TERZA GUERRA MONDIALE. In attesa di capire se effettivamente ci sarà l’incontro fantomatico tra Trump e Putin, la Corea del Nord resta al centro della mission asiatica del presidente Usa: in particolare, la visita in Cina ha determinato dei rapporti di forza per ora molto stretti tra Pechino e Washington il che già di per sé potrebbe risultare l’elemento diplomatico più importante per “limitare” Kim Jong-un (e anche la potenza offensiva americana). Intanto, il messaggio di maggiore cooperazione lanciato da Trump ieri a Pechino ha fatto breccia anche in Russia che oggi come il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha affermato, «il presidente Putin ha più volte parlato della necessità di una stretta cooperazione tra tutte le parti coinvolte per risolvere la crisi in Corea del Nord. L’invito di Trump alla Russia a cooperare sulla questione nordcoreana è quantomeno in sintonia con la ferma e ben nota posizione». (agg. di Niccolò Magnani)
VERTICE TRUMP-PUTIN SI FARÀ?
È mistero sul presunto incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin con a tema la Corea del Nord e il futuro diretto dell’Asia e del Pacifico: la guerra mondiale e la guerra fredda, i grandi temi “rinnovati” in questi ultimi mesi dovevano essere il fulcro del meeting previsto domani in Vietnam a margine del vertice mondiale del prossimo weekend. Ma il mistero piomba sul meeting visto che da un lato la Russia conferma l’incontro con Trump, dall’altro gli Usa smentiscono nel pieno “revival” da Guerra Fredda. Dell secondo incontro storico tra Trump e Putin ne aveva dato notizia l’assistente presidenziale russo Yury Ushakov, ma ora arriva la smentita pubblica di Rex Tillerson, segretario di stato americano: «Non ci è mai stato un accordo sull’incontro, certamente non su un bilaterale formale», ha spiegato Tillerson da Pechino. Il bilaterale doveva essere proprio sul delicatissimo tema della guerra a Pyongyang, ma Tillerson mette di nuovo tutto in discussione (su suggerimento di Trump o senza il suo consenso? Questa forse la vera domanda, ndr): «Non ci è mai stato un accordo, certamente non su un bilaterale formale. Se avremo un incontro, dovremo assicurarci che sia un incontro sensato», facendo chiaro riferimento a tutti punti di estrema distanza Russia-Usa sulle crisi in Siria e Ucraina. (agg. di Niccolò Magnani)
LA RUSSIA NON ROMPE I PONTI CON KIM
La crisi tra Usa e Corea del Nord sta vivendo una fase ancora bollente, con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha di nuovo tuonato contro Pyongyang, esortando peraltro Pechino e Mosca a tagliare una volta per tutte i ponti con il regime di Kim Jong Un. Un invito che la Russia però non sarebbe affatto intenzionata ad accogliere, come affermato recentemente dal Ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov: “Non abbiamo mai sostenuto l’idea di un embargo totale contro la Corea del Nord, così come nei confronti di qualunque altro paese. Riteniamo che la situazione debba essere risolta con metodi diversi”, ha affermato, prendendo dunque le distanze in maniera abbastanza netta dalla possibilità di un “embargo politico” che potrebbe isolare definitivamente Pyongyang nei confronti degli Stati Uniti e, di conseguenza, verso il resto del mondo.
TERZA GUERRA MONDIALE, ANCHE LA CINA TENTENNA
La presa di posizione della Russia dovrebbe essere decisamente importante anche nell’ottica cinese, visto che difficilmente le strade di Mosca e Pechino divergeranno da una visione comune sulla crisi nordcoreana. Le relazioni diplomatiche ed i legami economici tra Russia e Cina e Pyongyang sono d’altronde abbastanza noti, ma la Cina nelle ultime settimane aveva fatto intendere di poter aprire agli Usa riguardo una condotta più rigida verso la Corea del Nord, soprattutto sulla possibilità di chiudere al dialogo riguardo l’effettuazione di nuovi test militari. Ma questo non significa che la distanza tra Pechino e Pyongyang possa aumentare a dismisura, anzi: l’ombra della Cina e della Russia sembra decisiva per frenare Trump e gli Stati Uniti dal lanciare un’offensiva militare verso la Corea del Nord, e le dichiarazioni di Ryabkov portano a pensare che il quadro non cambierà nelle prossime settimane.