E alla fine dopo più di un mese e mezzo di “tregua” pare che la Corea del Nord sia tornata alla ben poco sana “moda” dei missili balistici lanciati a mo’ di provocazione. Questo è quanto rivela poco fa un’agenzia importante della Sud Corea, la Yonhap: «La Corea del Nord ha lanciato un missile balistico non identificato dalla provincia di Pyongan del Sud mercoledì, secondo quanto riferito dai capi di stato maggiore della Corea del Sud». Sono poi in corso nuove verifiche di Suel con l’alleato americano per capire dove è stato indirizzato il missile balistico e se, come sembra lecito pensare, si tratti dell’ennesimo atto di provocazione del regime di Kim Jong-un. Sembrava che la diplomazia, sotterranea, avesse almeno bloccato la batteria di lanci: oggi, 28 novembre 2017, sappiamo che non è più così. 



HAWAII, RISCHIO ATTACCO NUCLEARE?

La Terza Guerra Mondiale potrebbe avere inizio alle Hawaii? È quanto temono nello stato americano, tanto da dare il via alle esercitazioni in vista di un possibile attacco nucleare da parte della Corea del Nord. Ecco perché a 30 anni di distanza dall’ultima volta, in piena Guerra Fredda, alle 11 e 45 minuti di venerdì prossimo, risuonerà per 60 secondi la sirena antimissile per un’esercitazione che coinvolgerà oltre 400 località sulle isole del Pacifico. Come ha spiegato a Usa Today Vern Miyagi, il funzionario a capo del dipartimento che si occupa delle emergenze, al suono delle sirene i cittadini dovranno rientrare in casa, restarci ed aspettare al riparo maggiori informazioni”. Il dirigente ha ammesso che “se quattro o cinque mesi fa qualcuno mi avesse detto che avremmo fatto questo tipo di esercitazioni, gli avrei dato del pazzo”. Per comprendere la gravità della minaccia basta dire che lo stato delle Hawaii ha consigliato ai cittadini di munirsi di provviste necessarie alla sopravvivenza per almeno due settimane. (agg. di Dario D’Angelo)



NUOVO TEST MISSILISTICO DI PYONGYANG?

Segnali radio captati dal Giappone fanno temere un nuovo test missilistico da parte della Corea del Nord. È questa la notizia che mette in subbuglio le cancellerie della maggiori potenze del Pianeta, quelle che presto potrebbero ritrovarsi implicate in un conflitto che rischia di passare alla storia come Terza Guerra Mondiale. Secondo le informazioni raccolte dall’intelligence nipponica, infatti, i segnali radio fanno pensare ad una nuova manovra da parte di Pyongyang, che non esegue lanci dal 15 settembre scorso, quando una testata sorvolò proprio il Giappone (chiedere agli abitanti dell’isola di Hokkaido). Le immagini provenienti dai satelliti in ogni caso rassicurano: in questo momento non si ravvisano segnali che lascino pensare a preparativi collegabili ad un nuovo lancio. Le uniche attività registrate sono quelle riconducibili a regolari esercitazioni militari. Che Kim Jong-un abbia in serbo una sorpresa per gli Usa dopo l’inserimento della Corea del Nord tra i Paesi che sponsorizzano il terrorismo internazionale? (agg. di Dario D’Angelo)



L’ALLARME CHIMICO

In questi mesi di estremo allarme per una possibile terza guerra mondiale in atto sul Pacifico, come punto scatenante, ma globale con le minacce missilistiche lanciate da Usa e Corea del Nord, si è spesso parlato del rischio grosso di conflitti nucleari. Kim e Trump litigano su quello, i vari alleati temono l’esplodere dello scontro atomico, e si è lasciati forse troppo in secondo piano i rischi di una guerra chimica. Era solo lo scorso agosto quando un rapporto curato dalla società di intelligence AMPLYFI e dall’Università di Harvard apriva il rischio fortissimo di armi chimiche in mano a Pyongyang: «armi biologiche capaci di colpire e uccidere migliaia di soldati e civili in caso di guerra sono un’altra parte importante degli armamenti della Corea del Nord», spiegavano gli studiosi Usa. Temevano che Kim Jong-un abbia sviluppato decine di agenti biologici mortali, tra cui il batterio della peste, in linea teorica utilizzabile per armare missili balistici verso la la Corea del Sud oppure obiettivi più lontani come gli Usa. Il rischio non è eliminato, ovviamente, e leggendolo sotto questa luce si potrebbero allora capire meglio le parole rilasciate ieri da Putin in una sorta di appello mondiale contro le armi chimiche: «Esortiamo gli Stati in possesso di armi chimiche di seguire il nostro esempio e fare ogni sforzo per completare al più presto la distruzione delle scorte esistenti, così come chiediamo ai Paesi che si trovano ancora ai margini della convenzione di unirsi senza indugio», spiega il presidente russo in un telegramma di saluto ai delegati della 22esima sessione della Conferenza degli Stati partecipanti alla Convenzione sulla proibizione delle armi chimiche. Un messaggio alla Corea del Nord? Probabile, anche se di contro Mosca continua a tessere la trama della diplomazia, come rilanciato giusto ieri durante l’incontro con gli alleati americani della Sud Corea.

SEUL SPINGE PER IL DIALOGO CON LA NORD COREA

L’incontro ieri tra la Corea del Sud e l’inviato da Mosca ha portato subito una importante dichiarazione volta e diretta alla Corea del Nord, probabilmente come “strategia” condivisa con l’alleato americano, pronto a livello pubblico a scatenare una terza guerra mondiale contro il nemico Kim Jong-un, proprio per i test nucleari e il rischio di attacco basilico. «La Corea del Nord ha interrotto i test nucleari e missilistici il 15 settembre. Ma non sappiamo perché hanno fermato le loro provocazioni: a causa di problemi tecnici o sotto pressione da parte di Stati Uniti, Cina e Russia. Comunque, questo è un buon segno, e se la tendenza continua, siamo pronti per i colloqui diretti con Pyongyang», lo spiega l’inviato presidenziale speciale della Corea del Sud Song Young-gil ai media russi dopo i primi colloqui con il vice di Lavrov in visita a Seul. Il dialogo tra le due Coree è stato ed è ancora il vero obiettivo di Moon Jae-in dopo la sua elezione e il risultato potrebbe essere davvero importante se avvenisse, evitando così uno scontro in cui tutti al momento potrebbero perderci (e forse ancora per questo non hanno mosso l’ultima provocazione per scatenare un conflitto mondiale).