Monsignor Gabriel Dunia aveva denunciato il tutto al Vaticano e allo stesso Stato nigeriano: «un atto abominevole, con i rapitori si sono fatti vivi per chiedere un riscatto alla Chiesa». Ma la Chiesa non paga riscatti». La linea tenuta dalla Chiesa missionaria ultimamente è questa, specie in Nigeria dove la Conferenza Episcopale del Paese respinge ogni richiesta di riscatto da parte dei sequestratori di sacerdoti e religiosi. Questo perché in molti casi l’intento non è terroristico di jihad islamica ma di criminali comuni che vogliono ottenere un riscatto dalla Chiesa. Secondo i dati raccolti dall’Agenzia Fides solo quest’anno sono stati rapiti altri tre sacerdoti nel sud della Nigeria: Padre Samuel Okwuidegbe, gesuita; padre Charles Nwachukwu, della diocesi di Okigwe; padre Cyriacus Onunkwo sempre nello Stato di Imo, ma qui il suo corpo era stato trovato il giorno dopo vicino al villaggio di Omuma. Ora è toccato a Don Maurizio Pallù, con la viva speranza che in breve la vicenda si possa risolvere nel meglio dei modi e conservando la sua opera missionaria ed evangelizzatrice per molti anni ancora.