Il documento di strategia per la sicurezza nazionale illustrato ieri da Donald Trump continua a far discutere nelle cancellerie del Pianeta, preoccupate che le prossime mosse dei giganti della Terra possano sfociare in una Terza Guerra Mondiale. Dopo l’etichetta di “competitor” affibbiata dagli Usa alla Cina, è arrivata la replica da parte del portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying, che ha dichiarato:”Chiediamo con urgenza agli Stati Uniti di smettere di distorcere deliberatamente le intenzioni strategiche della Cina e di abbandonare concetti obsoleti come la mentalità da Guerra Fredda e di gioco a somma zero, altrimenti danneggerà tutti” aggiungendo che “la cooperazione è l’unica scelta corretta”. Dal confronto, secondo il governo retto da Xi Jinping, potranno derivare solo “perdite reciproche”. La Cina, ha aggiunto l’Ambasciata cinese a Washington, “vuole coesistere con altri Paesi, inclusi gli Stati Uniti, ma gli Stati Uniti devono adattarsi e accettare lo sviluppo della Cina”. (agg. di Dario D’Angelo)
SI RINSALDA ASSE USA-UK
Continua a tenere banco in tutto il mondo la questione Wannacry, il ransomware che lo scorso maggio ha messo in ginocchio i sistemi informatici di tutto il Pianeta. Secondo l’amministrazione Usa, dietro quell’attacco hacker si cela la Corea del Nord, in questo momento il soggetto che a livello geopolitico è il maggiore indiziato a provocare una Terza Guerra Mondiale. Ma dopo la presa di posizione americana c’è da registrare il rinsaldarsi della storica alleanza con gli inglesi. Se con Obama e Cameron la relazione speciale instaurata tra Bush Jr. e Tony Blair era andata allentandosi, adesso con Trump e May (sostenitrice di una hard Brexit) quell’intesa è destinata a rinsaldarsi di nuovo. Se n’è avuta ulteriore conferma poco fa quando, come riferisce il Guardian, il ministro degli Affari Esteri Nazir Ahmed ha definito “altamente probabile” che proprio i nordocoreani siano i responsabili degli attacchi che hanno paralizzato i sistemi informatici del Paese la scorsa primavera. Queste le sue parole:”Noi condanniamo queste azioni e impegniamo noi stessi a lavorare con tutti gli stati responsabili per combattere l’uso distruttivo e criminale del web. L’utilizzo indiscriminato di WannaCry dimostra che la Corea del Nord ha cercato di aggirare le sanzioni”. Come? Semplice: chiedendo migliaia di dollari di riscatto in bitcoin. (agg. di Dario D’Angelo)
PUTIN RISPONDE A TRUMP
Secondo la Russia, gli Usa hanno una strategia imperialista che rischia di portare tutti in una piena guerra mondiale: l’attacco arriva dal portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov che incarna il ruolo “del poliziotto cattivo” rispetto alle uscite ufficiali di Putin che sono invece più concilianti e offrono un’immagine della Russia come garante della stabilità, piuttosto che come fomentatori internazionali. La verità come spesso accade è nel mezzo, e le dichiarazioni di Peskov sono sicuramente studiate al dettaglio dalla stanza dei bottoni del Cremlino. Dopo le accuse degli Usa ancora una volta rivolte contro la Corea del Nord (e chi in qualche modo la “protegge”, come Cina e Russia) questa volta sul fronte del cyber crime con il “virus Wannacry”, i russi replicano anche tenendo conto delle altre accuse di Trump contro Pechino e Mosca come “concorrenti insidiosi degli Usa”. «La nuova strategia americana sulla sicurezza, annunciata dal presidente Donald Trump, ha natura imperiale e dimostra la mancata voglia degli Stati Uniti di rifiutare un mondo unipolare». Secondo Peskov, il documento in mano a Trump va esaminato con attenzione e compreso bene, « Tuttavia una lettura rapida soprattutto di quelle parti della strategia in cui in un modo o in un altro viene menzionato il nostro Paese in generale mostra il carattere da impero del documento, una mancata voglia di rifiutare un mondo unipolare e una insistente mancata voglia di accettare un mondo multipolare». Al netto di ogni sospetto verso Washington, Peskov rilancia il contemporaneo e positivo interesse degli americani nel voler collaborare maggiormente con Mosca per gli equilibri nelle crisi più “calde” del pianeta.
