TERZA GUERRA MONDIALE. I funzionari della difesa americana hanno negato di aver ricevuto l’ordine di mettere in stato di allarme i famosi bombardieri B52 in grado di trasportare ordigni nucleari, un ordine che, se fosse confermato, non veniva dato dalla fine della Guerra fredda. Ma è quello che Donald Trump afferma nei suoi messaggi sui social network, tanto che mille piloti sono stati richiamati al servizio. Per Angelo Aquaro, inviato di Repubblica in Asia, si tratta Sud nei prossimi giorni mentre in Giappone la rielezione del premier Abe rilancia il cambiamento della Costituzione per quanto riguarda l’esercito del Sol Levante, che dopo la fine della seconda guerra mondiale potrebbe tornare a essere uno strumento di offesa e non solo di difesa. “Sono giorni delicatissimi” dice Aquaro “in cui notizie come quella dei B52 e quella del cambio di Costituzione giapponese alzano il livello di tensione”.



Il rieletto premier Abe vuole riportare l’esercito giapponese a essere un’arma offensiva: ci riuscirà? E che cosa significa in tal caso per questa area del mondo già carica di tensione?

Abe è stato rieletto sulla base di una scommessa. Ha voluto le elezioni anticipate approfittando della paura dei giapponesi per l’aumento delle provocazioni di Kim Jong-un. Ha detto chiaramente che non si può più tollerare l’articolo 9 della Costituzione che impone di non usare nessuna forza militare. Anche se per la verità un esercito il Giappone ce l’ha e anche ben attrezzato, ma può solo agire di difesa.



Questo cosa vuol dire?

Vuol dire che ovviamente cambiano le prospettive nell’intera regione.

In che senso?

Intanto bisogna tener conto che il processo per la modifica dell’articolo 9 della Costituzione sarà lungo. Ci vuole la maggioranza di due terzi del parlamento e poi un referendum popolare che approvi la legge. Ma è chiaro che la tensione sale perché il Giappone che si riarma fa paura, è un pericolo per Pechino che non vede bene il ritorno in grande stile di quel militarismo che tanto fece soffrire la Cina durante l’occupazione giapponese. Sono quindi in gioco equilibri delicatissimi. La stessa Sud Corea non vede di buon occhio un Giappone che si riarma: anche la penisola coreana venne infatti occupata da Tokyo. Tutto questo incrementa la preoccupazione in tutta l’area.



La minaccia di mettere in allarme i B52 invece che significato ha? E Kim Jong-un dov’è finito?

In effetti il suo è un silenzio che lascia pensare, anche se con lui non si può mai dire quello che potrebbe succedere. Però sono addirittura 40 giorni che non fa provocazioni, dopo dodici lanci di missili in diciotto mesi, e in più un super test nucleare. Vuol dire che le minacce di Trump hanno funzionato? L’allarme sull’uso dei B52 è ovviamente una dimostrazione di forza, anche se il Pentagono non conferma. Però mentre Trump continua a dire che tutte le opzioni sono pronte, i militari sono costretti a rivedere i loro piani. La notizia della messa in stato di allarme dei bombardieri potrebbe essere un ulteriore avvertimento a Kim Jong-un.

Trump sarà a Pechino e in Sud Corea prossimamente.

La Nord Corea sarà ovviamente al centro delle discussioni, si dice anche che Trump si recherà in visita al confine con la Corea del Nord, nella zona smilitarizzata, una sorta di sfida a Pyongyang. Sono giorni delicatissimi, notizie come quella dei B52 mettono tensione.

Forse Kim Jong-un sta aspettando la fine del congresso del Partito comunista cinese per capire che aria tira?

Questa è la supposizione un po’ di tutti, anche se qui bisognerebbe metterci d’accordo, visto che abbiamo detto in passato che Kim ha provocato la Cina con il lancio dei missili durante il summit sula via della seta poi ha effettuato il test nucleare quando a Xiamen c’era Putin. Questa volta si temeva l’occasione ghiottissima per via del congresso del partito comunista, ma forse anche per Kim sarà sembrato troppo. Il Dragone è pur sempre il vicino non amato ma che ha permesso a Pyongyang di mantenersi in vita dal 1953 a oggi.