Il golpe interno all’Arabia Saudita si è consumato completamente: re Salman, 81 anni, avrebbe annunciato di abdicare in favore del figlio, il principe Mohammed bin Salman, regista nelle ultime settimane di una serie di atti di forza. Prima l’eliminazione di tutta la vecchia nomenclatura saudita, poi il misterioso (ma non tanto) rapimento del primo ministro libanese e adesso il potere assoluto. Questa nuova Arabia Saudita fa paura, dice a ilsussidiario.net il generale Fabrizio Castagnetti, per diversi anni comandante delle forze italiane di pace in Libano, profondo conoscitore dell’ambiente mediorientale, “perché tutto il mondo occidentale spinto dagli Usa è troppo orientato a favore dell’Arabia e troppo contro l’Iran”. Bin Salman, forte di un’alleanza con Israele e dell’ok degli Usa, minaccia una guerra contro gli hezbollah libanesi per paura di una infiltrazione troppo forte iraniana in Siria dopo la fine della guerra con l’Isis: “Questo è il quadro vero; gli hezbollah, che sarebbe l’ora di finirla di chiamarli così perché si tratta di cittadini libanesi sciiti, sono nel mirino degli arabi che intendono contrastare l’Iran loro alleata. Se non si risolve questi problemi la situazione diverrà incandescente”.



Generale, in Arabia Saudita si è consumato un vero colpo di stato che mette il paese nelle mani di un sovrano guerrafondaio, qual è la sua opinione?

La situazione è caotica e preoccupante, ma fino a quando il mondo occidentale che obbedisce agli Usa continuerà a sostenere l’Arabia e a isolare l’Iran, la situazione sarà incandescente.



Da sempre si dice che gli hezbollah sono un’organizzazione terroristica che minaccia Israele, è così?

Guardiamo a tutti gli attentati terroristici compiuti in Europa e non solo negli ultimi anni: gli attentatori erano sunniti, cioè arabi, non erano sciiti. Uno più uno fa due, non c’è bisogno di un genio per capire chi soffia sul fuoco. Ha mai visto un hezbollah compiere un attentato in Europa?

Però gli hezbollah sono una formazione militare che tiene le armi puntate su Israele.

Certamente, ma perché? E’ mai possibile che tutt’oggi non ci sia ancora un confine riconosciuto internazionalmente tra Libano e Israele? Gli hezbollah dicono: fino a quando un solo metro quadro di terreno libanese sarà occupato da Israele noi siamo pronti alla guerra. E la comunità internazionale cosa fa su questo problema? Assolutamente nulla, americani in primis. Siamo tutti alleati di Israele, ma quando sbaglia va detto che Israele sbaglia. Lo stesso vale per le alture del Golan occupate da Israele da decenni. Vanno restituite alla Siria. Oltretutto, è ora di smettere di definire gli hezbollah un’organizzazione terroristica, dovremmo anche smettere di chiamarli così: si tratta di cittadini libanesi sciiti. Noi esercito italiano siamo lì da anni e conosciamo bene la situazione.



Cioè?

In Libano il mondo sciita è sempre un gradino dietro al mondo sunnita e a quello cristiano. La prima carica dello stato è un cristiano, la seconda è un sunnita, il premier, e la terza è sciita, il presidente della camera. Sono categorie che rispecchiavano una società che oggi non è più la stessa, basata sul numero di appartenenti a ogni fede.  Oggi non è più così, gli sciiti sono aumentati di molto e vogliono rinegoziare questa ripartizione del potere.

Tra le altre cose, sarebbe in atto un’alleanza militare tra Israele e Arabia Saudita per colpire gli hezbollah.

Come sempre in politica il nemico del mio nemico diventa mio amico. Per Israele l’Iran è satana: ha paura che Teheran aumenti il potere in Siria, e Teheran è alleata degli hezbollah. 

In questo quadro delicatissimo,  gli Usa non sono più un fattore di stabilità, anzi il contrario. E’ d’accordo?

Certamente gli Stati Uniti non sono più in grado di gestire la situazione come una volta. E’ vero che l’Arabia è una potenza economicamente mondiale e va trattata con i guanti, ma ci vorrebbero da parte americana una coerenza e una responsabilità che oggi mancano del tutto.

 “Chi” può risolvere la crisi libanese? Hariri si è affidato alla Francia, tradizionale paese protettore. La Francia è una potenza nell’area, era in prima fila in Siria contro Assad. Adesso qual è la sua strategia?

Questo è un altro aspetto importante: l’Europa non è più capace di una politica estera da anni. Se Hariri chiede aiuto, va ascoltato. Nella mia esperienza in Libia e in Siria non ho mai visto delegazioni occidentali recarsi a Damasco, solo in Israele, Libano e Giordania. E’ stato un errore gravissimo. Il fatto che la Siria sia un alleato della Russia non significa che andava snobbata. E’ stata abbandonata dalle nazioni occidentali, e si è visto cosa è successo.

Teme un’escalation militare in questa situazione?

Secondo me no, però ci sono episodi inquietanti e se non si alza la voce per dire a Israele che non può bombardare gli hezbollah in Siria, la crisi sarà sempre aperta.  Quello che vedo è una serie di piccoli conflitti tra Israele e gli hezbollah.

(Paolo Vites)