In Argentina continua a tenere banco il mistero del sottomarino scomparso. 44 sommergibilisti per i quali ormai si è peraa ogni speranza, inabissatisi apparentemente senza aver lasciato traccia. Apparentemente, visto che l’Armada Argentina avrebbe ricevuto in realtà ben 8 comunicazioni dal sottomarino durante la crisi, comunicazioni che sarebbero state secretate e rese segrete per l’opinione pubblica. Il sospetto è che tutto sia stato messo sotto il tappeto perché dal momento del primo allarme sarebbe stato chiaro, per la Marina Militare argentina, come il destino del sottomarino San Juan fosse stato già segnato. Le notizie stanno trapelando tramite il portavoce Enrique Balbi, capitano di vascello che si sta rivelando l’unico tramite col mondo per comprendere quella che è stata la vera sorte del sottomarino San Juan.
TENSIONE FRA GOVERNO E MILITARI IN ARGENTINA
E proprio Balbi, pur spiegando come secondo le informazioni in possesso della Marina argentina non si trattasse di chiamate di emergenza, ha spiegato come dal San Juan siano partite otto diverse comunicazioni in quella che è stata la sera dell’inabissamento, La prima, in voce, alle 23.42 del 14 novembre, l’ultima iniziata alle 7.19 e terminata alle 7.26. In totale, circa 50-55 minuti di comunicazioni, distribuite nell’arco di otto ore. Quanto basta per far pensare che i vertici della Marina fossero perfettamente a conoscenza della tragedia che si stava consumando all’interno del San Juan, al contrario di quanto detto al mondo intero ormai per quasi un mese, come se di fatto il sottomarino fosse scomparso nel nulla. Il Ministro della Difesa argentino ha esplicitamente fatto presente di ritenere che, secretando queste comunicazioni, l’Armada abbia voluto occultare il fatto di essere a conoscenza dell’emergenza. E nuove verità potrebbero emergere proprio da questo contrasto fra politica e Marina Militare, tra Governo e Armada: una tensione che sta crescendo di ora in ora, ma che potrebbe alzare il velo che occulta la verità sulla fine del San Juan.