A conferma che i venti di Terza Guerra Mondiale continuano a soffiare pericolosamente ci sono le indiscrezioni provenienti dal Giappone, riportate da alcune fonti alla Reuters, secondo cui il paese del Sol Levante sarebbe intenzionato a dotarsi di missili da crociera americani ad alta precisione JASSM-ER aria-terra per gli aerei F-15 in grado di colpire obiettivi a 1000km di distanza. Gli obiettivi di questa sortita potrebbero essere la Corea del Nord e la Cina continentale: un cambio di rotta storico, se confermato, rispetto all’autolimitazione imposta dal Giappone sulle armi offensive dopo la Seconda Guerra Mondiale: in questo momento, infatti, i missili di Tokyo hanno una gittata massima di 300 km. Secondo le fonti consultate da Reuters, i soldi per la dotazione di questi missili e di altri vettori di stampo norvegese dovrebbero essere stanziati ad aprile. Il ministro della Difesa, Itsunori Onodera ha negato per ora questa possibilità sostenendo che in caso di conflitto sarebbero gli alleati statunitensi a colpire le basi nemiche. (agg. di Dario D’Angelo)



SENATORE USA, “EVACUARE DIPLOMATICI IN COREA”

Ci sono volte in cui le dichiarazioni dei leader politici vanno prese con le pinze. Prendiamo la situazione di Donald Trump: il presidente Usa se avesse intenzione di sferrare un attacco alla Corea del Nord non lo annuncerebbe di certo in diretta nazionale, pena lo svanire dell’effetto sorpresa. Ma se il Pianeta è sull’orlo di una Terza Guerra Mondiale possiamo intuirlo dai movimenti collaterali della politica, dalle manovre che in altri tempi (più tranquilli) non avrebbero destato particolare preoccupazione. Un esempio? La proposta del senatore repubblicano Lindsey Graham, che ha proposto l’immediata evacuazione delle famiglie dei diplomatici statunitensi presenti in Corea del Sud a causa dell’inevitabilità di un conflitto armato con il regime comunista di Pyongyang. Graham, come riporta il Telegraph, ha detto:”Bisogna essere pazzi per mandarci mogli e figli con le provocazioni da parte della Corea del Nord”. L’amministrazione Trump concederà il rientro ai suoi inviati diplomatici? (agg. di Dario D’Angelo)



ESERCITAZIONI MILITARI CONGIUNTE USA-COREA DEL SUD

Lo avevamo scritto negli scorsi giorni, è accaduto come previsto ieri: è partita l’esercitazione militare congiunta ai confini della Corea del Nord tra gli Stati Uniti d’America e la Sud Corea, alleati contro Kim Jong-un nel tentativo di frenare la minaccia nucleare. Ma la guerra mondiale si rischia lo stesso visto che il regime comunista ha più volte sottolineato che le provocazioni di Trump non stanno facendo altro che esacerbare il rapporto tra le potenze sul Pacifico. Quella che inizia oggi e durerà 5 giorni si tratta poi della più grande esercitazione militare congiunta di Seul e Washington dai tempi della Guerra delle Coree (anni Cinquanta, ndr) con più di centinaia di velivoli militare e una ventina di jet “invisibili” al radar. Sono addirittura 12mila i militari coinvolti degli States, una prova di forza enorme per frenare (o scatenare) la Corea del Nord.



RUSSIA, “GLI USA INTERROMPANO SUBITO LE ESERCITAZIONI”

Come aveva già detto Lavrov all’inizio del Consiglio di Sicurezza Onu, la Russia a livello politico non accetta le nuove esercitazioni congiunte di Corea del Sud e Stati Uniti al confine con la Nord Corea a pochi giorni dal missile balistico lanciato da Kim Jong-un per elevare ancora di più la minaccia di una terza guerra mondiale. «Il Consiglio Onu deve esortare gli Stati Uniti ad interrompere le esercitazioni militari che intensificano le tensioni nella penisola coreana». A parlare è il vicepresidente del comitato per gli affari internazionali del Consiglio federale russo Vladimir Dzhabarov e sempre a margine del Consiglio delle Nazioni Unite, riunito per fronteggiare l’ennesimo missile nordcoreano. La Russia (e anche la Cina) non gradiscono manovre a pochi chilometri dai loro confini, soprattutto ritengono che siano manovre che non servano a nulla se non a mettere la Corea del Nord ancora più nell’angolo non risolvendo alla radice il problema. «I rapporti fra Stati Uniti e Russia potrebbero ulteriormente peggiorare a causa della nuova strategia di sicurezza nazionale di Washington», ha fatto sapere ieri sera in una intervista a Ria Novosti l’analista e direttore del dipartimento di sicurezza Europea dell’Accademia russa, Dmitry Danilov. Trump e Putin personalmente finora hanno dimostrato un più che ottimo rapporto, ma i due Paesi mostrano il contrario, con più gli Usa che riflettono uno scollamento piuttosto deciso con il proprio presidente, non solo in politica estera tra l’altro. L’impressione è che quindi che la terza guerra mondiale celi al proprio interno un altro tipo di guerra, quella fredda, ancora più complessa, che è come se non fosse in realtà mai finita.