Dal Giappone sono certi: nel 2018 scatterà la guerra mondiale e la miccia scatenante sarà sempre lei, la Corea del Nord. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa giapponese Kyodo, il governo del presidentissimo Shinzo Abe starebbe valutando diversi scenari che “consigliano” le prossime mosse in casa Pyongyang cui Tokyo vuole mettere un argine, in alleanza con Trump. In particolare, il governo giapponese sta discutendo le azioni da far intraprendere alle proprie forze armate in caso di rapida escalation nella penisola coreana: l’accordo con gli Usa regge e scatterà in caso di attacco missilistico di Kim Jong-un, ma gli scenari ipotizzati sono molteplici. «Scontro tra le forze armate delle due Coree, un attacco preventivo degli Stati Uniti, l’invasione delle forze di Seul in Corea del Nord, così come un attacco missilistico di Pyongyang contro il Giappone», riporta l’agenzia giapponese. (agg. di Niccolò Magnani)
GLI AUGURI DI PUTIN A TRUMP
Una terza guerra mondiale nel 2017 non è scoppiata ma tra tensioni, “micce accese” e provocazioni a livello globale, il mondo si è avvicinato e non poco alla possibilità che il 2018 sia un vero anno di terrore internazionale, più di quanto già non lo sia oggi. In questa direzione il dialogo-rapporto tra Putin e Trump resta un punto abbastanza solido – anche se fortemente contestato da congresso Usa e buona parte dell’Unione Europea – che può portare a sviluppi “comuni” nelle sfide in Corea del Nord, Siria e nell’intero Medio Oriente. Il presidente russo ha inviato degli auguri di buon anno al primo cittadino americano in cui viene ribadita la volontà di dialogo, ancor più operativo e produttivo, per il prossimo anno: «va rilanciata l’asse della collaborazione Usa-Russia sullo scacchiere intercontinentale, date le sfide attuali sullo scenario internazionale. È particolarmente importante che Russia e Stati Uniti si impegnino in un dialogo per rafforzare la stabilità strategica e per trovare le soluzioni migliori per fare fronte alle minacce globali», scrive Putin nel suo messaggio a Donald Trump. In particolare lo sviluppo del dialogo dovrà «consentire progressi per una cooperazione pragmatica a lungo termine». (agg. di Niccolò Magnani)
TENSIONI IN IRAN, “IL MONDO VI GUARDA”
Si sposta in Medio Oriente il baricentro geopolitico, il delicato equilibrio che separa il Pianeta dallo scoppio di una Terza Guerra Mondiale. In particolare è l’Iran a tenere in apprensione le diplomazie di mezzo mondo a causa delle tensioni verificatesi nelle ultime ore nel Paese. Proseguono infatti senza sosta le proteste contro il carovita da parte di migliaia di persone, riversatesi in strada – nonostante siano state scoraggiate dal farlo – contro il presidente Rouhani e contro la Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei. Il timore è che queste proteste vengano soppresse con la forza dalla Guardia Rivoluzionaria, come in effetti sta accadendo in diversi città dell’Iran, dove si contano almeno 3 morti. A mettere in guardia il governo iraniano dal commettere azioni scellerate contro il suo popolo è stato il presidente Usa, Donald Trump, che fin dal suo insediamento alla Casa Bianca ha preferito sconfessare la linea dialogante con i persiani instaurata da Obama. In un tweet ripreso da tutti i media internazionali, Trump ha avvisato:”Ci sono molte notizie di proteste pacifiche da parte degli iraniani stanchi della corruzione del regime e del suo dissipare la ricchezza della nazione per finanziare il terrorismo all’estero. Il governo iraniano deve rispettare i diritti degli iraniani, incluso il diritto di esprimersi. Il mondo sta guardando!”.
AUSTRALIA IN ALLERTA PER MOSSE RUSSIA
La Terza Guerra Mondiale può scoppiare per le tensioni tra Usa e Corea del Nord, ma anche da antichi focolai come quelli in Medio Oriente. Tutto vero. Ma attenzione a sottovalutare gli imprevisti della storia. Gli spari di Sarajevo del Terzo Millennio possono verificarsi anche nell’ambito di frizioni apparentemente superficiali. Ecco perché non bisogna sottovalutare lo stato d’allerta instaurato da una base aerea australiana nella città di Darwin per le manovre eseguite da bombardieri strategici russi Tu-95MS in acque internazionali a largo dell’Indonesia. Come riferito dal Guardian, dovrebbe trattarsi di una misura di natura temporanea che resterà in vigore fino al completamento delle manovre di addestramento degli aerei militari russi. Come riportato da sputniknews.it, i bombardieri strategici russi comunque non hanno violato lo spazio aereo australiano.
Peter Jennings, esperto di sicurezza nazionale citato dal Guardian, considera queste manovre emblematiche dell’espansione dell’influenza russa nella regione del sud-est asiatico.