La tensione tra Cina e Stati Uniti d’America non semplifica la mediazione con la Corea del Nord, in un clima che potrebbe portare allo scoppio della Terza guerra mondiale. Pyongyang negli ultimi mesi ha effettuato numerosi test balistici internazionali e l’ultimo di questi risale allo scorso novembre. Kim Jong-un, dittatore nordcoreano, come riporta Repubblica, ha disposto l’emissione di una nuova serie di francobolli. Non è la prima volta che il dittatore ricorre alla filatelia: già nel corso della scorsa estate Kim Jong-un aveva disposto l’emissione di francobolli per celebrare il nuovo vettore Hwasong-15, che era in grado di raggiungere gli Stati Uniti secondo i dati degli specialisti. A provvedere alla diffusione dei francobolli è stata la Ncna, agenzia di stampa nordcoreana. E non è da escludere che nei prossimi mesi la Corea del Nord torni a provocare Donald Trump: continuano infatti test ed esperimenti in vista di un possibile conflitto mondiale. (Agg. Massimo Balsamo)



PECHINO REPLICA A TRUMP

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è detto molto deluso nei confronti della Cina, dopo il comportamento doppiogiochista adottato da Pechino verso la Corea del Nord. Se il clima tra Usa e Pyongyang era già molto teso, ora a incrementare le tensioni sarebbero state anche le azioni della Cina, che solo una settimana fa aveva firmato in favore delle sanzioni dell’Onu contro il regime di Kim Jong-un. La furia di Trump sarebbe emersa proprio da un suo tweet di ieri pomeriggio, nel quale ribadiva come la Cina sarebbe stata colta in flagrante nell’atto di fornire illegalmente petrolio alla Corea del Nord. “Non ci sarà mai una soluzione amichevole al problema nordcoreano se questo continuerà ad avvenire!”, aveva quindi tuonato. A confermare il comportamento di Pechino erano state alcune immagini satellitari pubblicate su un sito sudcoreano e che provavano come le nevi cinesi continuassero a rifornire ancora il regime di Kim nonostante le sanzioni  del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, votate all’unanimità prima di Natale e mirate non solo a punire il programma missilistico e nucleare della Corea del Nord ma anche a tagliare in modo consistente (del 90%) le esportazioni di prodotti petroliferi raffinati destinati a Pyongyang. Puntuale la replica della Cina che, dopo la pubblicazione delle immagini che avrebbero oltremodo deluso Trump, come riporta l’agenzia AskaNews ha risposto di non aver mai infranto le sanzioni dell’Onu ed ha ribadito al tempo stesso di essersi sempre attenuta in modo scrupoloso alle risoluzioni sulla Corea del Nord. Un portavoce del ministero della Difesa cinese alla stampa ha così spiegato: “La situazione da voi menzionata non esiste nel modo più assoluto”, negando quindi i rifornimenti illegali alla Corea del Nord.



COREA DEL NORD, ALLERTA PER POSSIBILI NUOVI TEST

Il clima da Terza Guerra Mondiale è ormai da tempo evidente e la riprova sarebbe giunta soprattutto nelle passate ore con l’inasprimento dei rapporti tra Usa e Cina ed il monito di Trump a Pechino dopo quanto emerso dai satelliti-spia americani. Pyongyang, di contro, continua ad essere un sorvegliato speciale da parte di usa e degli alleati. Oltre al fronte dedicato al presunto traffico illegale di petrolio, ce ne sarebbe un altro altrettanto delicato e relativo ai rapporti militari: secondo quanto emerso dal Washington Post, i nord coreani avrebbero sviluppato con successo l’0ultima generazione di missili usando tecnologia e progetti russi. I collegamenti tra Corea del Nord e Mosca non sono tuttavia una novità in quanto, come spiega Corriere.it, anche in passato erano emersi segnali di una collaborazione tra scienziati o imprese dei due paesi. Ma ora, il timore è che possano presto esserci nuovi possibili test. Nelle ultime ore, infatti, sarebbero emersi movimenti militari importanti in alcune installazioni che potrebbero anticipare i preparativi in vista del lancio di un paio di satelliti per la comunicazione. Non si esclude tuttavia, secondo gli esperti, che queste operazioni potrebbero essere il preludio per la messa a punto di missili intercontinentali per i quali i satelliti farebbero da semplice copertura.

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