Ha risposto alle domande dei cronisti pochi istanti fa in Lussemburgo il ministro degli Esteri della Spagna, Alfonso Dastis e ha ovviamente commentato la lettera di Puigdemont di questa mattina dalla Catalogna: «Penso sia chiaro che Puigdemnt non ha risposto. Non ha dato la chiarezza che gli era stata chiesta. Credo abbiano prevalso le influenze più radicali». L’accusa mica tanto velata fatta dal diplomatico di Madrid viene lanciata verso la possibile influenza che la CUB catalana, i più indipendentisti a Barcellona, avrebbe esercitato sulla Generalitat. «Ora vediamo come si sviluppa la situazione», spiega ancora Dastis ai colleghi ministri Ue riuniti a Lussemburgo che non intende dare elementi in più per evitare ulteriore caos sul fronte sempre più lontano Barcellona-Madrid. Si limita ad aggiungere rispetto a quanto detto già da Rajoy questa mattina, «quanto avviene è una violazione flagrante dell’ordine costituzionale spagnolo, dello stato di diritto, dei principi democratici base, ma continuiamo a cercare di trovare una soluzione in Parlamento e con un atteggiamento proporzionato, prudente e sereno». (agg. di Niccolò Magnani)



LA RISPOSTA IRRITATA DI RAJOY

Arrivano anche le prime parole del premier spagnolo Mariano Rajoy dopo la “non risposta” di Carles Puigdemont pervenuta questa mattina a Madrid tramite una lettera ufficiale della Generalitat: la richiesta di dialogo non viene accettata e il presidente del Consiglio popolare scrive in una controlettera, «deploro profondamente che il presidente catalano Carles Puigdemont abbia deciso di non rispondere alla richiesta contenuta nell’ultimatum». A questo punto, viene rilanciato ufficialmente un secondo ultimatum, il definitivo (così pare) per giovedì prossimo, sempre alle ore 10,, prima dell’attivazione delle «misure costituzionali», ovvero il famigerato art.155 della Legge spagnola. Al momento la possibilità di negoziati tra Madrid e Barcellona sembrano sempre più improbabili, almeno con questi protagonisti  e con questo clima di gelo tra la Spagna e la Catalogna. (agg. di Niccolò Magnani)



MADRID, “RICHIESTA DI DIALOGO NON VALIDA”

Dopo la non risposta di Puigdemont arriva la prevedibile reazione del governo spagnolo: “non hai dichiarato l’indipendenza ma non hai neanche risposto nel merito”, sembra dire la prima dichiarazione tenuta dal ministro della Giustizia, Rafael Catalá in attesa delle parole ufficiali della VicePresidente del Governo Sáenz de Santamaría a breve in na conferenza stampa ufficiale. «Da Madrid non consideriamo valida la dichiarazione di Barcellona per mancanza di chiarezza», spiega il ministro in attesa di un confronto più nel merito. Di fatto, viene mandato al mittente la richiesta di dialogo e viene dato ancora fino a giovedì quando, se ancora Barcellona non dovesse rispondere, si potrebbe procedere con l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione spagnola, sospendendo l’autonomia catalana. (agg. di Niccolò Magnani)



PUIGDEMONT CHIEDE 2 MESI DI DIALOGO

Manca circa mezz’ora alle ore 10 ma il presidente della Catalogna non ha intenzione di risponde all’ultimatum: in quella che sembra una mossa più che altro “tattica” ed elusiva, Carles Puigdemont manda una lettera ufficiale a Madrid, pubblicata stamane poco prima dell’ultimatum posto da Rajoy sulla “dichiarazione” della dichiarazione d’indipendenza. Il presidente “temporeggiatore” non intende rispondere alla domanda di Rajoy e in una lettera di 4 pagine di fatto non chiarisce la posizione di Barcellona ma chiede di dialogare nei prossimi 2 mesi per trattare l’indipendenza in maniera pacifica. Puigdemont propone «una riunione d’urgenza con Rajoy e quelle istituzioni e personalità internazionali, spagnole e catalane che hanno chiesto di sospendere i risultati del referendum per esplorare la possibilità di negoziare»: non solo, «priorità del mio governo è cercare con tutta la forza necessaria la via del dialogo. La nostra proposta di dialogo è sincera, nonostante tutto quanto è accaduto, ma logicamente è incompatibile con l’attuale clima di crescente repressione e minaccia». E ora, la risposta di Madrid quale sarà? (agg. di Niccolò Magnani)

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ALLE 10 SCADE L’ULTIMATUM DI MADRID

E’ un giorno importante per il futuro della Catalogna. Oggi 16 ottobre 2017 alle ore 10.00 scadrà l’ultimatum lanciato dal governo di Madrid a quello catalano, che dovrà rispondere se abbia o meno proclamato l’indipendenza. Carles Puigdemont, leader catalano, ha proclamato l’indipendenza della regione ma solo per cinquantadue secondi: dopo la proclamazione, infatti, ha deciso di sospenderla per chiedere alla Spagna e all’Unione Europea una mediazione indolore per la secessione. Mariano Rajoy, presidente del governo spagnolo, ha risposto chiedendo la convalida, o meno, della proclamazione. Una richiesta avanzata anche dalla Cup (partito anticapitalista, alleato del ‘President’ Mariano Rajoy): “Vogliamo che lunedì la proclamazione di Puigdemont sia affermata e che sia accompagnata da un atto solenne”, le dichiarazioni della portavoce del partito Nuria Gilbert. Puigdemont dovrà dunque sciogliere le riserve, con il governo di Madrid pronto ad attivare l’articolo 155 della Costituzione spagnola…

LA MINACCIA ARTICOLO 155

La tensione tra il governo di Madrid e la Catalogna è alta, in particolare dopo la richiesta di Mariano Rajoy a Carles Puigdemont, ovvero di fare chiarezza circa l’avvenuta proclamazione di indipendenza. La minaccia per la Generalitat di Barcellone è il famoso articolo 155 della Costituzione, che prevede il commissariamento della Catalogna. Il ricorso all’articolo 155 costituirebbe un precedente storico: mai nella storia il governo di Madrid ha deciso di ricorrervi. E’ una misura di carattere eccezionale che implica il controllo politico delle comunità autonome, come in questo caso la Catalogna, da parte dello stato centrale spagnolo. In caso di sua attivazione, il governo e Mariano Rajoy dovranno inviare una richiesta al presidente della Catalogna, per poi presentare le misure di controllo dell’autonomia al Senato, chiamato ad approvarle. Uno degli aspetti principali di questo articolo è il controllo delle finanze della regione autonoma, oltre che a decidere di sciogliere il Parlamento.

LE PAROLE DI PUIGDEMONT

Il presidente della Catalogna Carles Puigdemont dovrà dunque agire entro le 10.00 di oggi, termine ultimo dell’ultimatum di Madrid. “La pace e la democrazia sono i principi alla base delle decisioni che si devono prendere”, queste le parole rilasciate dal leader catalano nella giornata di ieri. Puigdemont, insieme al resto del governo catalano, ha partecipato al cimitero Montjuic di Barcellona alle commemorazioni per il settantasettesimo anniversario dell’esecuzione del presidente catalano Lluis Companys, arrestato nel 1934 dall’esercito di Madrid dopo aver proclamato la Repubblica catalana. Companys venne condannato, insieme ai suoi ministri, a trenta anni di carcere, per essere poi fucilato dai franchisti nel 1940. Puigdemont non ha anticipato nulla sulla decisione che dovrà prendere oggi, affermando che “dobbiamo rispondere con valori democratici alle imposizioni e alle aggressioni”, come riportato da El Pais.