Terza guerra mondiale. Lo aveva già fatto la Cina qualche settimana fa, lo aveva annunciato la Corea del Sud stamane in un incontro con il diplomatico russo e ora è lo stesso Igor Morgulov a dare un “messaggio” diretto a Kim e indiretto a Trump: per risolvere la crisi nucleare e il rischio di terza guerra mondiale in Corea del Nord bisogna puntare sul dialogo. Ovviamente, dietro l’azione diplomatica si scorge un profondo interesse economico e strategico per Pechino, Seul e Mosca, ma intanto il punto lanciato resta lo stesso: stop alle minacce dei missili per il regime, stop all’avanzata delle forze militari americane e sì al dialogo entro breve con tutti i protagonisti del Pacifico. «Le preoccupazioni nate circa lo stato di sicurezza nella regione, come ad esempio quelle legate alla crisi nucleare in atto nella penisola coreana, richiedono che tutte le parti coinvolte si comprendano a vicenda e continuino a procedere lungo la direzione che prevede la risoluzione di tali questioni attraverso il dialogo, eliminando così quegli elementi che ostacolano la promozione della prosperità e della cooperazione economica regionale», spiega il vice di Lavrov in missione diplomatica a Seul, all’interno del convegno del Valdai International Discussion Club. «Le pressioni e le sanzioni nei confronti della Corea del Nord non faranno ottenere i risultati sperati», hanno rilanciato Russia e Sud Corea in un messaggio unico lanciato a metà dei lavori. (agg. di Niccolò Magnani)



OTTO CADAVERI RECUPERATI IN GIAPPONE

Lo avevamo raccontato qui ieri pomeriggio, un possibile nuovo disertore che dalla Corea del Nord tentava la fuga era stato ucciso, trucidato forse e messo su una barchetta di legno verso il Giappone. Oggi la scoperta inquietante che racconta ben più di una possibile guerra mondiale, ma di una condizione assai tragica per tutti i cittadini del regime di Kim Jong-un: la Guardia Costiera nipponica ha recuperato altri sette corpi, in tutto dunque 8 morti trovati su una barca alla deriva del Mar del Giappone (al largo delle coste di Olga). Si pensa possano essere dei pescatori nordcoreani che tentavano la fuga (tranne il primo che pare sia stato ucciso) o che invece si sono spinti molto al largo per soddisfare le assurde richieste del governo nordcoreano; il risultato è tragico, la pesca umana orrenda, e la morte certa. Come raccontano gli esperti da Tokyo in queste ore, «spesso i pescatori sopravvissuti chiedono di essere rimpatriati, ma talvolta decidono di non tornare in Corea del Nord ma di essere mandati al Sud». (agg. di Niccolò Magnani)



PIANO PER EVACUARE I GIAPPONESI DURANTE LA GUERRA

Il Giappone intanto sta preparando un piano per evacuare i propri cittadini dalla Corea del Sud in caso di scontro militare tra il regime di Kim Jong-un e gli Stati Uniti. Il piano, descritto dal Japan Times, prevede che i 38 mila cittadini giapponesi residenti in Corea del Sud, oltre ai turisti nipponici, vengano trasportati attraverso aerei civili o navi, ma non tiene ancora conto del sostegno dell’esercito statunitense. Di fatto il piano prevede anche che i cittadini ancora rimasti in Corea del Sud dovranno trasferirsi nella città meridionale di Busan per essere trasportati prima a Tsushima, nella prefettura di Nagasaki, con aliscafi e poi in una delle principali isole con gli elicotteri delle forze di autodifesa. Le tensioni nella penisola coreana restano elevate, per questo il governo giapponese ha intensificato i preparativi per fronteggiare un’eventuale conflitto mondiale, tra cui un’esercitazione avvenuta ad aprile basata su uno scenario in cui un missile aveva colpito il paese. 



ISOLE SENKAKU: QUI SCOPPIERÀ LA TERZA GUERRA MONDIALE?

La Terza guerra mondiale potrebbe scoppiare nelle isole Senkaku. Secondo vari analisti le tre principali isole del piccolo arcipelago fanno da teatro ad una crisi geopolitica che potrebbe generare un conflitto mondiale. Il seme, come riportato dal Sole 24 Ore, è stato gettato l’11 settembre 2012, quando il governo centrale nazionalizzò le isole Senkaku per evitare che le comprasse il governatore nazionalista di Tokyo Shintaro Ishihara. Pechino reagì quindi con un boicottaggio economico e cominciò a intensificare le incursioni nell’area. Il cielo è diventato minaccioso in particolare da quando la Cina ha istituito una Zona di identificazione per la difesa aerea che si sovrappone a quella giapponese sopra le Senkaku, di cui rivendica peraltro la sovranità chiamandole Diaoyu. Tokyo intende continuare ad incrementare le unità di guardia costiera a Ishigaki e inviarvi un contingente permanente dell’esercito con sistemi missilistici intimavi. E infatti su un’altra isola remota, Yonaguni, sono comparse nuove installazioni radar, mentre anche le isole di Miyako e Amami saranno presidiate.