Non è tardata ad arrivare la replica della Russia alla notizia della Reuters, secondo cui avrebbe fornito petrolio alla Corea del Nord. Il servizio stampa del Ministero degli esteri russo ha fatto sapere ai microfoni di RIA Novosti che Mosca rispetta a pieno il regime di sanzioni contro Pyongyang. L’agenzia stessa non aveva confermato la veridicità delle sue accuse, non avendo alcuna prova circa il presunto rifornimento di petrolio alle navi della Corea del Nord tra ottobre e novembre. «Vorremmo ricordare che sulla fornitura di carburante (cioè prodotti petroliferi raffinati) c’è, naturalmente una quota, ma non c’è un divieto totale (risoluzione 2397). La verifica della conformità del regime di sanzioni la fornisce il comitato 1718», ha dichiarato il Ministero degli esteri. Nel mese di dicembre il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha imposto nuove sanzioni contro la Corea del Nord, adottando una risoluzione preparata dagli Stati Uniti, la numero 2397. Il documento prevede restrizioni sulla consegna di petrolio greggio e prodotti raffinati dalla Corea del Nord ed espande l’embargo commerciale. (agg. di Silvana Palazzo)
ANCHE LA RUSSIA HA FORNITO PETROLIO ALLA COREA DEL NORD?
Non c’è soltanto la petroliera cinese bloccata dalla Corea del Sud a far credere che il regime di Pyongyang sia stato supportato a dispetto delle risoluzioni dell’Onu. Secondo quanto riferisce la Reuters, infatti, anche la Russia avrebbe rifornito la Nord Corea in aperta opposizione alla linea tracciata dalla amministrazione Trump. Siamo quindi ad un passo da una Terza Guerra Mondiale? In questo momento Mosca ha preferito non commentare le ricostruzioni dell’agenzia di stampa, ma è chiaro che quest’ennesima rivelazione (non la prima da parte della Reuters in questo senso) non contribuirà a rinsaldare i rapporti tra Washington e Mosca. Dal canto suo, la compagnia della nave accusata di aver rifornito di carburante la Corea del Nord ha negato ogni coinvolgimento in un episodio che rischia di far precipitare la situazione soprattutto a livello diplomatico. (agg. di Dario D’Angelo)
NAVE CINESE SEQUESTRATA DALLA COREA DEL SUD
Una nave cinese è stata sequestrata dalla Corea del Sud perché violava la risoluzione 2375 del settembre scorso del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Fonti governative di Seul, citate dall’agenzia di stampa Yonhap, hanno spiegato che la cargo battente bandiera di Hong Kong “Lighthouse Winmore” è stata fermata e perquisita al suo arrivo nel porto di Yeosu dopo che aveva segretamente trasferito 600 tonnellate di petrolio raffinato a una unità della Corea del Nord in acque internazionali. La nave cinese sarebbe stata ingaggiata dalla Billions Bunker, società taiwanese che avrebbe ordinato il trasferimento senza fornire una spiegazione. La nave cinese, che aveva caricato petrolio raffinato giapponese per recarsi a Taiwan, lo ha trasferito invece ad una nave nordcoreana e a tre navi provenienti da altri paesi nelle acque internazionali del Mar Cinese Orientale. La transazione illegale è stata rilevata da Seul, che ha condiviso le informazioni di intelligence con gli Stati Uniti. La reazione del presidente americano Donald Trump non si è fatta attendere, infatti ha accusato la Cina di violare le sanzioni imposte dall’Onu. «Colti nelle mani nella marmellata, molto deluso dal fatto che la Cina stia permettendo che il petrolio arrivi alla Corea del Nord. Non ci sarà mai una soluzione pacifica al problema della Corea del Nord se questo continuerà ad accadere», ha scritto su Twitter.
LA REAZIONE DELLA CINA AL SEQUESTRO DELLA NAVE
La Cina sta indagando sul caso della nave sequestrata in violazione di una risoluzione Onu: lo ha assicurato la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, negando che sia mai stato commesso un atto del genere. In conferenza stampa ha fatto sapere infatti che la Cina «non autorizzerebbe mai che sue aziende o individui violassero le risoluzioni dell’Onu e che, se questo fosse invece il caso, agirà in conformità alla legge». Quindi, ha invitato alla prudenza e osservato che «l’esagerazione dei media non aiuta a costruire la fiducia reciproca» tra le parti. La risoluzione Onu a cui si fa riferimento è la 2375, approvata dal Consiglio di Sicurezza a settembre all’unanimità dopo l’ultimo e più potente test nucleare della Corea del Nord: in sostanza, limita la vendita di petrolio greggio al regime di Kim Jong-un a partire dal primo ottobre e proibisce l’esportazione di petrolio raffinato.