Una missione “di pace” quella del presidente della Sud Corea, Moon Jae-in, diretto in Cina per una bilaterale di affari economici e ovviamente di equilibri da oliare per un miglior dialogo sul problema della Corea del Nord. L’evitare la guerra mondiale è forte intenzione di Moon, che a Pechino cerca un appoggio come ha già trovato in Putin e in Tillerson (Segretario di Stato Usa). «Mai più una guerra nella penisola coreana», riporta EastWest.eu dopo i primi dialoghi tra Seul e Pechino sul problema nucleare. «Cina e Corea del Sud attraverso i loro attuali numeri uno hanno concordato sul fatto che nella penisola coreana non debbano esserci più guerre e che la denuclearizzazione debba essere raggiunta con il dialogo e i negoziati», è emerso dal summit tra i due presidenti Moon Jae-in e Xi Jinping, che hanno poi aggiunto «Il miglioramento dei rapporti tra sud e nord» hanno detto, «aiuterà il percorso sull’abbandono delle ambizioni atomiche di Pyongyang». Come riporta ancora la rivista online esperta di politica internazionale, « l’impressione è che l’incontro tra Xi e Moon sia arrivato proprio a sigillare un momento propizio verso un tentativo di soluzione pacifica a fronte del montare della tensione nell’ultimo anno nella penisola coreana».
LAVROV, “SU IRAN PERICOLOSO L’ACCORDO TOLTO SU NUCLEARE”
Non solo Corea del Nord: in una intervento del ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, nel giorno in cui Trump e Putin hanno discusso delle varie crisi internazionali sul fronte del nucleare, viene riaperto il problema mai del tutto risolto con l’Iran. Il tentativo di strappo forte voluto da Trump nel mese scorso rischia di mettere in forte difficoltà la comunità internazionale nei confronti di una potenza bellica, economica e influente specie nel mondo arabo come Damasco. «I principali accordi internazionali, in particolare sul programma nucleare iraniano — ha detto Lavrov nel Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo —, sono sotto la minaccia di un’interruzione che manderà un messaggio sbagliato a coloro che contano sulla soluzione dei problemi della penisola coreana». Insomma, le crisi sono tante, ma l’accordo Russia-Usa deve essere su tutti i fronti, secondo il Cremlino. (agg. di Niccolò Magnani)
COLLOQUIO TRUMP-PUTIN SUL NUCLEARE
A sorpresa, prima del Consiglio Onu delle prossime ore, arriva un nuovo colloquio telefonico tra Donald Trump e Vladimir Putin: obiettivo, evitare la terza guerra mondiale e affrontare tutte le fasi di crisi, dalla Corea del Nord al nodo Israele, in qui la questione nucleare preme come emergenza massima. Lo ha annunciato il Cremlino in una nota, spiegando come appunto «la discussione si è concentrata sulle possibili risoluzioni della questione nucleare nella penisola coreana e delle altre situazioni in diverse aree di crisi». Dopo che in settimana Tillerson aveva aperto ad una soluzione diplomatica con Pyongyang, con il plauso di Putin e della Russia, arriva un tentativo di nuovo avvicinamento tra i due leader che già più volte in passato hanno condiviso la linea e la modalità di intervento sulle principali aree di crisi mondiali. Il Congresso Usa però (e in parte anche la Duma) recitano il ruolo di maggiore contrapposizione tra Usa e Russia in una sorta di nuova guerra fredda (specie con il Russigate, ndr) ma resta un fatto, Putin e Trump hanno molti più rapporti di quanti non ne abbiano Russia e Usa. Già ieri il presidentissimo russo ha chiesto a tutte le parti in causa di evitare un peggioramento della situazione ma ha ribadito di non riconoscere al regime di Pyongyang lo status di potenza nucleare, un altro passo giudicato come “verso” il tycoon e non certo “contro”. (agg. di Niccolò Magnani)
ONU, “UN CONFLITTO AVREBBE CONSEGUENZE CATASTROFICHE”
«Una guerra in Corea del Nord potrebbe avere conseguenze drammatiche». A parlare è Antonio Guterres, il segretario generale dell’Onu. Durante il suo viaggio in Giappone, dove ha incontrato il premier Shinzo Abe, ha messo in guardia sul pericolo di una Terza guerra mondiale. Guterres ha affermato che la chiave per risolvere la crescente minaccia nucleare e missilistica nordcoreana è rappresentata dalle sanzioni al regime di Kim Jong-un. Il Consiglio di Sicurezza, dunque, deve restare unito. «È importante che le parti capiscano l’urgenza di trovare una soluzione evitando quel tipo di confronto che potrebbe avere conseguenze tragiche per tutti», ha spiegato Guterres, secondo cui le risoluzioni Onu devono essere pienamente attuate innanzitutto da Pyongyang, ma anche dagli stati membri, «il cui ruolo è fondamentale per raggiungere il risultato a cui tutti miriamo, ovvero la denuclearizzazione della penisola».
LA CINA ALLONTANA L’OMBRA DELLA GUERRA, MA SI ESERCITA…
Nella penisola coreana non devono esserci più guerre e la denuclearizzazione deve essere raggiunta attraverso il dialogo e i negoziati. C’è massima convergenza su questo tra Cina e Corea del Sud: lo hanno fatto sapere i presidenti Xi Jinping e Moon Joe-in nel summit avuto ieri a Pechino dopo le aspre tensioni dei mesi scorsi per lo spiegamento al sud dei sistemi antimissile americani Thaad come deterrente per la Corea del Nord. La convinzione è che «il miglioramento dei rapporti tra Sud e Nord» aiuterà il progetto sull’abbandono delle ambizioni atomiche di Pyongyang. D’altra parte nella baia di Bohai, nel Mar Giallo, al largo delle coste della provincia nord-orientale del Liaoning, che confina con la Corea del Nord, sono cominciate esercitazioni a fuoco vero. Le terrà la Marina della Repubblica Popolare cinese fino a lunedì prossimo. Lo ha annunciato il quotidiano cinese Global Times, citando una nota dell’Agenzia di Sicurezza Marittima cinese. Si tratta della quarta esercitazione dell’anno per la Cina.