Non è la prima volta che il ministro dell’Interno Marco Minniti lancia questo allarme, come ha fatto ancora pochi giorni fa: l’arrivo in Italia e in Europa di foreign fighters attraverso la Libia mischiandosi tra le ondate di migranti. Il fatto che lo abbia sottolineato ancora dimostra che il pericolo c’è ed è un rischio reale. Come dice a ilsussidiario.net l’inviato di guerra de Il Giornale, Gian Micalessin, Minniti parla perché è al corrente “di informative precise da parte dei servizi segreti”. “Foreign fighters di ritorno da Mosul e Raqqa” spiega ancora Micalessin “si dirigono sicuramente in Libia dove l’Isis è stato sconfitto ma non debellato ed è la strada più sicura per entrare in Europa, passando dall’Italia”. Le prediche di Macron sull’intenzione di “salvare le persone intrappolate in Libia per risolvere la compravendita di schiavi”, invece, “fanno parte del suo dichiarato tentativo di imporre la leadership della Francia sulla Libia ai danni dell’Italia”. Un quadro oscuro e complesso, conclude, “in cui non si sa chi fa la guerra a chi”.



Micalessin, sia il ministro Minniti che il presidente Macron lanciano un allarme sulla situazione libica, foreign fighters da una parte e trafficanti di schiavi dall’altra. Siamo davanti a una prossima iniziativa militare europea?

Siamo davanti a due cose ben diverse, Minniti e Macron vanno in direzioni opposte.



Quali?

Minniti ci ricorda quanto già si sapeva in parte e cioè che il confine libico meridionale è terra senza legge dove passano migranti, armi e terroristi in transito dalle regioni più interne dell’Africa e dal Sahel e quindi è sicuramente una ferita da chiudere, se si vuole debellare i canali del passaggio del terrorismo. Non dimentichiamo che anche il Sudan è una porta aperta per il passaggio dei terroristi verso la Libia e quindi in Europa.

Minniti è persona che parla quando ha in mano cose concrete, per cui il suo allarme sull’arrivo di foreign fighters dalla Libia all’Europa va preso sul serio, è d’accordo?



Minniti ha sicuramente avuto informative di sicurezza e sulla base di questo si è espresso. L’Isis in Libia è stato sconfitto ma non debellato. L’Isis ha i suoi campi all’interno ed è possibile che le notizie che ha Minniti facciano riferimento a combattenti jihadisti arrivati da Mosul e Raqqa in cerca di una strada per entrare in Europa. La Libia può essere questa strada.

E Macron? Fa propaganda umanitaria o ha in mente qualcosa di concreto?

La posizione di Macron è una posizione in parte critica nei confronti dell’Italia, ha preso al balzo la denuncia della Cnn sulla vendita di schiavi come se lui non facesse parte della Ue e non conoscesse da anni le condizioni disumane dei migranti. Come se non ne fosse al corrente e non fosse la Francia responsabile della guerra del 2011 che ha causato tutto questo.

Perché parla di posizione critica nei confronti dell’Italia?

La denuncia di Macron e la richiesta all’Onu di riunirsi sul tema è un modo per dire “guardate che quello che l’Italia ha fatto non va bene” e quindi per infliggere un altro colpo alla politica italiana di cui Macron è concorrente.

Un nuovo tentativo di rilanciare la leadership francese sulla Libia?

Esatto. Cosa voglia poi fare non si capisce, in Libia ci sono due governi, quello legittimato dall’Onu scade il 17 dicembre, scadono gli accordi su cui si reggeva questo governo. In questa finestra va forse individuata l’azione francese, potrebbe usare questa scadenza per avvantaggiare altri personaggi ad esempio il generale Haftar che in questo momento è molto vicino alla Francia. E’ una situazione complessa, è uno scacchiere aperto dove non si capisce chi fa la guerra a chi.

(Paolo Vites)