Nei giorni scorsi si era diffusa una voce che aveva allarmato le cancellerie di tutto il Pianeta: la Corea del Nord, in caso di Terza Guerra Mondiale, avrebbe potuto puntare il conflitto sul terreno batteriologico. Come? Diffondendo nei territori delle nazioni avversarie il virus di malattie del passato, su tutte la peste. Adesso c’è una conferma che pensare ad una strategia di questo tipo non è fantasticare. Nel sangue del soldato disertore nordcoreano riuscito a fuggire al Sud nel 2017 sono stati trovati anticorpi dell’antrace. Cosa significa? Molto banalmente – come riporta TgCom24 – che il militare sarebbe rimasto esposto all’antrace o sarebbe stato vaccinato ad hoc. Una rivelazione, quella fornita dalle autorità della Corea del Sud, che attesterebbe gli sforzi di Pyongyang di produrre armi chimiche e batteriologiche. (agg. di Dario D’Angelo)



TELEFONATA LAVROV-TILLERSON

La possibilità che lo spirito natalizio abbia contagiato anche i potenti della Terra è remota, ma la telefonata tra Usa e Russia sulla questione Corea del Nord allontana di fatto lo spettro della Terza Guerra Mondiale. Come riportato da Repubblica, infatti, è andato in scena un colloquio tra il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Quest’ultimo avrebbe ribadito l’intenzione della Russia di svolgere un ruolo da mediatore nella crisi dei missili che sta coinvolgendo Stati Uniti e Corea del Nord. Un ponte ideale fra Trump e Kim Jong-un, con Vladimir Putin anello di congiunzione. In questo caso si rinnoverebbe dunque il clima di collaborazione che ha contraddistinto finora la politica estera dei due giganti mondiali. L’esempio lampante si è avuto in Medio Oriente, dove la coalizione internazionale ha spazzato via le ultime resistenze del Califfato islamico. 



I DUBBI DELLA RUSSIA

Un passo avanti per chi spera che il dialogo eviti la Terza Guerra Mondiale, ma è chiaro che non possa essere una telefonata come quella tra Tillerson e Lavrov ad evitare che Usa e Corea del Nord tornino a sfidarsi sul terreno dei missili. E non è un caso che sia stato l’esperto braccio destro di Vladimir Putin a far presente al collega americano tutte le titubanze della Russia rispetto all’intensificazione – definita dal Cremlino “inammissibile” – della tensione nella penisola coreana con una “retorica aggressiva” che rischia di far precipitare la situazione. A tal proposito Lavrov si è detto sicuro della necessità di “una transizione anticipata dalla fase delle sanzioni ad un processo negoziale”, pur concordando con Tillerson che lo sviluppo dell’arsenale nucleare da parte del regime di Kim Jong-un ha violato i requisiti del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il titolare della politica estera a stelle e strisce e quello russo hanno parlato anche della situazione in Siria, dicendosi d’accordo a prendere delle misure per superare i conflitti pur mantenendone l’integrità del territorio. 

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