Un vile attentato durante la preghiera del mattino: un attacco in una moschea nello stato di Adamawa (Nigeria Nord Orientale) e nella città di Mubi, con un kamikaze entrato in azione poco dopo le 5 ore locali. Insomma, l’ennesima strage questa volta non contro i cristiani ma contro gli islamici nigeriani colpiti durante la loro quotidiana preghiera del mattino: sarebbero almeno 50 i morti rimasti all’interno della moschea e subito fuori, dove un ragazzino 17enne si sarebbe fatto esplodere con un gubbino caricato e zeppo di tritolo. Secondo le prime informazioni che ci giungono dall’Afp, il numero di morti è assolutamente provvisorio e potrebbe anche crescere con il passare delle ore e dei soccorsi subito attivati. La polizia nigeriana parla espressamente di un attentato compiuto da un «ragazzo di 17 anni che ha azionato un giubbetto esplosivo», ma si cercano eventuali altri “complici” kamikaze, visto l’effetto devastante e su larga scala della bomba esplosa.
NUOVO ATTACCO DI BOKO HARAM?
Moltissimi i feriti ricoverati negli ospedali della zona e prime indagini scattate per capire l’origine di questo nuovo e sanguinario attentato: le modalità, l’efferatezza dell’attacco e la mancanza di rivendicazione immediata sembrerebbe portare tutto verso la matrice terrorista dei Boko Haram, che da anni ormai spadroneggiano in Nigeria attaccando e uccidendo cristiani, islamici moderati e chiunque si opponga al loro progetto di morte. Restano però dei dubbi visto l’attacco fortissimo contro una moschea riempita di innocenti musulmani che stavano semplicemente pregando: resta comunque inusuale un attacco apparentemente senza obiettivi politici e per questo ancora non si è attribuita con certezza la strage al gruppo terroristico di Boko Haram. L’agenzia Dpa ha spiegato che il giovane kamikaze si sarebbe nascosto nella folla mentre i fedeli stavano arrivando ed entrando nella moschea di Mubi, facendosi saltare quando era sicuro di avere più gente possibile nel proprio criminale raggio di azione.