LA MOSSA DI TRUMP
Le dichiarazioni al Wall Street Journal di Tom Bossert, consulente per la sicurezza nazionale della Casa Bianca che accusa la Corea del Nord di essere responsabile del cyberattacco Wannacry, avvicina il Pianeta alla Terza Guerra Mondiale? Possibile, soprattutto in considerazione delle recenti tensioni tra Washington e Pyongyang. Secondo quanto dichiarato da un funzionario della Casa Bianca al Washington Post, la prossima mossa di Donald Trump sarà quella di rivolgere un appello a tutti gli Stati “responsabili” affinché il regime di Kim Jong-un venga contrastato. Come? Con nuove sanzioni. Niente di nuovo sotto il sole dunque? Forse qualcosa sì. Il presidente Usa ha infatti intenzione di chiedere al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di intensificare le sanzioni estendendole anche contro la minaccia di attacchi informatici, non solo nucleari. Una conferma ulteriore che il prossimo conflitto mondiale potrebbe giocarsi più che sul campo di battaglia, davanti al pc. (agg. di Dario D’Angelo)
USA, “COREA DIETRO ATTACCO HACKER WANNACRY”
Ricordate il cyberattacco Wannacry che nel maggio scorso ha paralizzato i sistemi informatici di mezzo mondo? Bene, potrebbe essere questo lo sparo di Sarajevo, la miccia che fa scoppiare la Terza Guerra Mondiale. Sì, perché gli Usa sono convinti più che mai che dietro quell’attacco hacker vi sia la Corea del Nord. Lo ha detto Thomas Bossert, consigliere di Donald Trump per la sicurezza interna e l’antiterrorismo in un editoriale sul Wall Street Journal, ribadendo che ci sono delle “prove” e che gli USA non sono “gli unici a sostenere” il coinvolgimento di Pyongyang poiché “altri governi e società private sono d’accordo con noi”. Bossert ha spiegato che “le conseguenze e le ripercussioni di Wannacry sono andate al di là solo dell’impatto economico. Il virus ha colpito in modo particolarmente duro il sistema sanitario inglese, mettendo vite umane a rischio”. Il membro dell’amministrazione Trump ha poi aggiunto che la Corea del Nord “continua a minacciare l’America, l’Europa e il resto del mondo non solo con le sue aspirazioni nucleari. Sta usando sempre più i cyberattacchi per alimentare il suo comportamento e causare distruzioni”. (agg. di Dario D’Angelo)
TRUMP, “ELIMINARE TETTO SPESA DIFESA MILITARE”
Nonostante sia stato impegnato su più fronti in questa fine di 2017, Donald Trump ritiene sempre una priorità la questione nordcoreana, ed il pericolo che una vera e propria Terza Guerra Mondiale stia per scoppiare. Trump ha parlato proprio in queste ore agli Stati Uniti affermando di voler intaccare un altro caposaldo della precedente Presidenza Obama: il tetto alle spese militari che secondo Trump rappresentano, citando le testuali parole “un dannoso sequestro della Difesa.” E il tetto alle spese militari voluto da Obama sarà presto un ricordo, come spiegato da Trump: “Riconosciamo che la debolezza è la via più sicura per il conflitto e il potere senza rivali è il mezzo più sicuro di difesa. Una Nazione non preparata a fare e vincere una guerra è una Nazione non in grado di prevenire una guerra: ci prenderemo cura della sfida della Corea del Nord, non abbiamo altra scelta.”
“BLOCCARE IL PIANO NUCLEARE DELL’IRAN”
Ma non è solo quello nordcoreano il fronte che preoccupa Trump al momento, un’altra certezza per gli Stati Uniti potrebbe presto arrivare a vacillare sotto l’azione del Presidente: si tratta nella fattispecie dell’accordo sul nucleare con l’Iran. “Dobbiamo bloccare il piano nucleare dell’Iran, dobbiamo punire la Guardia Nazionale di Teheran. Chiederò al Congresso di abrogare il patto con l’Iran.” Parole forti che dopo la mossa del Presidente Usa di voler spostare l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme in Israele, rischiando di aumentare in maniera esponenziale la tensione sul fronte arabo e mediorientale. In molti hanno interpretato le parole di Trump come di pura propaganda, alla quale molto spesso si è lasciato andare nei suoi discorsi. Ma sommate a quelle riferite a Russia e Cina, che secondo Trump potrebbero tornare nemiche se non asseconderanno i piani statunitensi riguardanti la Corea del Nord, potrebbero contribuire ad alzare ancora la pressione già forte tra le varie potenze mondiali.