Mai dire a un ragazzo di non fare una certa cosa: il risultato che si otterrà sarà semplicemente l’opposto. E’ una regola naturale, andare contro gli ordini quando si è giovani, ribellarsi è una cosa di natura. Tanto che possono succedere cose apparentemente incredibili come questa, una beffa difficile da ingoiare per chi voleva obbligare i componenti di una squadra universitaria di football a non pregare prima delle partite. Abitudine che era nata da loro stessi e a cui partecipava sempre anche l’allenatore che riuniva la squadra prima del fischio di inizio in un abbraccio circolare recitando una breve preghiera. Niente di male, niente di strano, se non che la cosa ha “offeso” la solita associazione ateista che vede come fumo nell’occhio qualunque cosa riguardi la religiosità e si appiglia a tutto per ricordare la separazione fra chiesa e stato. Essendo la East Coweta High School di Sharpsburg una scuola statale e gli insegnanti dipendenti statali, un membro della Freedom From Religion Foundation, associazione ateista attivissima nel richiedere di eliminare le croci dai monumenti e altre amenità, ha scritto ai responsabili della scuola di impedire all’insegnante di pregare con gli studenti.
Meglio che si prendano a cazzotti, no? Preside e consiglio dei docenti sono stati velocissimi a prendere le parti dell’ateo rendendo noto un comunicato ufficiale: “I rappresentanti della scuola non possono partecipare in nessuna attività di preghiera o altro predisposta dagli studenti nell’esercizio delle loro funzioni di educatori. Per esempio, non possono unire le mani, piegare il capo, inginocchiarsi né commettere alcun atto che manifesti l’approvazione dell’esercizio religioso degli studenti, almeno nei posti dove tale attività sarebbe vista come il sostegno ufficiale delle istituzioni pubbliche alla pratica religiosa”. Ed ecco cosa è successo. Prima della successiva partita, i ragazzi della squadra si sono avvicinati agli spalti del pubblico e si sono messi a pregare. Risultato: invece della cinquantina di atleti che normalmente pregano, l’intero stadio, oltre 400 altri ragazzi, ha pregato insieme a loro. Ha commentato l’allenatore: “Tali circostanze hanno forzato in qualche modo i nostri ragazzi a prendere il ruolo di leader, a decidere loro cos’era giusto e portare avanti la loro fede senza farsi intimorire da nessuno”.