Resta sempre alta la tensione in Spagna in seguito al referendum per l’indipendenza della Catalogna, soprattutto dopo l’appello dell’Assemblea nazionale catalana. Il gruppo separatista ieri notte ha chiesto ai catalani di ritirare denaro dalle prime cinque banche spagnole, inclusi gli istituti Caixabank e Banco Sabadell, che hanno chiesto lo spostamento della sede legale fuori dalla Catalogna. L’attacco degli indipendentisti arriva dopo gli annunci di molti istituti finanziari e aziende, che hanno espresso l’intenzione di trasferire la sede legale in altre regioni del Paese temendo l’isolamento che scaturirebbe dalla secessione. Stando a quanto riportato da Bloomberg, che ha interpellato i portavoce delle due banche, la situazione per il momento è calma e le attività procedono regolarmente. Nel frattempo, però, la crisi tra Madrid e Barcellona raggiunge un punto di rottura drastico: il governo centrale ha deciso di «procedere con l’articolo 155» della Costituzione, che prevede l’attuazione delle misure straordinarie per la regione. I dettagli applicativi di questo articolo verranno discussi in una riunione del Consiglio dei Ministri. Madrid si era detta disponibile a non procedere in questo modo, se Carles Puigdemont avesse sconfessato l’esito del referendum e indetto nuove elezioni, ma è arrivata una risposta negativa. Il leader catalano ha annunciato di essere pronto a votare formalmente l’indipendenza in caso di stallo del dialogo con il governo centrale.
CRISI CATALOGNA-SPAGNA: MERCATI NERVOSI
L’Unione europea si tiene fuori dalla contesa Madrid-Barcellona: ieri il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha ribadito che «formalmente non c’è spazio per un intervento dell’Ue» in una questione interna al Paese. Intanto resta l’incognita di come l’economia nazionale possa reagire alla crisi catalana, considerando il peso ricoperto da questa regione e i contraccolpi già provocati dalle tensioni con il governo centrale. Stando alle stime della stampa che si è schierata contro la sessione, la Catalogna rischia di perdere banche e aziende che rappresentano il 50% della capitalizzazione di tutte le società registrate nella regione. E infatti, come riportato anche da Il Sole 24 Ore, i mercati stanno seguendo con apprensione le trattative, non a caso ieri Madrid e Milano sono state tra le peggiori piazze d’Europa. Il nervosismo però si è fatto sentire anche a Wall Street. L’Ibex 35, indice che raccogliere gli istituti a maggiore capitalizzazione della Spagna, ha infatti aperto anche oggi in lieve calo.