C’è aria di rivoluzione in Zimbabwe dove è in atto un’operazione militare contro i vertici del governo e che ha portato all’arresto dell’anziano presidente 93enne, Robert Mugabe. A riportarlo è Quotidiano.net che spiega anche come oltre al presidente sarebbero finiti in manette anche tre ministri accusati di aver spinto la moglie Grace Mugabe a prendere la guida dell’intero Paese. In merito all’attuale situazione c’è grande confusione poiché il partito di governo, Zanu-Pf, avrebbe smentito un colpo di Stato a differenza di quanto sostenuto dall’Unione Africana, ma anzi ha assicurato che il proprio presidente sarebbe sì ai domiciliari, ma “al sicuro”. A detta del partito, dunque, sarebbe avvenuta una transizione pacifica durante la quale sarebbero state arrestate delle persone “corrotte” oltre ad un “uomo anziano di cui la moglie approfittava”. Sarebbe stato lo stesso presidente ultra novantenne a contattare telefonicamente il presidente sudafricano Zuma confermando di essere “confinato in casa” ma di stare bene. Giallo anche sulla moglie Grace, la quale da tempo ambisce alla guida dello Zimbabwe e che, secondo fonti Skynews avrebbe lasciato il Paese e sarebbe fuggita in Namibia. La donna è grande antagonista del vicepresidente Mnangagwa, il 75enne ex capo della lotta di liberazione dello Zimbabwe ed ex capo dei servizi segreti rimosso la scorsa settimana dal suo incarico sebbene ambisse da tempo ad essere il naturale eredi di Mugabe.
LA CONTROVERSA IMMAGINE DEL PRESIDENTE
Robert Mugabe, oggi 93enne, è una figura alquanto controversa: dopo essere stato primo ministro dello Zimbabwe negli Anni ’80, ne è diventato nel 1987 presidente dando vita ad un severo regine dittatoriale. Oggi il portavoce dell’esercito ha smentito che si tratti di un colpo di Stato ed ha spiegato lo scopo l’intervento, ovvero quello di fermare “i crimini che stanno causando sofferenze sociali ed economiche nel paese. […] Non appena avremo compiuto la nostra missione, ci aspettiamo che la situazione torni alla normalità”. Secondo Associated Press, nella notte tra martedì e mercoledì sarebbero state sentite almeno tre esplosioni ad Harare anche se attualmente la situazione sembrerebbe essere tranquilla. Già lo scorso lunedì il comandante dell’esercito aveva minacciato di intervenire per mettere fine alle tensioni politiche delle ultime settimane. Da quando Mugabe è al potere, questa sarebbe comunque la prima volta in cui si è reso necessario un intervento dell’esercito così importante. In quasi 40 anni, infatti, i militari avevano sempre sostenuto con forza il proprio presidente e le sue politiche permettendo così di portare avanti il suo regime, almeno fino ad oggi.