È ancora Russia vs Usa, ed è ancora Ministero della Difesa contro i marines americani, questa volta però in Siria e nei tantissimi campi profughi presenti nella terra devastata dalla guerra civile tra Isis, ribelli curdi, sciiti e il governo-regime di Assad. La terza guerra mondiale in atto non è solo in Corea del Nord, ovviamente: non si può dimenticare il Medio Oriente e l’ultimo caso “esploso” proprio dalla denuncia del Ministero del Cremlino vede gli Stati Uniti d’America ancora nel mirino dell’offensiva russa. In poche parole, la coalizione a guida Usa è accusata da Mosca di servirsi del campo profughi di Al Hasakah, in Siria, come base per addestrare dei miliziani, tra cui membri di gruppi terroristici provenienti da diverse aree del paese mediorientale. Una sorta di nuovo esercito siriano pronto ad essere scatenato contro Assad e contro i suoi alleati, di fatto Iran e Russia: «Secondo i profughi che ritornano a casa la coalizione internazionale sta usando quel campo da oltre sei mesi come un centro di addestramento per miliziani che arrivano da vari distretti della Siria. La maggior parte dei miliziani – proseguono i russi – secondo la gente locale del campo profughi erano membri dei gruppi terroristici sconfitti dalle forze governative siriane: Isis e Jabhat al Nusra. Ad oggi nel campo ci sono circa 750 miliziani, arrivati da Raqqa, Deir ez-Zor, Abu Kamal e dalle zone orientali dell’Eufrate», sostiene il ministero della Difesa russo. (agg. di Niccolò Magnani)
RUSSIA VS USA, “IN COREA IL DIALOGO ERA POSSIBILE”
Il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, ha dato un importante messaggio di “sfida” agli Stati Uniti, criticando una volta di più l’intera gestione di questi ultimi mesi in Nord Corea. Il rischio di una terza guerra mondiale, secondo la Russia in poche parole è da imputare tanto a Kim Jong-un quando a Donald Trump. «Continuiamo a insistere sul fatto che lo status nucleare della Corea del Nord non è accettabile per noi, e che il paese deve interrompere le azioni provocatorie… da questi appelli speriamo di raggiungere degli effetti concreti. Nulla, però, di paragonabile a quello che potremmo ottenere se gli Stati Uniti avessero appoggiato la proposta russo-cinese. In questa situazione difficilmente la Corea del Nord avrebbe rifiutato il dialogo». Come dire, se Trump avesse seguito Pechino e Mosca ora non si sarebbe a questo punto di tensione internazionale e sul Pacifico davvero senza precedenti nella storia. Nell’intervista a Ria Novosti, il vice ministro di Putin ha anche aggiunto come d’ora in poi gli Usa e gli alleati occidentali dovranno dare «prova di grande flessibilità e una certa capacità di costruire il proprio approccio lungimirante», implicitamente per poter avere ancora il sostegno della Russia. (agg. di Niccolò Magnani)
SEUL, “PYONGYANG, HACKERATI MILIONI DI BITCOIN”
Dietro gli attacchi hacker ai Bitcoin potrebbe esserci la Corea del Nord. Questo è il sospetto dell’intelligence sudcoreana, secondo cui Pyongyang avrebbe accumulato diversi milioni in criptovalute. Sono stati rubati almeno 7 milioni di dollari, ma questa somma oggi ha un valore decuplicato di 82,7 milioni. Gli hacker però non si sono fermati al furto di Bitcoin: si sono impadroniti anche dei dati personali di almeno trentamila persone. Secondo gli esperti, in questo modo la Corea del Nord intende evadere le sanzioni fiscali a cui è sottoposta. Da tempo infatti si sospetta che Kim Jong-un abbia raccolto un presunto tesoretto in criptovalute da impiegare contro le pesanti sanzioni che sono state inflitte al Paese. L’attacco in questione è stato compiuto lo scorso febbraio, ma è stato scoperto lo scorso luglio, senza che venissero individuate responsabilità. Nel mirino è finito Bithumb, network fondato in Corea del Sud. Dopo la violazione è stato chiesto un riscatto di vari milioni alla compagnia per restituire i dati personali dei tradire. Un altro attacco a settembre ha preso di mira invece Coinis, un altro invece è stato sventato a ottobre. Il governo della Corea del Sud sta provando a correre ai ripari, perché la materia non è soggetta a legislazione ora.
NORD COREA VS USA, KIM JONG-UN CHIEDE AIUTO AGLI EX KGB
Kim Jong-un teme complotti ed è ossessionato da un fantomatico piano degli Stati Uniti per ucciderlo, per questo avrebbe chiesto aiuto ai reduci del Kgb. Il retroscena è stato riportato da La Stampa, secondo cui il dittatore della Corea del Nord si è rivolto al vecchio servizio di spionaggio dell’Unione sovietica. Alcuni “consiglieri” nei mesi scorsi hanno raggiunto Pyongyang per mettere a punto una task force con il compito di addestrare le guardie del corpo di Kim Jong-un. Inoltre, starebbero impartendo lezioni ai nordcoreani su come prevenire e contrastare eventuali attentati, soprattutto con l’utilizzo di armi sofisticate. L’intelligence della Corea del Nord teme in particolare “Gray Eagle”, l’aquila grigia, cioè il drone MQ-1C che le forze americane useranno nelle loro basi in Corea del Sud dal 2018. Per i russi c’è anche una missione di natura finanziaria e commerciale: l’obiettivo è permettere a Pyongyang di eludere sanzioni economiche. Per questo sono state create due società di Singapore, la Velmur e la TransAtlantic, per mascherare le transazioni in petrodollari tra Independent Petroleum Company e Pyongyang. Per questo gli Stati Uniti hanno ordinato confische per 7 milioni di dollari e multe.