Austria, doppia cittadinanza ai sudtirolesi: la proposta del nuovo governo, nato dall’accordo tra popolari e ultradestra, continua a fare discutere. Tra i più fermi oppositori alla questione c’è Fratelli d’Italia, partito di centrodestra che ha lanciato un messaggio patriottico in vista delle prossime elezioni. Giorgia Meloni, leader di FdI, ha commentato così su Facebook: “Dopo miliardi di euro di soldi italiani spesi per pagare alle popolazioni di lingua tedesca l’autonomia in Alto Adige, oggi l’Austria arriva, se ne frega della quietanza liberatoria del 1992 tra Roma e Vienna e mette sul tavolo, UNILATERALMENTE, la concessione della cittadinanza a chi la richiederà, dichiarandosi tedesco o ladino. Il tutto nel TOTALE e GRAVISSIMO silenzio del governo PD, che in cambio di due miseri collegi assicurati dai voti della SVP, che come scritto da diversi giornali sarebbero per la Boschi e Delrio, calpestano la nostra dignità nazionale”. Toni forti, con Giorgia Meloni che lancia un messaggio al governo austriaco: L’Austria stia al posto suo e non si permetta queste invasioni illecite! Pensare di gestire una porzione d’Italia abitata da una maggioranza di cittadini austriaci è follia. Ci troveremmo di fronte a una secessione mascherata. Fratelli d’Italia farà le barricate in Alto Adige, in Parlamento e in ogni sede istituzionale e chiede l’intervento del presidente Mattarella per fermare questo affronto indegno. Giù le mani dall’Italia”.



DIFESA CONFINI O ‘ANSCHLUSS’?

Oggi si insedia il nuovo governo dell’Austria con una “nuova prima volta” dell’accordo tra popolari e ultradestra, tra il premier Sebastian Kurz e il leader del Fpoe Heinz-Christian Strache, nuovo vicecancelliere. Ma la vigilia di questo nuovo governo – già piuttosto criticato in Europa per un possibile nuovo corso “Haider”, per rimanere nella storia austriaca, oppure di echi post-Orban in Ungheria o semplicemente di un governo alla Trump guardando al programma “Austria-first” opzionato dai popolari e dell’ultradestra di Vienna – è stata segnata in Italia dall’annuncio fatto dai partiti della nuova maggioranza austriaca, diretto ai partiti sudtirolesi e altoatesini italiani: «Vienna si impegnerà a valutare la possibilità di concedere ai sudtirolesi anche la cittadinanza austriaca». Secessionisti di tutto il Sud Tirolo ovviamente in estasi, preoccupazione invece tra Italia ed Europa per le possibili conseguenze: «Voglio rimarginare la ferita attuale – aveva detto – concedere al Tirolo la possibilità di tornare unito autodeterminandosi. Perché non può decidere se far parte dell’Italia o dell’Austria?», aveva del resto detto Strache alla vigilia delle elezioni politiche austriache degli scorsi mesi. Ora è arrivato l’accordo con il giovanissimo Kurz per potersi impegnare anche in questo ambito. Una semplice difesa dei confini e un piano oculato di Austria First oppure siamo di fronte ad una nuova e versione 2.0 dell’Anschluss questa volta con gli austriaci dalla parte degli “annettenti”?



ECCO COSA CAMBIEREBBE

Spieghiamoci subito, onde evitare polemiche inutili: l’Anschluss richiama alla memoria orrenda dell’azione di annessione fatta da Hitler proprio con l’Austria nel lontanissimo 1938, uno dei primi obiettivi raggiunti dal dittatore nazista per creare il Terzo Reich e la Grande Germania. Non c’entra nulla nelle cause e origini ideologiche, ma la mossa della doppia cittadinanza potrebbe ricordare una sorta di tentativo manco tanto velato di voler invitare i sudtirolesi a “tornare” in patria, allargando i nuovi confini dell’Austria anche in terra italiana. Ecco la “campana” italiana d’accordo con la proposta: «Per il Sudtirolo – ha affermato il consigliere provinciale della Suedtiroler Freiheit Sven Knoll – si apre un’occasione storica di valore inestimabile. I sudtirolesi potranno così riavere la cittadinanza austriaca. Non si tratta solo di una riparazione storica, ma anche di un’assicurazione per il futuro”. “Non è diretto contro la popolazione italiana, ma è un progetto completamente europeo – ha aggiunto Knoll – L’Italia concede anche la nazionalità italiana alle proprie minoranze all’estero soprattutto nelle relazioni storicamente tese tra Italia e Slovenia». La “campana” invece del tutto contraria è quella di Roma, con il sottosegretario agli Esteri Benedetto della Vedova: «Hanno il crisma del pugno di ferro etno-nazionalista”. “Sdoganare la cittadinanza su base etnica – scrive su Facebook – avrebbe effetti gravissimi, ad esempio in tutti i Balcani, minando la convivenza nei paesi, anche nell’Ue, caratterizzati dalla presenza di cittadini di molteplici culture».



E a Bruxelles invece come la pensano? «E’ una mossa velleitaria, non distensiva», spiega il Presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani. Certo, al momento non cambierebbe molto nelle dinamiche socio-politiche: la doppia cittadinanza non toglie quella italiana, anzi ne aggiunge un’altra e permetterà alle giovani generazioni suditirolesi di avere un’opzione in più da giocarsi anche a livello lavorativo. Già, è però proprio questo punto a spaventare e gettare possibili dubbi sul prossimo futuro dei rapporti Austria-Italia-Europa: il rischio di creare “nuovi frontalieri”, come con la Svizzera o peggio di avere condizioni diametralmente opposte nel giro di pochi chilometri e in pieno territorio italiano potrebbe non avere l’effetto sperato di una felice e pacifica convivenza di due popoli che dialogano perché inseriti in un contesto comune (l’Ue), bensì la frattura dura e insanabile tra due Paesi confinanti e nei fatti il rischio di una “nuova” Anschluss 2.0.