Non è mai stata appurato storicamente se le migliaia di uomini che costruirono le straordinarie piramidi egiziane fossero schiavi o operai regolarmente pagati. Sta di fatto che il loro massacrante lavoro ha reso possibile quelle che sono le uniche testimonianze ancora esistenti delle cosiddette sette meraviglie del mondo antico. Molti di loro pagarono questa fatica con la vita. Trent’anni fa, poco lontano dalla Piramide di Giza, è stato scoperto il cimitero di lavoratori, cosa che nessuno pensava potesse esistere. In realtà più che degli umili operai o degli schiavi che fossero, queste tombe sono dedicate agli architetti e ai supervisori reali dei lavori. Adesso per la prima volta vengono aperte ai turisti ufficialmente, dopo lunghi anni d complessi lavori di restauri, con l’intento di attrarre maggiori visitatori n un paese come l’Egitto dove gli sconvolgimenti politici e il terrorismo hanno fatto calare il numero dei visitatori, una delle maggiori fonti di incasso economico del paese. Tra le altre, il cimitero contiene tombe molto ben conservate, ad esempio quella di un personaggio conosciuto come Nefer Thieth, supervisore del faraone sui lavori. L’uomo aveva due mogli e otto figli. La tomba dispone di due falsi ingressi e varie iscrizioni sulle mura.
Altre tombe sono state riportate alla luce nel corso di questi anni, ad esempio quella del figlio del faraone Khufu, che regnò tra il 2589 e il 2566 avanti Cristo, Asharaf Mohi, direttore generale della costruzione delle piramidi di Giza. Ma c’è un problema: i turisti avranno il coraggio di visitare il cimitero? Secondo gli archeologi del ministero il luogo è pieno di avvertimenti e maledizioni per proteggere il luogo dai ladri. Tra queste, quella scoperta dall’archeologo Hawass che avverte che “coloro che entreranno in questo luogo per rubare o distruggere le tombe saranno divorati dai coccodrilli nell’acqua o colpiti dai serpenti sulla terra”: “Possano gli ippopotami attaccarli in acqua e gli scorpioni sulla terra”, si legge ancora. E intanto gli studiosi, grazie a nuovi strumenti di ricerca di ultimissima tecnologia, hanno scoperto che all’interno delle piramidi si celano stanze mai scoperte prima e tunnel di collegamenti che non si sa dove finiscano, forse al cimitero degli operai stessi. Un mistero, quello delle piramidi di Giza, ben lungi dall’essere risolto e che forse rimarrà tale. Mentre la maledizione di Tutankhamon ha già colpito in passato, succederà lo stesso a chi ha profanato le tombe dei lavoratori?