ATTENTATO A NEW YORK. È arrivato. Nel pomeriggio in cui i bambini d’America festeggiano quella strana tradizione chiamata Halloween, fatta di mostri e spettri immaginari, a Lower Manhattan sono comparsi quelli veri. Quegli spettri del terrorismo che non hanno mai smesso di aleggiare soprattutto da quelle parti, a due passi da dove si ergevano le Twin Towers e dove ora svetta la Freedom Tower, il nuovo simbolo di quella libertà che nessuno capisce bene più cosa sia. È successo tutto da poco ma nessuno si nasconde dietro a un dito: un pick up truck, un furgone che entra di forza su una pista ciclabile e uccide sei persone — per ora si parla di sei persone — per poi puntare su uno school bus, spari, inseguimenti … non sembra uno scenario da errore umano. È un orrore umano. Aspettiamo la press conference della Polizia e forse scopriremo qualcosa in più.
Ma non sono così sicuro che noi qua si voglia scoprire di più. A riempire la mente e a rendere il cuore greve basta la consapevolezza che questa città, questo mondo, sono indifendibili. Lo sapevamo già, l’abbiamo sempre saputo, ma vorremmo vivere come se non fosse così.
Su quella ciclabile qualche giorno fa c’eravamo anche noi a goderci la bellezza di questa città ed il tepore di questo autunno. Adesso tra rottami di biciclette e chiazze di sangue quella bellezza mostra tutta la sua fragilità, la sua vulnerabilità. Intanto i bambini continuano a presentarsi alla porta di casa: “trick or treat?”. Halloween non sarà la festa più bella e significativa del mondo, ma essere circondati da bambini e dalla loro gioia di vivere è la benedizione e la parola più vera di questa giornata amara.