“La guerra si avvicina” ha dichiarato l’ambasciatrice americana all’Onu dopo l’ultimo test missilistico della Corea del Nord. Per il giornalista americano Andrew Spannaus, grande conoscitore del fenomeno Trump, “è solo la conferma di una lunga tradizione di ambasciatori americani all’Onu incapaci di contenersi e di sparare frasi bellicose”. In realtà, spiega ancora Spannaus, “questo ultimo test è stato meno provocatorio dei precedenti perché non è passato sopra il Giappone, non è stato diretto verso Guam ed è solo la conferma di quanto diciamo da mesi. Kim Jong-un ha ormai quasi raggiunto il suo obiettivo, quello di far diventare il suo paese una potenza nucleare”.



Che gioco sta giocando Trump? Annuncia che la guerra con la Corea del Nord è più vicina, poi chiede alla Cina di “strangolare” economicamente Pyongyang.

La guerra non è vicina, l’ambasciatrice americana all’Onu (Nikki Haley, ndr) è personaggio che fatica a contenersi, in linea con i suoi predecessori. In realtà la situazione è fin troppo statica. Kim Jong-un sta per arrivare al suo obiettivo e presto lo annuncerà al mondo, quello di aver fatto del suo paese una potenza nucleare. Questo non significa che siamo in una situazione positiva. Trump chiede più pressioni economiche alla Cina, ma anch’egli ha ammesso che non si può bloccare totalmente l’esportazione di petrolio. La Cina come sappiamo non può permettersi la distruzione del regime di Pyongyang, e aumentare le sanzioni non è la strada per fermare la Nord Corea, che anzi ha dimostrato di essere pronta a qualunque sofferenza per raggiungere il suo scopo.



Dal punto di vista del fronte interno, proprio nelle ultime ore è giunta la notizia clamorosa che Michael Flynn si è dichiarato colpevole delle accuse a lui rivolte nell’ambito del Russiangate. E che è pronto a testimoniare contro il presidente. Che ripercussioni potrà avere questo su Trump?

Ci sono due aspetti in termini di ripercussioni. Il fatto che si sia dichiarato colpevole significa che l’inchiesta va avanti con il tentativo di arrivare più in alto possibile, cioè a Trump. L’altro aspetto è che è l’ennesima dimostrazione che non esiste alcun reato da parte di Flynn, se non quello di aver mentito all’Fbi.



Ci spieghi meglio. 

E’ reato mentire all’Fbi, ma non è reato parlare con i russi quando si è nella lista dei possibili nominati al ruolo di consigliere nazionale. Si può criticare l’opportunità politica di averlo fatto nel momento di transizione delle due amministrazioni, ma Flynn cercava giustamente di ridurre i contrasti russo-americani. Non è un reato di alcun tipo.

Dunque niente impeachment neanche questa volta?

No, assolutamente. Inoltre stiamo per entrare nel 2018, quando si terranno le elezioni di medio termine e i repubblicani, per quanto molti di loro non approvino Trump, non farebbero mai una cosa del genere anche perché partono già svantaggiati per le elezioni. Sarebbe un massacro se lo facessero.

A proposito di russi, è invece venuto fuori con il caso Uranium 1 che la Fondazione Clinton aveva forti rapporti con Mosca. E Hillary Clinton sembra essere scomparsa dallo scenario pubblico…

Anche qui non si conoscono i termini di un possibile reato. Certamente questo episodio dimostra l’ipocrisia sfrontata dell’atteggiamento dei Clinton, che oltre ai russi hanno contatti con personaggi discutibili di tutto il mondo. La Clinton fa ancora molte apparizioni pubbliche in cui continua a ripetere l’ormai obsoleto ritornello di aver perso le elezioni per colpa di Putin e non sua. 

C’è poi il caso delle dimissioni d Rex Tillerson per sostituirlo con l’attuale capo della Cia Mike Pompeo. C’è qualcosa di vero in questa cosa?

Al momento solo indiscrezioni, c’è sicuramente un piano da parte di alcuni all’interno della Casa Bianca per farlo fuori. Sappiamo anche che Trump non è contento di lui e viceversa. Però sarebbe un peccato se Tillerson dovesse andarsene, perché potrebbe essere un personaggio positivo per Trump se solo il presidente si rendesse conto della necessità di una politica più stabile, invece di spingere in una direzione o nell’altra senza una chiara politica estera. Pompeo è invece sulla linea aggressiva di Trump ad esempio sull’Iran, i due già adesso si incontrano ogni giorno, ma c’è un aspetto più preoccupante di tutti gli altri.

Quale?

Il fatto che il nuovo direttore della Cia sembra possa essere il senatore dell’Arkansas Tom Cottom, che è il politico repubblicano più bellicoso di tutti.

Ad esempio?

Basti pensare che nel 2015 mentre Obama stava trattando gli accordi sul nucleare con l’Iran prese l’iniziativa, assolutamente fuori da ogni protocollo, di scrivere personalmente alla guida suprema dell’Iran dicendogli di non firmare l’accordo. Un atteggiamento senza alcun rispetto per la politica estera del proprio paese.

(Paolo Vites)